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Dell'amore e altri demoni


Di questi tempi rifletto molto sulla natura dell’amore. Forse l’aver rievocato Emily Brönte, che insieme a un’altra Emily ancora più grande è stata per anni il mio nume tutelare, mi rende particolarmente ricettiva. Otretutto non è che per farlo sia obbligatorio avere vent’anni. I vent’anni non sono fatti per riflettere, sono fatti per fare cazzate. Su cui rifletterai successivamente.Per farla breve. Una cosa mi sembrava di averla assodata tempo fa con la vostra benedizione. Ed era: in amore la tentazione peggiore  è quella di rendere l’altro bisognoso di noi, mentre l’obiettivo più ambizioso è quello di volerlo completamente indipendente.In seconda posizione tra le cose peggiori che si possono fare in amore secondo me viene questa: aspettarsi che l’altro ci ami secondo un certo protocollo  e concludere che se l’amore che ci viene offerto non è di quel tipo, allora in effetti non è amore. E dillo che non mi ami. Almeno dillo. Abbi questo coraggio. Non prendermi in giro. Cose così insomma. Le abbiamo pensate tutti prima o poi, no?Questa è una cosa rischiosa. Scivolosa. Sdrucciolevole. Perché è insindacabilmente vero che tanta gente quando smette di amarti in effetti non ha il coraggio di dirtelo perché non vuole ferirti. Poi, sia detto per inciso, io trovo sempre buffissimo il modo cui molte persone che non hanno il coraggio di ferirti parlando, ne  hanno a carrettate per ferirti agendo. O tacendo. O latitando. O sparendo. O mentendo. O simulando. E potrei star qui a ballare come una baccante coniugando gerundi per ore e ore, ma ve lo risparmio, chè credo il punto sia abbastanza chiaro. Per cui in effetti quando ti ritrovi a pensare frasi del tipo: almeno dillo che non mi ami più, qualche volta è piuttosto vero. Tragicamente vero. Ed è una cosa che bisogna affrontare.Il punto però è che qualche volta non vuol dire sempre. Certe volte invece è solo la soffocante proiezione sull’altro dell’amore immaginato che abbiamo imparato ad aspettarci. Uno che mi ama deve fare così. E se non fa così posso solo concludere che non mi ama.  Onestamente è una versione davvero troppo semplicistica dell’amore. Che oltretutto ci espone a un rischio molto brutto. Di perdere l’occasione di farci amare in un modo nuovo, imprevisto, che non corrisponde a nulla di ciò che abbiamo già sperimentato. E che potrebbe davvero sorprenderci.In questa come in molte altre cose nella vita forse ci vuole un po’ di temerario coraggio, e quel minimo di fegato necessario per esercitare il beneficio del dubbio senza perdere la testa. Anche perché sennò sono buoni tutti.