middlemarch

Addio monti sorgenti dall'acque


Ieri sera Gianni Riotta si è congedato dai telespettatori del tg1 a conclusione dell'edizione delle 20, e ci ha lasciati con un ultimo editoriale che m'ha sconvolta più di quanto non sia riuscito a fare il telegiornale da lui diretto in questi ultimi anni. Notevole, davvero, perché c'erano tutti i presupposti per credere che il record sarebbe rimasto imbattuto. Ci  avevo pensato giusto qualche giorno fa, prima ancora di sapere che il direttore stava per andarsene, osservando attentamente un'edizione media pre-terremoto che apriva con vaghi richiami di politica nazionale ed internazionale - mai mai a lungo, a malapena i primi 6 o 7 minuti, perché altrimenti, si sa, lo spettatore medio s'annoia e trasvola verso altri lidi - seguiti da un ignobile cumulo di inutili cazzate in rigoroso incremento di demenzialità. Un pastone che metteva insieme il peggio del materiale di scarto recuperato dalla rete da una solerte schiera di redattori segaioli, insieme all'inchiestina sull'inspiegabile emergenza del rincaro-peperoni fatta raccogliendo il parere della massaia in transito al mercato di Ponte Milvio, più il richiamino gossip vipparolo alla solita smutandata-in-uscita-col-nuovo-film, o smutandata-che-si-droga, oppure smutandata-che-tenta-il-suicidio, o smutandata-che-adotta-bimbo-in-malawi-e-chiamalo-adottare-quando-in-realtà-lo-carica-e-lo-prende-su-come-al-despar-tanto-come-la-fermi-una-star-in-malawi-che-lei-da-sola-c’ha-un-patrimonio-che-è-il-doppio-del-prodotto-interno-lordo? Con l'inevitabile chiosa: per chi cazzo prega il papa oggi? Una voce che credo compaia proprio di default sulla scaletta.  il prestampato modulare esce così dal computer: in alto la data, e sotto  il papa prega per, +  3 puntini di sospensione. Tanto vuoi che oggi non preghi per qualcuno? E allora diciamoglielo, no? Ché l'italiano medio ha bisogno di sapere, e se nella quiete degli affetti domestici nel corso del post prandium serale non gli dici per chi ha pregato il papa, gli si blocca la digestione e poi gli tocca passare tutta la nottata in preda al reflusso gastroesofageo.Il congedo di Riotta, a parte alcune perle che rilevo essenzialmente per il gusto di cagare il cazzo più che posso (un monaco buddista ci ha parlato delle sofferenze del suo popolo: che popolo? Il buddismo è una nazionalità? E come si chiama il paese: Buddia? Buddaland? Buddacity?) è un trionfo di lecchinaggio che sconcerta perfino i cultori olimpionici di pelo sulla lingua. Lo straordinario pubblico del tg1? I tuoi dieci milioni di spettatori dell’altra sera, Riotta, quelli che ti vantavi di aver inchiodato di fronte allo schermo, sono il 15% dell’intera popolazione italiana. La popolazione italiana che tasso di stronzi avrà, anche a voler essere ottimisti? Diciamo il 30, il 35%? E allora vuol dire che quasi 3 di quei 10 milioni di spettatori sono verosimilmente degli stronzi che non esiterebbero a fare – e che in piccola parte probabilmente fanno – cose turpi e per giunta a goderne. Che vuol dire lo straordinario pubblico del tg1? Io semmai posso dire: lo straordinario pubblico di questo blog, ma perché siete tipo 10, vi conosco quasi tutti uno per uno, e so cosa valete. Tu no invece, Riotta, tu non te lo puoi permettere, meno che meno con quel gesticolare patetico che hai fatto alla fine per agevolarci il moto commotivo, quello che devi avere provato per giorni e giorni allo specchio, quello con cui indicavi a favore di telecamera: tu, tu, e anche tu. Che indegna pantomima, che tristezza, che squallore immondo questo richiamo alle frattaglie gastrointestinali dell’emozione. Manco all’asilo ci sarei cascata, manco al nido.Si congedi direttore, e faccia in fretta. Porti via i suoi stracci dalla scrivania. Tanto sappiamo bene che al posto suo non ce ne manderanno certo uno migliore. Ma in questa corsa al ribasso, in questo descensus averni che è ormai ogni nuovo aggiornamento della prognosi della nazione, abbiamo imparato a godere da matti almeno delle piccole cose. Lei si toglie dai piedi: per le nostre milze ulcerate è già un buon risultato.