middlemarch

Wanted


Ieri ho fatto una cosa che non mi capitava da una ventina d’anni, o giù di lì. Ho preso appuntamento con un centro estetico per perdere qualche chilo. Diciamo quattro. Poi se sono sei, non sarò certo io a lamentarmi.Mentre ero in attesa della linea con la musichetta in sottofondo, mi sono tornate in mente una serie di immagini del mio passato, quando dimagrire mi sembrava un’esigenza così vitale da credere che non ci fosse niente di più importante al mondo. Bisogna essere imbecilli per ridursi così. Io ero imbecille di sicuro. Non capivo che il grasso ce l’avevo in testa. Non mi sarei piaciuta né con 4 né con 40 chili in meno. Diciamo pure che sono una miracolata  dell’anoressia. Perché le premesse insane per prendere una bruttissima china c’erano tutte. Poi, vai a sapere perché, c’è un dio minore che sceglie di proteggere qualcuna di noi a scapito di altre, e  che quando comincia a prendere una brutta piega con regimi asfittici da 600 calorie al giorno, la prende a calci nel culo finchè non trova il coraggio di mettere in bocca qualcosa e restituire un minimo di calore vitale ai suoi organi interni.Perfino oggi, all’interno della donna sana ed equilibrata che sono, c’è una parte  infinitesimale e periferica, nebulosa ed occultata, vecchia e triste, che in qualche modo si vergogna. Perché non è stata capace di compiere l’eroismo di lasciarsi morire di fame. Valle a dire che è pazza. Non lo dovete dire a me, io lo so. Lo dovete dire a lei. Semmai.Insomma nell’attesa della linea mi chiedevo: perché le donne possono ridursi così? E penso che una possibile risposta possa stare in questo: mentre parlavo con la cortesissima segretaria prodiga di dettagli sula natura del trattamento, avendole chiesto se potevo pagare con carta di credito o bancomat perché nel portafoglio non ho mai un soldo bucato, mi sono sentita rispondere: la prima visita è gratis. Facciamo tutti i controlli del caso per evidenziare quali siano le zone maggiormente incriminate.Incriminate. Oggi mi viene solo da ridere, e parecchio anche. Oggi ci vedo tutta l’ironia del caso.A sedici anni invece non è così facile mandare giù l’idea di dover convivere con un corpo criminale.