Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi di Marzo 2009

Miracoli del tempura

Post n°475 pubblicato il 29 Marzo 2009 da middlemarch_g

Adesso non saprei spiegarvi esattamente perché, ma a me una notizia del genere mette proprio un'allegria dionisiaca.

Con quella faccetta da ispettore Derrick al sushi, poi...

 
 
 

Esibizionismi

Post n°474 pubblicato il 29 Marzo 2009 da middlemarch_g
 

privacy

Due giorni fa durante un’intervista doppia delle Iene ho sentito Carolina Kostner e il suo fidanzato Alex Schwarzer dire, nell’ordine, che cercano di parlare il meno possibile della loro vita privata, e 30 secondi dopo dichiarare che la prima volta che hanno scopato è stata due giorni dopo essersi conosciuti e che lui può andare avanti tutta la notte. Ci ho fatto proprio attenzione, e garantisco: fra  il composto richiamo al rispetto della privacy e la dichiarazione del primato scopabile, non è passato nemmeno un minuto intero.

Sia chiaro: sono giovani, sani, atletici, e su queste cose sapete bene come la penso. Per me più sesso fanno e meglio è. Può fare solo del bene. Però francamente sono del parere che il concetto di riservatezza andrebbe lievemente ridefinito.

 
 
 

Ma bellezza non si vedeva dagli occhi?

Post n°473 pubblicato il 24 Marzo 2009 da middlemarch_g
 

Ne avevo già sentito parlare. Credevo però che gli avessero assegnato una definizione un po’ più scientifica, e non questa cosetta che sembra un haiku lievemente pornografico. E in effetti ce l’ha. Ha il nome scientifico, e quello poetico. Si chiama LVR, oppure DLV, e perfino G-spot amplification, che è già lievemente più rivelatore, sebbene ancora non squarci completamente il velo del mistero. Ma accanto a queste belle definizioni che dicono poco ce n’è anche un’altra, la mia preferita: Ringiovanimento Vaginale, con la R e la V maiuscole, come si conviene ai costrutti linguistici di potente richiamo astratto, tipo le Idee Platoniche. Che è esattamente quello che sembra: pussy surgery. Mi sono documentata. In qualche caso è un intervento che ha un suo perché, per esempio dopo certi parti piuttosto laceranti. Se dai alla luce un comodino di carne che pesa 4 chili e questo altera la tua capacità di godere del sesso, perché non devi approfittare della chirurgia ricostruttiva? Mi sembra giustissimo. Lì dove però esco completamente di testa è quando mi si dice che: il Ringiovanimento Vaginale può restaurare una forza frizionale ottimale durante il rapporto sessuale oltre a migliorare l’aspetto estetico delle strutture vaginali esterne, conferendo loro un aspetto più giovanile. Testuale, lo leggete anche voi, no? Ho messo il link apposta: conferendo loro un aspetto più giovanile.

Tanti anni fa vidi al cinema un bel film che con gli anni è diventato un po’ un cult, Il declino dell’Impero Americano. A un certo punto una delle protagoniste, una giornalista, ne intervista un’altra, una docente di letteratura antica, la quale le espone una teoria molto interessante, secondo cui la diffusione generalizzata dell’ideale dell’amore romantico è un indizio che segnala il declino di una civiltà. Le civiltà solide, al loro apogeo, e in piena espansione, non perdono tempo con le fregnacce amorose se non per puro divertissèment e per pochi eletti. L’unione di una coppia ha a che fare con urgenze di stabilità economica e riproduttiva, e l’amore non viene neppure messo nel conto. E’ una roba da poeti e da spostati, al limite da gente con molti soldi e niente da fare, non da persone normali. Ma quando si fa strada l’idea del diritto alla felicità personale e quindi all’amore, è segno inequivocabile che una civiltà è andata. Ha iniziato il suo declino. E’ stato così con l’ellenismo, col tardo impero, forse perfino con il romanticismo europeo che ha segnato la conclusione della fase propulsiva della rivoluzione industriale.

Per cui per inferenza ho pensato: se là dove tutti pretendono il diritto di amare c’è una civiltà in crisi, là dove tutte rivendicano il diritto di conferire alla propria patata un aspetto più giovanile, esattamente che tipo di civiltà c'è?

