Seconda settimana al centro Marie Claire. La prima cosa che ti fanno appena entrata, è cacciarti su una bilancia anche se non vuoi. Con me non devono neanche insistere, perché mi piego con molta condiscendenza e senza fare storie. E’ passato un intero fine settimana dall’ultimo incontro. L’addetta osserva il risultato, poi lo confronta con la scheda che ha in mano dove è riportato il mio peso rilevato 3 giorni fa, e guardandomi da sotto gli occhiali abbassati sulla punta del naso, mi fa:abbiamo niente da confessare?Io - che mi sono attenuta alla dieta durante l’intero weekend, perfino durante una dolorosa serata passata al ristorante guardando gli altri mangiare e spiluccando qua e là come un’inappetente signorina di buona famiglia della Louisiana agli albori della guerra d’indipendenza – la guardo sapendo in anticipo che, non so bene come, non so bene perché, risulterò poco credibile. Le rispondo:no, perché? Questo è proprio quel che dico. In realtà vorrei declamarlo con accenti più vicini alle mie letture adolescenziali e più in sintonia con la vastità dell’abisso su cui aleggia la mia innocenza, pronunciando una cosa del tipo: Cosa dite dunque! Il Cielo mi è testimone che non ho nulla da nascondere! Dio non voglia che a mia insaputa sia avvenuta una sciagura!E lei, dopo una pausa a effetto, implacabile come il giudice Petroviĉ di fronte al povero Raskol’nikov:Abbiamo preso due etti!Preciso, per inciso, che la scorsa settimana in 3 giorni ho perso due chili, e che la cosa ha mancato di procurare il benché minimo entusiasmo tra le fila degli addetti Marie Claire. Dimagrire è un atto dovuto. Ingrassare è un gesto criminale.Insomma, abbiamo preso due etti. Non so se mi spiego. Se il centro Marie Claire non fosse attualmente il microuniverso più interessante che mi sia capitato di frequentare da parecchio tempo a questa parte, e se non avessi già visto cose che più di questa meritano di essere raccontate, magari mi sarebbe scappata una risposta infelice. Ma le cose stanno proprio così, per cui ho recuperato all’istante il mio autocontrollo, e ho taciuto.Del resto tutto mi si può rimproverare, ma non certo di essere una donna incapace di riconoscere una situazione letterariamente stimolante quando ne incontra una.
Sono dannatamente innocente
Seconda settimana al centro Marie Claire. La prima cosa che ti fanno appena entrata, è cacciarti su una bilancia anche se non vuoi. Con me non devono neanche insistere, perché mi piego con molta condiscendenza e senza fare storie. E’ passato un intero fine settimana dall’ultimo incontro. L’addetta osserva il risultato, poi lo confronta con la scheda che ha in mano dove è riportato il mio peso rilevato 3 giorni fa, e guardandomi da sotto gli occhiali abbassati sulla punta del naso, mi fa:abbiamo niente da confessare?Io - che mi sono attenuta alla dieta durante l’intero weekend, perfino durante una dolorosa serata passata al ristorante guardando gli altri mangiare e spiluccando qua e là come un’inappetente signorina di buona famiglia della Louisiana agli albori della guerra d’indipendenza – la guardo sapendo in anticipo che, non so bene come, non so bene perché, risulterò poco credibile. Le rispondo:no, perché? Questo è proprio quel che dico. In realtà vorrei declamarlo con accenti più vicini alle mie letture adolescenziali e più in sintonia con la vastità dell’abisso su cui aleggia la mia innocenza, pronunciando una cosa del tipo: Cosa dite dunque! Il Cielo mi è testimone che non ho nulla da nascondere! Dio non voglia che a mia insaputa sia avvenuta una sciagura!E lei, dopo una pausa a effetto, implacabile come il giudice Petroviĉ di fronte al povero Raskol’nikov:Abbiamo preso due etti!Preciso, per inciso, che la scorsa settimana in 3 giorni ho perso due chili, e che la cosa ha mancato di procurare il benché minimo entusiasmo tra le fila degli addetti Marie Claire. Dimagrire è un atto dovuto. Ingrassare è un gesto criminale.Insomma, abbiamo preso due etti. Non so se mi spiego. Se il centro Marie Claire non fosse attualmente il microuniverso più interessante che mi sia capitato di frequentare da parecchio tempo a questa parte, e se non avessi già visto cose che più di questa meritano di essere raccontate, magari mi sarebbe scappata una risposta infelice. Ma le cose stanno proprio così, per cui ho recuperato all’istante il mio autocontrollo, e ho taciuto.Del resto tutto mi si può rimproverare, ma non certo di essere una donna incapace di riconoscere una situazione letterariamente stimolante quando ne incontra una.