middlemarch

Cooking goddess


Mio marito è un uomo con un travolgente senso dell’umorismo, un po’ per dotazione sua personale, un po’ perché per vivermi accanto è una dote che bisogna sviluppare. Ieri, di fronte al forno, non la finiva più di ridere. E si che aveva fame, povera creatura. Del resto erano le nove meno un quarto e non c’era ancora uno straccio di entità commestibile pronta in tavola.L’ha presa bene, devo dire che l’ha presa bene. Forse per il senso dell’umorismo di cui sopra. Forse perché mi conosce. Forse perché quando si sposa una donna come me si deve essere disponibili a qualche sacrificio – e si noti l’assoluta neutralità del commento. ‘Una donna come me’ vuol dire tutto e niente. Di certo c’è solo la necessità di essere molto spiritosi.Insomma che vi devo dire. Ho fatto una pizza. L’ho messa nel forno accuratamente preriscaldato a 180 gradi. Secondo le istruzioni l’ho lasciata cuocere dieci minuti, non uno di più, non uno di meno. E’ colpa mia se la patina di brina che la ricopriva al momento in cui ho tolto la plastica, mi ha resa inconsapevole del corretto orientamento gravitazionale? L’ho messa al contrario. La pasta in alto, e la parte col pomodoro e il formaggio verso il basso, direttamente appoggiata alla griglia. La natura è matrigna, la forza di gravità ha lavorato duramente contro tutte le mie sacrosante buone intenzioni domestiche. Quando ho riaperto il forno sulla griglia c’era una focaccia secca e bruciacchiata, e sul fondo ribolliva un magma pastoso rosso e bianco che ricordava molto certe immagini della superficie di Marte.Io continuo a chiedermi perché cacchio il dio della cucina si rifiuti così pervicacemente di entrare a far parte del mio pantheon.E Dio benedica l'inventore degli affettati.