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Il re taumaturgo


Ascolto con progressivo smarrimento l'elenco dei festeggiamenti previsti per l'insediamento del presidente eletto. Quattro giorni di celebrazioni. Quattro. Accipicchia, che inno al low profile. Manco il carnevale di Venezia ai tempi del Tiepolo. Ma non sarà un filino troppo? Soprattutto, non sarà un filino inappropriato date le circostanze planetarie? Sento dire che perfino l'esercito israeliano si sta consumando le ginocchia per smobilitare a razzo da Gaza in tempo per far adagiare al suolo tutto quel polverone a favore di telecamera. Accipicchia. Nient'altro? E per un favorevole allineamento planetario non c'è proprio nessuno che si muova? Che si deve fare da queste parti per avere una stronzissima cometa che solchi i cieli in concomitanza con l'insediamento? Sarà poi tanto difficile porca paletta?A me Obama non è antipatico per partito preso, se non altro perché è nero, e ammesso che a titolo personale finisca per non combinare niente di buono, almeno potremo dire che sarà servito a una buona causa. Però ho la sensazione che in una democrazia, diversamente da una qualsiasi altra struttura governativa a titolo ereditario o comunque non elettivo, il succo del discorso dovrebbe essere appunto che, ammesso che ci sia qualcosa da festeggiare, le bandierine le sventoliamo dopo, e non prima. Quando c'è qualcosa da valutare. Quando ha senso esprimere un giudizio. Prima semmai capisco che tu possa avere voglia di andarti a prendere una pizza al take away con la famiglia e gli amici, e aggiungerci, chessò, un bottiglione di champagne californiano per festeggiare. A titolo privato però, e nel contesto dei tuoi affetti più cari.Ma che la tua nazione senta la necessità di festeggiarti anticipatamente in questo gigantesco baraccone spontaneo e caloroso come l'iceberg del Titanic, a me lascia abbastanza perplessa. Non lo so. E' proprio l'avverbio che mi indispone.Prima. Ma prima di che?