middlemarch

Io comunque procederei con il dibattimento


Anche se mi condannano non mi dimetto.Guardi, mi consenta, non c’è bisogno che lo dica, lo sappiamo benissimo anche da soli. Un po’ perché, come sempre accade con  i sociopatici, la convinzione che la frattaglie intestinali del suo fulgido destino debbano essere di paradigmatico esempio per gli altri, e l’abitudine conseguente a renderle pubbliche, ha fatto si che qualsiasi italiano ormai anticipi le sue mosse e senta di conoscerla come manco mamma Rosa ai tempi della sua scapestrata gioventù. E un po’ perché è da parecchio tempo ormai che nessuno si illude più di vederla sbaraccare in modalità lecite e compatibili con la natura di un paese democratico. Cosa che del resto, finché lei resta in carica, costituisce un evidente ossimoro costituzionale. Le possibilità ormai si riducono a due: la rivolta dei Soviet o la Grande Mietitrice. Alternative non se ne vedono.Malgrado questo però, se c’è anche solo una minima chance che si realizzi lo scenario che la vede inchiodato alle sue responsabilità con tanto di sentenza formale depositata agli atti, ecco, confesso che mi piacerebbe leggerla prima di morire. E’ una mia piccola debolezza. Sarebbe una di quelle cose che mi piacerebbe rubricare sotto la voce: eventi che mi hanno dato una porca soddisfazione. Un godimento con ricadute masturbatorie, lo ammetto. Ma quando un uomo come lei sceglie consapevolmente di incarnare tramite Divina Unzione la metafora del leader fallocratico, poi deve saper accettare con dignità il fatto di ritrovarsi in dotazione un popolo di onanisti.