middlemarch

C'era bisogno di dirlo?


Sono buffe le implicazioni di questa diatriba sulla poesia. Poiché, come ripeto sempre,  ho la fortuna di essere una donna molto amata, adesso esce fuori che a forza di parlare di poesia e di poeti, qualcuno si è ingelosito. Il bello è che si tratta di una persona che non s’era preoccupata affatto quando ci sarebbe stata da temere concorrenza in carne e ossa, ma che si è inquietato invece quando si è ritrovato a fare i conti con un poeta fucilato 70 anni fa.Il che dice molto, vero? Per esempio mi conferma una cosa che ho sempre saputo di me, e cioè che la mia peggiore debolezza è quella verso gli uomini dotati di un ego sproporzionato, una cosa che al tempo stesso mi piace e mi fa incazzare in una misura mesopotamica. Chissà perché ho di queste perversioni. Sarà che l’umiltà mi è sempre sembrata una dote da beghine.Per cui mi tocca fare una precisazione. La poesia non è una cosa che si fa. E’ una cosa che si è. Fare il poeta non è un’occupazione che si esplicita solo quando si scrivono versi, e i poeti non sono professionisti dell’arte. Sono persone che vivono in un certo modo. Soprattutto sono persone che amano  in un certo modo. Può essere che le circostanze della vita non gli mettano mai una penna in mano al momento giusto, o che i loro versi prendano altre pieghe, altre manifestazioni. Non sono meno poeti per questo.In ogni caso, gli uomini che ho amato io, lo sono tutti.Che culo, eh?