middlemarch

Peyton Place. Più o meno.


Sul Mattino  di Padova c'è un trafiletto con la notizia di un tapino di Codevigo che ha simulato un'aggressione a scopo di rapina tagliuzzandosi le braccia. L'ha fatto per impietosire la moglie che vuole lasciarlo.Io mi intenerisco sempre di fronte a queste manifestazioni di microstoria che non interessano nessuno e servono al massimo a far fare due risate a chi è più fortunato della vittima, perchè mi spingono a immaginare un affresco familiare saturo di tristezza e di miserie quotidiane, che sono il pane e il companatico di un sacco di persone.Me li vedo come se li avessi davanti agli occhi, e mi fanno sempre tenerezza. Le vittime designate del destino. Quelli che finiscono sempre schiacciati dal peso di cose più grandi di loro, anche quando quello che capita non è poi così devastante. Del resto in genere non è mai l'oggettività dell'evento a spiaccicarli, è la loro incapacità di fronteggiarlo.Per cui mi sono letta l'articolo con grande attenzione, e un certo grado di compartecipazione emotiva. Insomma sono andata a fondo. E ho scoperto che il tapino non si era limitato a denunciare un'aggressione da parte di sconosciuti. Ha anche dato la colpa a qualcuno. Non qualcuno a caso, no. Extracomunitari.A quel punto la parabola compassionevole della mia simpatia ha subita una bruschissima curva al ribasso. Perchè ci sono poche categorie di persone che mi stanno sul cazzo più degli sfigati che come unica strategia alla propria miseria se la prendono con chi è anche più sfigato di loro.