 
 
 

Dead hyppo walking

Post n°472 pubblicato il 24 Marzo 2009 da middlemarch_g
 

hyppo

 

In uno zoo di Basilea nasce un cucciolo di ippopotamo e la direzione decide che bisogna ammazzarlo, altrimenti appena finito lo svezzamento comincerà a darsele di santa ragione col padre per il possesso carnale della madre e questo non si può: spariglierebbe orribilmente l’ecosistema del gabbione ippopotamico, e gli svizzeri col disordine non vanno d’accordo. E vabbè, non è simpatico, ma ha un senso. La cosa bella è che lì accanto c’è la gabbia dei leoni, per cui s’è deciso di prendere due piccioni con una fava. Al piccoletto appena nato non faranno un’iniezione letale perché se ne vada nel suo paradiso tripputo senza nemmeno accorgersene, macché. Lo fanno sbranare dai felini lì accanto, così si risparmia anche sul prezzo della cena.

Qualcuno ha avuto da ridire ma è stato subito zittito. Soliti animalisti del cazzo sempre pronti a intenerirsi con la lacrimuccia. Cosa vi credete che le creature selvagge della savana mangino in punta di forchetta col maggiordomo che gli chiede se vogliono un dessert digeribile presentandogli una ricca varietà di Grand Soleil? No, cari miei. Le crudeli leggi della natura non ammettono mollezze sibaritiche. E io sarei anche d’accordo, non fosse per un dettaglio. Le crudeli leggi della natura in uno zoo? A Basilea? Un posto dove se tiri una cartina per terra in presenza di un vigile ti confiscano i beni e ti ostracizzano sui monti del Jura?

Ma andate a cagare.

 
 
 

Santa ignoranza

Post n°471 pubblicato il 22 Marzo 2009 da middlemarch_g
 

papa in africa

Quando vivevo a Roma lavoravo come guida turistica. Ho cominciato intorno al 1993, cioè qualche anno prima che la bancarotta del governo argentino si trascinasse dietro buona parte del continente sudamericano e riducesse di molto il numero dei pellegrini provenienti dall’America Latina. Prima di quell’evento però, per 4 o 5 anni me sono smazzati a carrettate, ed è stata un’esperienza antropologica unica. A cui mi capita di ripensare in questi giorni quando osservo le folle oceaniche che accolgono il papa in Africa, e sento celebrare in letizia da tutti i media la crescita impressionante di vocazioni e/o conversioni al cattolicesimo di quest’ultimo quindicennio.

Il pellegrino sudamericano medio era capace di sconvolgermi per diverse ragioni. Se ve le dicessi tutte, ne verrebbe fuori un pamphlet esageratamente esuberante per i limiti estensivi di un post, per cui mi limiterò a quello che all’apparenza sembra essere più connivente con le masse festose che accolgono il papa di questi tempi.

