middlemarch

Càpita


Un po' la mia metafora esistenziale. La fuga dal conflitto. A vedermi non si direbbe mai. Non sono il tipino fragile e minuto, e per 35 anni mi sono beccata a vario titolo l'accusa di essere verbalmente aggressiva in modo pernicioso.Ma la verità è che a me il conflitto fa male, un dolore fisico, e mi obbliga a prendere le distanze dalle persone. Una cosa che odio. A me non frega di sembrare una sottile intellettuale, non frega di imporre delle idee, non frega troppo nemmeno dell'affermazione del mio ego. Non perchè sia vero in assoluto, ma perchè non ho bisogno di un blog per questo. Non me ne frega una mazza nemmeno di quelle due scarpe rosse che pure mi diverto molto a indossare. A me frega delle persone, e per derivazione, dei loro sentimenti. Me ne frega talmente tanto che me ne sbatto perfino di sembrare troppo sentimentale.Siccome credo nella libertà assoluta non mi permetterò di chiedere niente a nessuno. Non vi chiedo di andare d'accordo (ci mancherebbe, siete mica i miei alunni), nè di moderare i toni, e neppure di tenere per voi le vostre opinioni. Se non le posso più ascoltare non vedo cosa ci resto a fare qui. Per me la cosa principale è che continuiate a dire quello che volete. Con me o contro di me.Se ve ne andate, mi mancherete. Se restate, ne sarò molto felice. Se io mi assento, dipende solo dai miei limiti caratteriali. E che Dio mi fulmini dove mi trovo se mi capiterà mai più di postare una mia foto. Per cui nell'ipotesi che qualcuno di voi sia qui esclusivamente per farselo tirare, sarà il caso che cominci a lavorare alacremente di fantasia. Da oggi i miei post saranno orientati quasi esclusivamente verso la letteratura agiografica altomedievale. Voglio proprio vedere se ve lo faccio tirare anche così, brutti pervertiti.