middlemarch

In absentia dominae


Io vi adoro. Adoro il fatto che mentre sono fuori in missione a Milano, voi ve ne state qui da me stravaccati sul divano a parlare d’amore e di cioccolato, di passione e di sesso, di tristezze passate e di revanscismi regionali. Leggendovi al mio ritorno stasera mi sono immaginata la scena virtuale. Vi vedevo con gli occhi della fantasia in un salottino molto art decò, con le statuine affusolate alla Ertè, i tendaggi di broccato alle finestre e le stampe settecentesche alle pareti. La stanza piena di fumo e dell’odore di incenso, il tavolo carico di bottiglie piene di liquido ambrato – rum forse, o porto, chi lo sa, quello che preferite – e dappertutto – sul divano, sui tavoli, sul pavimento, fra i tendaggi e sotto i tappeti - uno sterminio di carte e cartine lucidissime di tutte i colori: i residui della cioccolata che ha fatto da sfondo alle vostre considerazioni sulla vita e sull’amore, mentre io mi facevo in treno 200 chilometri a andare, 200 a tornare.Una scenografia baudelariana molto fin de siècle. Un trionfo di spleen all’amatriciana in chiave digitale. In ogni caso, uno spettacolo bellissimo.Mi fate felice. Tornate quando volete. Ormai la strada la sapete, le chiavi sono sopra lo stipite della porta, e sullo zerbino c’è scritto: mi casa es tu casa.