middlemarch

Who cares?


Quest'inverno mi è capitato di fare una lunga chiacchierata su Skype con mio fratello e non so perché mi è tornata in mente oggi all'improvviso. Non ricordo bene da dove siamo partiti ma so che a un a un certo punto, mettendo insieme un ampio numero di esperienze pregresse e una certa quantità di maestri incontrati lungo la strada, abbiamo concepito questa specie di sintesi zen dell'esistenza:se le cose vanno bene, ne godiamo. Se vanno male: chissenefrega. Quando sei costretto dalle circostanze a fare qualcosa che odi: chissenefrega.Quando il tuo Superego caga il cavolo rigirando il coltello nella piaga dei tuoi sensi di colpa: chissenefrega.Quando sbagli, quando cadi, quando ti fai male, quando piangi, ma al limite anche quando ridi, e quando ti dimentichi per cosa avevi voglia di piangere o di ridere: chissenefrega.Come va, va. E va bene così. Sembra stupido ma non lo è. E non è neanche facile. Non ha niente a che vedere col nichilismo, con la rinuncia alla felicità, e nemmeno con la tabula rasa del desiderio per eccesso di sconfitte a tavolino. Macché. E' una variante cazzona dell'accettazione, ma in una versione più alla portata di quelli come noi che sono ancora parecchio distanti da una parvenza di illuminazione.Ho deciso che proverò. Magari funziona. E se non funziona: chissenefrega. Ma secondo me funziona.