Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

 

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Radici resistenti

Post n°709 pubblicato il 26 Settembre 2011 da middlemarch_g
 

La signorina Silvani in un supermercato di via Cassia, altezza Casal Saraceno, che restituisce un sacco di patate perché arrivata a casa l'ha trovato aperto.

Il casello della Roma-Fiumicino in entrata, poco dopo le dodici di un pomeriggio lavorativo, privo di casellante atto ad erogare manualmente il resto, con conseguente obbligo a transitare dalla macchinetta che amplifica i tempi per il pagamento dai 50 secondi ai 5 minuti a testa circa. Macchine davanti a te: più o meno venti. Procedere con i conteggi del tempo di attesa.

La macchina parcheggiata sul marciapiede con tutti i crismi della regolarità sacramentale, non fosse per il dettaglio di causare pericolo di vita a decine e decine di persone costrette a scendere sul ciglio della strada e farsi sfiorare dai veicoli in transito, mentre il vecchietto che ci precede gli controlla il tagliando di assicurazione e poi scuote la testa guardando verso di noi: è regolare. Nun è scaduto. Non l'hanno abbandonata e manco rubata. Nun se possono chiamà i vigili per falla rimuovere.

Mio marito - mi accompagna almeno una volta l'anno e mi frequenta dal '96 - col gomito fuori dal finestrino e l'aria serafica in mezzo al caos tracimante di corso Francia, che interrogato pacatamente per sondarne l'umore e la capacità di resilienza all'Urbe, risponde: macchè, tanquilla. Ormai lo so. Quando arrivo qua mi setto in modalità Roma. Dopodichè torna tutto perfettamente a posto.

Quei due o tre giri a vuoto nel quartiere dove abita mia zia - di cui non riesco a riconoscere il palazzo, anche se si tratta di una zona che vedo spesso in tivvù dai tempi di Marrazzo: via Cassia, dalle parti di via Gradoli - costeggiando in macchina a passo d'uomo le facciate degli edifici papabili,  avendo quindi il tempo di osservare la peculiarissima fetta di varia umanità che convive a contatto di gomito nella zona: romani arricchiti, filippini inurbati, e transessuali senza un'ombra di trucco e parrucco che vanno a fare la spesa. E se trovate tre categorie più distanti antropologicamente, fatemelo sapere che approfondiamo il tema con qualche espertone del settore in esubero a L'Italia sul 2, che tanto lì ce n'è sempre d'avanzo. Mia zia giura anche sull'altissima densità di puttane, ma si vede che quelle non vivono nel quartiere e di giorno se ne tornano a casa loro, oppure che col look Oviesse non si distinguono dalle romane arricchite, perché a colpo d'occhio non sono discriminabili dal resto.

L'ingresso in un bar di quartiere per fare colazione seguito dalla richiesta: un cappuccino e un cornetto, grazie, al posto di quella straminchia di briosche. Che qui, seddiovuole, nessuno si sogna mai di chiedere. Perché per capire ti capiscono lo stesso, ma chi cazzo ci tiene a passare per una mezzafiga diretta alla settimana della moda in stopover per Malpensa?

La mezzanotte surreale a Ponte Milvio sabato sera, con il rallentamento del traffico all'altezza degli ingressi all'Olimpico, seguita dalla paralisi totale appena duecento metri dopo giusto al centro della piazza, sotto gli occhi di una trentina di vigili che bloccano una carreggiata, mentre su quella opposta transita per almeno 20 minuti un numero incalcolabile di moto senza nessuna similitudine di dimensione, peso, età o cilindrata. E non lo dico io, che conosco le moto quanto la discendenza filologica dei codici del Beowulf. Non avevano niente in comune se non il fatto di correre su due ruote. Per cui, se era un raduno, la domanda è:raduno de che? E a mezzanotte? Sul Lungotevere? Che altro ancora? Era talmente surreale che mi aspettavo di vedere cadere i pezzi del satellite americano in disfacimento proprio davanti al cofano della mia macchina, e in mezzo al fumo materializzarsi il coniglio mannaro di Donnie Darko. A tutt'oggi non sono ancora sicura che non sia stato tutto un sogno e che svegliandomi domattina non mi tocchi scoprire che sono morta l'altroieri senza neppure rendermene conto.

Roma. E' così. Non c'è niente che si possa fare per cambiare questo stato di cose. Fatevene una ragione.

 
Rispondi al commento:
middlemarch_g
middlemarch_g il 29/09/11 alle 16:31 via WEB
Si credo ci sia anche in Wallace e Gromit. Ma tu quello di Donnie Darko come lo chiami?
 
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