middlemarch

Middlechristmas


Qualcuno s'è fermato sulla porta con una mano sullo stipite e l'altra appoggiata leggermente alla maniglia. Ha dato un'occhiata, mi ha sorriso, ha lanciato un bacio sulla punta della dita, poi ha richiuso discretamente e se n'è andato via. Secondo me non sarebbe stato difficile fare un passo in più ed entrare, ma non posso vivere la vita degli altri e non ho alzato la voce per chiamare il loro nome.Qualcuno invece è entrato a passo deciso e s'è buttato in poltrona, appoggiando i piedi sul tavolo con una compiaciuta arroganza che ho adorato. In certi casi s'è spinto a condividere i miei gusti in fatto di arredamento, in altri non ha nascosto le sue perplessità. Ce n'è uno in particolare che non s'è limitato a esprimere un dissenso: ha fatto volare i quadri dalla finestra e fracassato i vasi di vetro colorato con una sua scientifica, imperturbabile calma zen. Ma perfino con lui, alla resa dei conti, mi sono fatta delle gran risate e due o tre discussioni sui massimi sistemi che hanno cambiato di segno al mio senso dell'amore.Con qualcuno mi sono rotolata sul divano in certi pomeriggio di inverno che a ripensarci oggi mi vengono ancora i brividi, e non è per il freddo. Qualcun altro aveva le idee molto chiare su come avrei dovuto vivere la mia vita, e m'è toccato disilluderlo perché sono orgogliosa delle mie cazzate tanto quanto delle cose per cui verrò ricordata, mentre mi sarei vergognata di quelle fatte a nome suo senza distinzione sia nel primo che nel secondo caso. C'è stato chi m'ha promossa madonna angelicata per fare di me lo scopo della sua vita, e m'è toccato disilludere anche lui. Mi arrampico con te sulle peggiori ferrate, ma non mi chiedere di fare da contenitore per la tua anima, perché la vita ha indubbiamente sempre un senso ma tu sei l'unico responsabile delle tue risposte.Uno, e uno solo, ha costeggiato ogni tratto del cammino, perfino quelli che ho fatto sola, prima di incontrarlo, e non m'ha messo mai i bastoni tra le ruote, né l'ho visto una sola volta farmi scontare l'arroganza di un passo avanti o accontentarsi di uno indietro.L'unica cosa che vorrei dire è che al contrario di quello che si potrebbe pensare solo perché ho il vizio di frequentare tempi e modi assoluti, qui c'è sempre spazio. C'è molto spazio. Nessuno si deve sentire obbligato ad uscire. Nessuno sbiadisce col tempo. Nessuno viene destituito. Non ci sono amministratori a cancellare nomi dal citofono o facchini a rimuovere il segno di un passaggio inopportuno. Lo dico soprattutto a quelli che non riescono a crederci. Perché è Natale, e a Natale si può fare lo sforzo di accettare anche qualche pretesa impossibile. Del resto dire se sia davvero impossibile o meno, è qualcosa che spetta al talento della mia ambizione e non al limite del vostro giudizio.Lo ripeto, a chi ha orecchie per intendere e ai sordi. Qui c'è spazio. E' un'entrata senza uscite, un pieno senza vuoti, una forza non soggetta all'entropia. Scegliere di passare oltre è una vostra decisione che non discuterò. Scegliere di uscire spontaneamente è un'opzione che sarà sempre praticabile. Io non ho pretese e non ho dichiarazioni da rilasciare se non questa: che c'è spazio. Ed è un luogo sicuro.