Il pellegrino sudamericano mi turbava prevalentemente per il suo talento a sconvolgere ogni pronostico di coerenza evolutiva. Siccome veniva da un continente occidentale del tutto simile al mio - Città del Messico, Buenos Aires, Santiago sono forse più povere, ma concettualmente non tanto diverse da altre metropoli europee - m’aspettavo che certe cose ovvie per me lo fossero anche per loro. Invece no. Era come se della modernità, di quel percorso evolutivo tramite il quale in Europa siamo usciti dal medioevo abbandonando una visione teologica a favore di una scientifica, avessero ritenuto solo il rivestimento esteriore, l’epidermide, la manifestazione visibile. Che si riduce essenzialmente alla tecnologia. Non è che chiamino un esorcista quando vedono un computer in funzione, sanno perfettamente cos’è e se ne servono come me e voi. In questo senso non sono diversi. Ma dentro gli brucia ancora un fuoco irrazionale e superstizioso che qui abbiamo estirpato da due secoli almeno. Ci ho messo anni a capire questa cosa, perché è potentemente contraddittoria e ti obbliga alla convivenza di opposti inconciliabili. Come puoi credere nella scienza - per esempio facendoti curare in un ospedale e non con la benedizione del prevosto - e al tempo stesso evocare con assoluto realismo certe iconografie dell’immaginario demoniaco, che qua abbiamo smesso di prendere sul serio dieci minuti dopo l’uscita della Divina Commedia? Sia chiaro, non credo che tutti i sudamericani siano così. Però ce n’è un numero congruo. E inquietante. Mi ricordo di quel giornalista che mi argomentò dettagliatamente in che modo il Maligno inviava i suoi emissari presso la dirigenza della grande stampa europea facendola convergere verso posizione di sinistra destinate all’eterna dannazione. Non so se è chiaro, non si trattava di una metafora colorita, pareva che mi leggesse un capitolo a caso del Malleus Maleficarum: il demonio con la testa da caprone in sessione plenaria coi suoi tirapiedi: te Belial ti metto al Corsera, Asmoneo lo vedo bene al Times, e l’Angelo Sterminatore, che sa due acche di contabilità, lo piazzo in posizione di rilievo al Wall Street Journal. Oppure quell’avvocato, femmina, che mi rimproverò perché nelle Grotte Vaticane non le avevo fatto vedere il famoso mattone di cui tanto le avevano parlato. Di che mattone mi sta parlando, signora? Le chiesi. Ma del mattone! Il famoso mattone che, una volta sfilato, causa all’istante il crollo dell’intera basilica di S.Pietro. Un mattone? Eccerto, un mattone. Che fa crollare la basilica di S.Pietro? Sissignora. Ora, la basilica di S.Pietro è lunga 180 metri - vuol dire come 2 campi da calcio internazionale, uno dopo l‘altro, per lungo - e larga 90 all’apertura del braccio del transetto. La cupola, dal pavimento alla sommità del lanternino, fa 132 metri di altezza. Come cazzo puoi pensare che esista un mattone, per quanto strategicamente collocato, che tirato via determina il crollo dell’intero edificio? E soprattutto: perché? Per lasciare disponibile al papa l’opzione muoia Sansone con tutti i filistei? Sarebbe un’idea. Primi attiri un’oceanica comunità di orrendi peccatori dentro la basilica simulando di volerti riconciliare - chenesò, per citarne una di cui abbiamo parlato di recente, diciamo gli omosessuali - e appena l’hai rinchiusi dentro come topi, sfili ratto il mattone, e sbadabran! Non dico che li fai fuori proprio tuttitutti, perché credo siano parecchi di più di quelli che potrebbero entrarci, però darebbe senz’altro una severa sforbiciata alla comunità gay italiana. Certo, un’iniziativa dalle complesse ripercussioni, e non replicabile con eccessiva frequenza. Ma insomma è noto che morto un papa se ne fa un altro.

Per concludere. Il continente africano e il Sudamerica hanno una cosa in comune, oltre alla crescita esponenziale delle conversioni al cattolicesimo che in Europa vanno invece in decisa controtendenza, ed è un tasso di analfabetismo sproporzionato. Peggiore in Africa, senz’altro, ma di sicuro pesantissimo anche in Sudamerica. E l’ignoranza è una cosa trasversale e collettiva molto più di quanto si pensi. Anche se individualmente hai fatto un certo percorso di studi - come questi due che ho citato e che erano entrambi laureati - socialmente ti spinge a far rientrare nel computo della normalità, o al limite di ciò che è accettabile, cose che altrove sarebbero inconcepibili. Ne ho sentite mille di eresie così. E questo è terreno fertilissimo al prosperare del cattolicesimo: essere privi degli strumenti per giudicarne la validità. Non tanto del suo messaggio - sul cui merito non voglio entrare - ma dei suoi trascorsi storici, che sono pesanti e che incidono in maniera determinante sull‘interpretazione che ne verrà data. Poi quello che non ti dicono è che una volta convertito ti tocca accettare in blocco tutto il pacchetto: Cristo coi sommi pontefici, la povertà evangelica con lo Ior, la verità vi farà liberi coi vincoli della finta morale da catechismo, la follia paolina col bigottismo peloso delle beghine.

Bastasse il prosperare della fede, gliela passerei, ma il problema non è solo quello. Il problema è che la commistione tra cattolicesimo e ignoranza, da che mondo è mondo, genera mostri.

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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