Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

 

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Antigone alla guerra

Post n°356 pubblicato il 24 Novembre 2008 da middlemarch_g
 

 

Devo averlo scritto da qualche parte un po' di tempo fa, ma più la vedo salire agli onori delle cronache, più mi convinco della mia ipotesi. Mara Carfagna è una figura tragica nel senso drammaturgico del termine. E' una creatura dilaniata interiormente dal peso della sua storia che non può cancellare né può far dimenticare, e che non ha alternative se non scontare il suo destino ogni mattina aprendo gli occhi e indossando l'armatura di ministra con la grazia di un cilicio istituzionale.

Quando le hanno conferito l'incarico avevo pensato che mi sarei appassionata soprattutto alla carica conflittuale delle cose che diceva, alla potenza di fuoco autodistruttiva con cui lei stessa caricava ogni arma dialettica o giuridica che le passava per le mani finendo per rivolgersela contro le tempie e tirandosi metaforicamente un colpo in testa. Perché tanti sono i conflitti di interesse a cui si presta una storia politica poco trasparente come la sua. Anche mettere il proprio avvocato al Ministero della Giustizia, a suo tempo, è stato un ossimoro di analoga portata distruttiva. Ma come si può non restare colpiti dal contrasto tra gli specifici trascorsi professionali della Mara, e l'attuale incarico governativo? Come si fa a non farsi tirare dentro nel confronto tra un passato da gnoccolona rincitrullita portatrice di tette e culo ma sprovvista della facoltà di parola, al presente di vestale delle Pari Opportunità, tra tutta quella carne scoperta e appetitosa indagata dalle telecamere fin dentro le mutande, e la battaglia ideologica contro la prostituzione? Il conflitto è esplosivo, è insanabile, è ingestibile. Non ci sarebbe stata possibilità di conciliazione neppure con figure di spessore morale doppio o triplo del suo, figuriamoci per lei col suo diplomino di laurea in giurisprudenza e i suoi 8 anni di conservatorio.

Per cui più passa il tempo, più sono portata a trascurare le implicazioni politiche di quello che dice e che fa, per appassionarmi invece alla sua dimensione tragica. Per diverse ragioni: perché sta acquistando progressivamente sempre più peso a scapito dei suoi convincimenti; perché gli esseri umani alle prese con le loro intime motivazioni mi interessano molto di più del contenuto delle motivazioni stesse; e perché ciò che contribuisce a fare di lei un personaggio drammatico è la consapevolezza che lei stessa ha di sé, e che cresce impietosamente contro la sua volontà.

Guardatela nel filmato. Lasciate perdere le cose che dice. Fissatela negli occhi. Confrontatela con gli altri 3000 video su Youtube che ve la mostrano com'era 5 anni fa. La trasformazione fisica è abbastanza impressionante, e non è solo una questione di look. C'è tutta una letteratura mistica dal medioevo all'Ottocento che parla di donne così: quando assumono come missione divina la necessità di farsi prendere sul serio, dimagriscono a vista d'occhio. La magrezza e la capacità di prescindere dalla necessità del cibo sono strategie profondamente assertive da parte delle donne occidentali. Smettere di mangiare è sempre stata una scelta connessa con l'esercizio del potere e con l'autodeterminazione da parte di tutte quelle donne che non  hanno molte risorse di altro genere. Una scelta ovviamente perdente, questo lo capisce chiunque, ma finchè riesci a sopravvivere in effetti ti conferisce autorevolezza. E siccome le donne non sono draghi nell'elaborare strategie sul lungo periodo - se ne parlava appunto la settimana scorsa-  ce ne sono un sacco che lo fanno lo stesso.

E poi gli occhi. Osservate lo sguardo fisso e pallato, accentuato dall'arco delle sopracciglia depilate Non so se sia indizio dell'uso di eventuali sostanze illegali, ma di sicuro lo è del fatto che dorme poco e male, e che il lavorio della sua mente non si ferma mai. Rimugina ininterrottamente sul suo ruolo e le sue scelte, su quello che è e quello che fa, su quello che gli altri pensano di lei e su cosa potrebbe eventualmente fare per evitare che continuino a pensare quello che pensano, del dubbio atroce che perfino chi l'ha messa dove sta - perché state tranquilli che ci pensa anche da sola, e ci pensa continuamente – l'abbia fatto non per il suo reale valore ma solo per avere un bersaglio grosso e succoso su cui attirare i pallettoni del fuoco nemico.

Non è che mi sia diventata per questo più simpatica, sia chiaro. Però è più interessante. Letterariamente interessante, questo si. Sono curiosa di verificare quanto può resistere. Quanto riuscirà a tirare dritto prima di implodere in un carnevale di coriandoli funebri come la sua faccia da prefica della politica avvelenata dal sangue amaro delle sue paturnie. Voglio proprio vedere.

Anche perché onestamente la politica, a parte questo, non è che offra molti altri spunti di interesse.

 
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