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Gli uomini sono strane creature


Un amico che amo mi ha scritto una mail parlandomi delle donne della sua vita. Di quelle che ricambiano il suo amore e lo desiderano. Di quelle che non ricambiano il suo amore ma lo desiderano come le altre. Di quelle che nemmeno lui ama, ma che desidera, e da cui è ricambiato. Nel complesso è emerso un quadro piuttosto fortunato. Un uomo che non si annoia, diciamo. E sia chiaro – lo dico perché con me si finisce sempre a pensar male – che non mi riferisco solo alle ricadute empiriche del desiderio. Abbiamo un età, il mio amico ed io, che ci permette di scardinare diversi luoghi comuni su questo argomento. Il sesso è importante, non si discute. Ma se non sai fertilizzarlo col desiderio, e non hai capito che il desiderio è una cosa alimentata dalla mente, perdi il tuo tempo passando i pomeriggi a sfiancarti di  addominali in palestra, visto che non c’è niente di meno erotico di uno stomaco piatto innervato da terminazioni che si collegano a un’area corticale abbandonata da Dio.E insomma delle tante e belle cose che ha scritto, una in particolare mi ha colpito. Mi ha parlato di amori che virtualmente avrebbero potuto essere catalogati sotto diversi profili. Il più significativo era questo: quelli in cui la distanza fa soffrire, e quelli in cui invece non ha significato, perché si concretizzano solo in presenza fisica uno dell’altro, e quando non si può essere presenti semplicemente non esistono, o si convertono in una relazione di altro tipo.E’ una differenza molto significativa. Perché sulla carta, all’apparenza, il secondo tipo di amore sembrerebbe migliore del primo visto che non fa soffrire. Prendi solo quel che c’è di buono, e abbandoni senza rimpianto il lato che devasta, quello che scava, lacera, ustiona, quello che fa solchi e ti cambia l’umore, quello che come l’ultimo dei vigliacchi approfitta dei tuoi stronzissimi circuiti a feedback frutto di milioni di anni di evoluzione, e in qualsiasi momento della tua giornata, qualsiasi cosa fai, a qualsiasi impegno assolvi, in qualsiasi faccenda ti impegni, ti riporta sempre lì, senza preavviso, a precipitare a spintoni nel ricordo di una presenza che ti manca come l’aria. E non ci sono scappatoie. Quella è la prima cosa a cui hai pensato aprendo gli occhi la mattina, e quella sarà l’ultima su cui li chiuderai la sera. Finché non passa. Perché prima o poi passa. Ma finché non si decide, sapere che accadrà è solo nozionismo accademico. Un po’ come la plastica sul fuoco. Per bruciare brucia, ma scalda un cazzo. E oltretutto puzza.E invece non è mai così che vanno le cose. Di norma l’amore rilassante non è quello che preferiamo. E’ quello dell’altro tipo, Attila l'Unno. Vai a sapere perché.  Ah Orazio, sono cinquecento anni che non faccio che ripetertelo! Ci sono più cose tra cielo e terra che nella tua filosofia…