Ho controllato. Questa sul Corriere di oggi non c’è. Così Santessa non rompe le palle che le tocca sempre leggere roba rifritta. L’ho sentita al GR stamattina e mi è sembrata bellissima, una di quelle cose che ti fanno cominciare in santa letizia la giornata.In molti paese africani Scarabeo è una specie di sport nazionale. Nel Mali, in Senegal, in Costa d’Avorio, i giocatori sono eroi famosi in tutto il paese. E già questo è piuttosto sorprendente. Va bene che non è il Polo, e per giocarlo non serve essere ricchi. Resta il fatto che si tratta di nazioni dove la soglia di alafabetizzazione minima supera raramente il 30%, il che si concilia male con la passione per un gioco fatto di parole.Ma la cosa davvero bella è un’altra. Non lo giocano solo fra loro, ma partecipano anche a tornei internazionali, e la lingua che scelgono è spesso il francese. Be’, non ci crederete, ma sono 8 anni di fila che il Senegal batte la Francia a Scarabeo. Il Senegal batte la Francia. A Scarabeo. In francese.Metteteci un po’ quello che vi pare. Sarà che con i francesi ho un legame di amore-odio. Sarà che li trovo insopportabili – e di fatto lo sono – ma poi vai una volta in Francia e confronta qualunque servizio sociale con i tuoi e vedi se non ti viene un travaso di bile. Sarà che i Mondiali e gli Europei. Sarà che Zidane. Sarà che la Ville Lumière, e la Bretagna, e Mont Saint-Michel, e la Provenza e i campi di lavanda. Sarà Giulio Cesare che meglio essere il primo qui che il secondo a Roma, sarà il pont du Gard, sarà Carlo Magno che convertiva i Sassoni passando i renitenti a fil di spada. Saranno i paladini di Francia a Roncisvalle, sarà Angelica alla Corte del Re, e Enrico IV, e Parigi val bene una messa, e Tayllerand e Mazarino, e D’Artagnan, Athos, Porthos e Aramis. Saranno gli Impressionisti e il Quai d’Orsay, sarà Monet con le sue ninfee e le sue cento cattedrali di Rouen, sarà che però Beaubourg ‘fanculo almeno quello l’ha fatto Renzo Piano. Sarà che Amèlie Poulain sono io. Sarà che li odio. E li amo. E li odio perché li amo.Ma l’idea che il Senegal metta sotto i francesi da 8 anni filati nel loro vernacolo, mi mette un’allegria pazzesca!
Akuna matata
Ho controllato. Questa sul Corriere di oggi non c’è. Così Santessa non rompe le palle che le tocca sempre leggere roba rifritta. L’ho sentita al GR stamattina e mi è sembrata bellissima, una di quelle cose che ti fanno cominciare in santa letizia la giornata.In molti paese africani Scarabeo è una specie di sport nazionale. Nel Mali, in Senegal, in Costa d’Avorio, i giocatori sono eroi famosi in tutto il paese. E già questo è piuttosto sorprendente. Va bene che non è il Polo, e per giocarlo non serve essere ricchi. Resta il fatto che si tratta di nazioni dove la soglia di alafabetizzazione minima supera raramente il 30%, il che si concilia male con la passione per un gioco fatto di parole.Ma la cosa davvero bella è un’altra. Non lo giocano solo fra loro, ma partecipano anche a tornei internazionali, e la lingua che scelgono è spesso il francese. Be’, non ci crederete, ma sono 8 anni di fila che il Senegal batte la Francia a Scarabeo. Il Senegal batte la Francia. A Scarabeo. In francese.Metteteci un po’ quello che vi pare. Sarà che con i francesi ho un legame di amore-odio. Sarà che li trovo insopportabili – e di fatto lo sono – ma poi vai una volta in Francia e confronta qualunque servizio sociale con i tuoi e vedi se non ti viene un travaso di bile. Sarà che i Mondiali e gli Europei. Sarà che Zidane. Sarà che la Ville Lumière, e la Bretagna, e Mont Saint-Michel, e la Provenza e i campi di lavanda. Sarà Giulio Cesare che meglio essere il primo qui che il secondo a Roma, sarà il pont du Gard, sarà Carlo Magno che convertiva i Sassoni passando i renitenti a fil di spada. Saranno i paladini di Francia a Roncisvalle, sarà Angelica alla Corte del Re, e Enrico IV, e Parigi val bene una messa, e Tayllerand e Mazarino, e D’Artagnan, Athos, Porthos e Aramis. Saranno gli Impressionisti e il Quai d’Orsay, sarà Monet con le sue ninfee e le sue cento cattedrali di Rouen, sarà che però Beaubourg ‘fanculo almeno quello l’ha fatto Renzo Piano. Sarà che Amèlie Poulain sono io. Sarà che li odio. E li amo. E li odio perché li amo.Ma l’idea che il Senegal metta sotto i francesi da 8 anni filati nel loro vernacolo, mi mette un’allegria pazzesca!