Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

 

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Quanta strada nei miei sandali

Post n°805 pubblicato il 12 Settembre 2012 da middlemarch_g
 

Ogni famiglia ha le sue ritualità. Nella mia ad esempio, il marketing turistico compete a me. Faccio tutto io: scelta della destinazione finale, prenotazione mezzi di traporto, eventuali stopover, itinerario in loco, e quant'altro consenta a mio marito di disinteressarsi integralmente della faccenda fino a 48 ore prima della partenza, e poi chiedermi col più serafico dei suoi sorrisi: allora, amore: quest'anno dove si va?

Non me ne lamento. Non se ne lamenta neppure lui. E' uno sporco lavoro che faccio bene, quando ho tempo, e che lui farebbe a cazzo, oltre al fatto che di tempo non ne ha. Per cui, giocoforza, è proprio uno di quei casi in quei ci incastriamo alla perfezione.

Però quest'anno è andata diversamente. Perché a me il tempo è mancato. Dovevamo partire domenica prossima, e fino a ieri non avevamo ancora nemmeno individuato il continente. Manco un'opzione approssimativa del tropico prescelto. Zero carbonella. Non solo. I miei impegni pressanti insistono fino al prossimo venerdì, il che rende ancora più rischiosa la faccenda, perché va bene che è settembre, va bene la crisi, ma insomma qualche rischio di full booking a questo punto c'è.

E insomma, dalla metà della settimana scorsa abbiamo cominciato a considerare l'opzione trucidona come l'unica percorribile a questo stadio della faccenda. Perché se il rischio che corri a prenotare un albergo tre giorni prima è che poi non trovi il volo per le stesse date, e se il rischio che corri a prenotare un aereo è esattamente l'opposto, in effetti non c'è che una soluzione: l'acquisto del pacchetto.

Siamo arrivati a questa conclusione con la stessa gaiezza di due cani bastonati. Perché uno non vuole essere razzista. Ma sa già in partenza che se c'è una circostanza che solleticherà oscenamente la parte peggiore di lui, è esattamente questa. Quella serie di dinamiche relazionali che comincia con un volo charter e finisce in un villaggio vacanze. Hai voglia a dire che basta sottrarsi ad ogni occasione di socialità. Una cosa così ci ammazza, e lo sappiamo in anticipo.

L'altroieri sera ci siamo messi a sfogliare cataloghi con un'attititudine repulsiva e un'espressione penitenziale che sembravamo due monaci cistercensi in quaresima, inginocchiati in penitenza sulle coccette delle noci. Le foto erano anche belle. Ibiza. Formentera. Mykonos. Diociscampi Marsa Alam. Ma quando ho letto che la formula All Inclusive prevede anche, oltre i 3 pasti al giorno, due spuntini a buffet dalle 11.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 16.30 ho pensato: non ce la posso fare. Ma le stanze le fate direttamente con affaccio cucina per risicare secondi preziosi anche sugli spostamenti? I camerieri cominciano a gettarti cibo nelle fauci mentre tu fai la parte dell'otaria già attraversando i corridoi che ti portano in sala? Cioè: quanto tempo ti resta per andare al mare, se prevedi di intripparmi ininterrottamente per il 75% delle ore di luce della giornata? E gli animatori che vedo qui ritratti nello splendore delle loro tartarughe addominali, che li prendete a fare? Per aiutarti a mandar giù la pajata con esercizi respiratori appositi? Perché da come la vedo io, tempo per le attività non è che ne resti molto. In compenso il cuoco italiano c'è, ci mancherebbe. Il cuoco italiano è qualcosa senza cui non si può nemmeno pensare di partire. Dovesse prenderti all'improvviso una diverticolite da carenza di linguine, macchescherzi? Occorre essere pronti a tutte le occorrenze.

Dice: quanto la fai lunga. E tu non mangiare. Mica ti infilano il cibo giù con l'imbuto. Non c'è dubbio. Ma è evidente che quello che alcuni considerano degno di appettibilità vacanziera, per me è una roba insensata. E ne deduco perciò che tutto quello che conta, sarà invece tragicamente assente.

Siamo rimasti mesti e cupi per tutta la serata. Non ci ha sollevato seriamente nemmeno la visione di Sideways, che di norma rivediamo sempre con lo stesso delizioso piacere della prima volta.

E alla fine mio marito ha avuto un'idea geniale. Ha detto: ma la Costa Azzurra sarà tanto lontana da qui? Magari ci troviamo un alberghetto senza pretese, e, chenesò, andiamo a Cannes. Così il volo non ci serve e dobbiamo rimediare solo un tetto sulla testa. Detto fatto abbiamo aperto booking.com, fatto qualche giro, controllato le distanze - che sono risibili -  individuato il posto giusto e via. Andiamo a prendere il solo sulla Croisette per una cifra che all'Elba non ti danno manco una rimessa per gli attrezzi male in arnese!

Poi oggi - già molto soddisfatta di mio - me ne vado sul blog della Poison e leggo questa cosa qui. E lì ho la conferma di aver fatto la scelta più saggia. Perché lei è una donna di mondo. Può farcela e uscirne vincitrice. Ma io non avrei potuto mai.  Sono assolutamente sicura.

 

 
Rispondi al commento:
viperovip
viperovip il 12/09/12 alle 14:12 via WEB
come ti e come la capisco... mi vergogno anche un po', in 21 di carriera ho contribuito aspargere per spiagge meravigliose orde di cavallette "leinonsachisonoiohopagatoevojolaspiaggiaa25,6°cilcaffèdiziapinacorrettomacchiatocaldoapois". Per dire mia sorella è andata a Paros e s'è dovuta portà il caffe Kimbo da casa, perchè lì non si trova e si beve solo quello... Ma ci estingueremo presto, spero ;o)
 
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