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Quelli che ci portarono Edipo in casa e Narciso nello specchio del bagno

Post n°724 pubblicato il 16 Ottobre 2011 da middlemarch_g
 

Ieri ho visto A dangerous method e devo dire che non mi è dispiaciuto. Tenuto conto che di norma Cronemberg mi dà l'ansia, e la Knightley mi urta il sistema nervoso fino alle fibre corticali più intime, non mi pare un cattivo risultato. Date le premesse, non ero sicura che sarei andata a vederlo, e se alla fine ho deciso di farlo c'è un solo motivo. Perché si parlava di Freud e di Jung. Oltre che della Spielrein, che anche lei, nel suo genere, era una tipa interessante.

Comunque, nel complesso il film mi ha suggerito due riflessioni:

1. Considerando il livello di repressione integrale che veniva imposto alle donne, per lo meno al di sopra di una minima soglia di livello sociale, io non mi soprendo che ci fossero molte isteriche. Mi sorprendo che non fossero tutte isteriche. Dalla prima all'ultima.

2. Al posto della Speilrein, e ammettendo che Jung assomigliasse davvero a Fassbender - cosa che le foto d'epoca confermano - avrei provato a scoparmelo anch'io. Non tanto perché lo trovi particolarmente attraente. Proprio solo per togliermi il gusto di cancellargli quell'espressione dalla faccia. Quel viso da cloroformio. Quell'assenza di partecipazione da impresario di pompe funebri. Al limite anche solo per vederlo spettinato, ecchecazzo. E' che da sempre faccio una fatica bestiale a conciliare le idee assolutamente eretiche di Jung, con quella faccia svizzera che è la quintessenza svizzera di svizzero tra gli svizzeri. Di fronte alle sue foto - ma anche ieri per tutta la durata del film - mi viene sempre da dirgli: rilassati, Carl. Dài, siediti lì, togli quella scopa dal culo. E smollati una buona volta.

Comunque. Una buona occasione narrativa per ribadire che Freud ha avuto i suoi limiti, come qualsiasi altro essere umano. Però cazzo ragazzi se ha rivoluzionato la nostra vita. Tipo la Rete. Ma molto prima dell'html.

 

 
Rispondi al commento:
lupopezzato
lupopezzato il 18/10/11 alle 18:36 via WEB
Freud e Jung, idraulicamente parlando, non sono il mio campo. Mi soffermo invece sul fatto che, come dici, la Rete ci sta rivoluzionando la vita e siamo appena all’inizio della rivoluzione a cui inevitabilmente, e per fortuna, condurrà. Intanto è anche da dire che a tanti, e sempre per fortuna, anziché rivoluzionargliela, gliela sta rovinando. Il sistema politico che, ad esempio, viene messo in discussione e sputtanato in real time oppure il sistema giornalistico che da casta ed unico possessore della penna e della notizia, si trova improvvisamente a leggere le news scritte dalla gente prima ancora di riuscire a scriverle lui stesso. Televisioni e giornali che ricorrono sempre di più ai video di YouTube per raccontare cose che la gente ha ormai già digerito. Un sistema mediatico che soffre sempre più maledettamente la Rete. Quella Rete che racconta le cose con la velocità con cui avvengono e sempre più spesso ormai con modi e stili da fare invidia. Non per nulla, il tuo blog per taglio, richiami culturali e stile, potrebbe essere una rubrica fissa di Repubblica o del Corriere. La Rete è appena ai primi vagiti in termini di rivoluzione e, sono convinto, che essa sia, potenzialmente, il più grande Open Source esistente. Ed a quello si arriverà.
 
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