middlemarch

Parallelismi incongrui


Ho sentito di striscio alla radio una di quelle cose a cui con tutta la buona volontà  non riesci a credere. Una voce spasmodicamente melodica che cantava una canzone di Battiato. Era Le stagioni dell’amore, miagolata su un una sequenza di vibrazioni strazianti che stanno alla musicalità di Battiato come Nonna Papera che prepara l’impasto per la torta di mele sta a un filologo tedesco che traduce il Lessico della Suda. Sono parallelismi che in natura non si danno. O che non dovrebbero darsi.Io su certe cose impazzisco finchè non capisco come siano potute accadere. E per inciso in queste circostanze mi domando sempre come riuscissi a cavarmela prima dell'avvento di Internet, il posto dove trovo quasi tutte le risposte. Infatti ho cercato e ho trovato. Non mi ero sbagliata. La voce melliflua era quella di Mango. Mango che canta Battiato. Non è che io abbia niente contro Mango, trovo che faccia dell’onestissimo pop che mi piace molto canticchiare all’occorrenza. Ma Mango e Battiato? Riuscite a immaginare qualcosa di più sideralmente distante?E’ come pensare a un intellettuale copto che srotola piangendo un manoscritto aramaico tra le rovine della biblioteca di Alessandria avvolta dalle fiamme dell’ultima incendio, mentre in sottofondo come colonna sonora va Tu che ne sai di Gigi D’Alessio.Non so a voi, ma a me sono cose che fanno impressione.