middlemarch

Matrimoni d'ufficio


Sto vedendo un film. Orrendo. Ma non è questo il punto. Si chiama 'Il giorno più bello' per cui il tema è abbastanza abbordabile anche se non ve lo racconto. Basta il titolo e la capisci al volo. Due pisquani ovviamente bellini e con grande e spontanea inclinazione per il glamour decidono di sposarsi, e lì cominciano i casini. Dai tempi delle cineprese a manovella, per ragioni per me inconcepibili, pare che questo sia un tema cinematograficamente arrapante. Pellicole a legioni. Ma lasciamo stare, perchè non è neanche questo il punto.Dunque dicevo: la trama è conseguenziale. I nubendi vorrebbero una cerimonia semplice e spartana, ma ciò è ovviamente impossibile. Il sottinteso è: ci siamo passati tutti. Chi di noi non avrebbe voluto sposarsi in francescana semplicità e poi si è ritrovato con 15.000 euro di debiti? Ma alla questione vera non siamo ancora arrivati.Ci arrivo. Ora ci arrivo. La premessa è la seguente: io sono la prova vivente che si-può-fare. Un matrimonio normale senza spazzatura celebrativa. Con quattro gatti, senza vestirsi da pupazza, in comune, niente bomboniere, partecipazioni e tutti i parafernalia della madonna.E il punto è questo: io mi sono sposata così perchè non me ne fregava un cazzo del ciarpame. E non sono Che Guevara. Non milito in alcuna formazione extraparlamentare. Sono un'icona di limpida e quasi stolida semplicità. E la mia domanda è: ma esiste un'altra donna in questo paese capace di fottersene altissimamente? Dico solo una cosa: ci ho aperto il blog. Ditemi che non sono sola.