Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
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Messaggi di Maggio 2008
Al mio amante che torna da sua moglie. Lei è tutta là. Per te con maestria fu fusa e fu colata, per te forgiata fin dalla tua infanzia, con le tue cento biglie predilette fu costruita. … Lei è così nuda, è unica. È la somma di te e dei tuoi sogni. Montala come un monumento, gradino per gradino. Lei è solida. Quanto a me, io sono un acquerello. Mi dissolvo Anne Sexton In realtà è molto più lunga. Qui ci sono solo l’inizio e la fine della storia. E mi ha colpito come ti colpisce sempre la poesia quando lo fa: passando per il midollo spinale e sbattendosene altamente di comunicare con la corteccia superiore. Si può essere mogli e amanti. Le sceneggiature sono sempre tutte virtualmente disponibili. Poi però solo uno è il ruolo che scegli di assumere come tuo, quello per cui ti senti eletta. E io nella moglie farò sempre fatica a riconoscermi. |
Post n°109 pubblicato il 29 Maggio 2008 da middlemarch_g
Mio marito è un uomo con un travolgente senso dell’umorismo, un po’ per dotazione sua personale, un po’ perché per vivermi accanto è una dote che bisogna sviluppare. Ieri, di fronte al forno, non la finiva più di ridere. E si che aveva fame, povera creatura. Del resto erano le nove meno un quarto e non c’era ancora uno straccio di entità commestibile pronta in tavola. L’ha presa bene, devo dire che l’ha presa bene. Forse per il senso dell’umorismo di cui sopra. Forse perché mi conosce. Forse perché quando si sposa una donna come me si deve essere disponibili a qualche sacrificio – e si noti l’assoluta neutralità del commento. ‘Una donna come me’ vuol dire tutto e niente. Di certo c’è solo la necessità di essere molto spiritosi. Insomma che vi devo dire. Ho fatto una pizza. L’ho messa nel forno accuratamente preriscaldato a 180 gradi. Secondo le istruzioni l’ho lasciata cuocere dieci minuti, non uno di più, non uno di meno. E’ colpa mia se la patina di brina che la ricopriva al momento in cui ho tolto la plastica, mi ha resa inconsapevole del corretto orientamento gravitazionale? L’ho messa al contrario. La pasta in alto, e la parte col pomodoro e il formaggio verso il basso, direttamente appoggiata alla griglia. La natura è matrigna, la forza di gravità ha lavorato duramente contro tutte le mie sacrosante buone intenzioni domestiche. Quando ho riaperto il forno sulla griglia c’era una focaccia secca e bruciacchiata, e sul fondo ribolliva un magma pastoso rosso e bianco che ricordava molto certe immagini della superficie di Marte. Io continuo a chiedermi perché cacchio il dio della cucina si rifiuti così pervicacemente di entrare a far parte del mio pantheon. E Dio benedica l'inventore degli affettati. |
Beppe Grillo ripete spesso una cosa con cui sono sommariamente d’accordo. Non è che in Italia non ci sia libertà di stampa. E’ che non ci sono i giornalisti. Un’ovvietà con la quale abbiamo tutti una consuetudine talmente estrema che forse non vale nemmeno la pena commentarla. O meglio. Di per sé la pena vale sempre – e mai come in questo caso la duplice accezione del termine ‘pena’ si presta ad illustrare il concetto. Il punto è che non è questa la sede opportuna. Va detto che la misura del baratro te la dà il fatto di dover assegnare la maggior parte dei notiziari nazionali alla categoria entertainment pur di fartene una ragione. Ed entertainment di un certo livello, se è per questo. Prendi Studio Aperto. Chi di noi può serenamente affermare di avere visto tutto nella vita senza averci fatto un giro almeno una volta? Poi ci sono i Tiggì che, più che altro per inveterata tradizione, tendi a collocare su un gradino leggermente superiore. Diciamo il Tg1? E vabbè, diciamolo. Tra i giornalisti del tiggi 1, Ida Peritore ha da sempre un posto specialissimo nel mio cuore. Mi spiace non averne rintracciato immagini in rete. Perché magari stentate ad associare il nome alla faccia. Ma di sicuro la conoscete tutti benissimo, perché è un soggetto a tasso pirotecnico surreale. Vista una volta, non la dimentichi più. E’ quella che ha preso il posto di Pionati dopo la sua provvidenziale elezione in Senato – per dire che non si cita mai abbastanza il teorema pirandelliano del Mattia Pascal, quello in virtù del quale risulta accertato che la realtà supera sempre la fantasia – e fa quello che faceva lui, nello stesso identico modo: collazione opinioni parlamentari prese a cazzo, decontestualizzate e icastiche, senza che tutto ciò abbia il minimo contenuto informativo per l’utenza. Serve solo nell’ipotesi in cui lo spettatore sia uno studioso di costume e voglia essere aggiornato, che ne so, sull’evoluzione della messa in piega della Santanchè nel corso della corrente legislatura. Basta. A differenza di Pionati però, che ha quella faccetta da transaminasi a picco capace di precipitarti la pressione sotto i tacchi con la sola imposizione del microfono, la Peritore è una signora piuttosto piazzata, gravemente ossigenata, e soprattutto convinta di poter aspirare ad essere un’icona. Non vi do i dettagli perché sono già stati ampiamente commentati da osservatori più autorevoli di me, e poi perché immagino l’abbiate vista tutti. Vi dico solo che se fate un giro su Google e inserite il suo nome virgolettato vi escono un migliaio di risultati. E non sono servizi giornalistici. Sono prese per il culo. A modo suo io l’adoravo, la Wanda Osiris de’ noantri. Coi suoi foularini pastello, il taglio alla Sandra Milo ai tempi dei fulgori felliniani, la posa plastica di ¾ che l’ha proiettata sull’orizzonte del mito. Per cui è con arcano stupore che da qualche mese ho dovuto prendere una atto della sua inspiegabile assenza. La signora lavora ancora la Tg1. I servizi ci sono, la qualità dell’approfondimento è invariata, l’utilità del suo contributo al giornalismo rimane fissa sullo zero. Ma lei non viene più inquadrata. Neppure per un attimo. Senti la sua vocetta in lontananza a commento di un ignobile cumulo di inutili cazzate, ma quello lo poteva fare chiunque al posto suo e con poco sforzo. Il suo contributo iconico invece, quella che davvero la rendeva unica, pare perduto per sempre. Perché ci fate questo? Perché ce l’avete tolta? Ma possibile che non lo capite che non possiamo più farne a meno? Aridatece Ida! Next episode: Massimo Mignanelli. |
Post n°107 pubblicato il 26 Maggio 2008 da middlemarch_g
Forse questo giardino affaccia le sue terrazze Solo sul lago della nostra mente Italo Calvino Quando non uso parole mie, è perché non ne ho a sufficienza per dare un senso a quello che mi capita. L’ho pensato tante volte in questi giorni. Che a volte abbiamo la fortuna di attraversare giardini stupefacenti, magari perfino più belli di quelli che meritiamo o che ci siamo guadagnati. Ma la bellezza ha sempre una qualità così trascendente che appena volti le spalle ti viene spontaneo cominciare a pensare di averla sognata. L’ho sognata? Non so. So che è vasto il lago della mia mente. E che le sue terrazze sono spesso più seducenti, o più facili da raggiungere, di quelle che affacciano su spazi empirici solo all'apparenza più a portata di mano. |
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