Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi di Aprile 2009

Corpus iuris incivilis

Post n°497 pubblicato il 30 Aprile 2009 da middlemarch_g
 

giustiniano

Giustiniano e Teodora. Un incipit di un certo rilievo, se permettete. Sono mica tanti i blog che se la tirano così. Mi tornano in mente per alcuni dettagli salienti della loro biografia. Non so se li collocate cronologicamente. Giustiniano è stato l'imperatore romano – prima della sola area orientale, e poi di tutto l’ambaradan ricongiunto Oriente-Occidente  – che ha regnato a cavallo tra la prima e la seconda metà del VI secolo. Prima di arrivare al potere era un funzionario imperiale, mentre Teodora – ah, Teodora! - doveva essere davvero un gran bel tipo se le riuscì l’impresa di partire attrice figlia di un domatore di orsi del circo – che a quell’epoca significava: puttana, né più né meno, e patentata – a basilissa d’Oriente. Un bel saltino concettuale in un’epoca in cui il principio dei vasi comunicanti tra politica e spettacolo era meno scontato di quanto non sia diventato oggi. Lui doveva evidentemente avere un ego sfrenato se concepì una cosa ormai fuori tempo  massimo come riunificare le due parti dell’Impero. E infatti fu un’impresa grondante sangue che diede avvio a una guerra durata 30 anni capace solo di dissanguare le casse dello stato, riconquistare qualche acquitrino paludoso in Italia tanto per raccontarsi la favola dell’avvenuta riunificazione, e poi spirare nelle fogne della storia. Una cosa che ha del comico: Giustiniano morì nel 565. Neanche 3 anni dopo, una mandria di Longobardi incazzati piombò in Italia dalle steppe dell’est e riconquistò tutto quello per cui lui aveva combattuto per l’intera durata del suo regno. Proprio un bell’affare, insomma. Non ha fatto solo questo, si sa. Qualcosa di buono l’ha combinata, ma quello che invece mi è rimasto in mente è l’avere indotto il suo predecessore sul letto di morte a firmare un provvedimento ad personam che gli consentisse di sposare Teodora, cosa che la legge gli impediva data la sensibile differenza di casta. Poi, una volta insediati entrambi sul trono, gestirono con molta furbizia un altro antipatico affare di stato. Lui era devoto alla chiesa di Roma, lei invece aderiva alla setta del monofisismo, cristiani anche loro, ma in un’altra variante patologica condannata dall’ortodossia romana. Siccome erano epoche in cui il mondo proliferava di sette nel nome di Cristo e bastava davvero pochissimo per legnarsi a morte e provocare disordini, la partita doppia spirituale ai massimi vertici del potere faceva contenti un po’ tutti. Giustiniano condannava qualche gruppuscolo di facinorosi monofisiti ai lavori forzati, e Teodora sottobanco li faceva uscire di galera. Uno proscriveva, l’altra perdonava. Così non c’erano malumori e i disordini si evitano con più facilità. Una gentlemen’s agreement molto italiano, se ci pensate.

Per riassumere quindi: una coppia costituita da un egomaniaco convinto di essere l’Unto del Signore che si fa le leggi per suo personale tornaconto e si impegna in opere faraoniche senza costrutto, e un’imperatrice dietro le quinte che prima di sposarsi calcava le scene. Ora chiedo: non vi ricorda qualcuno? Mannò, mannò, dài, maliziosi. Non volevo alludere. E se vi è sembrato che alludessi è perché sono stata fraintesa.

E’ che l’affaire di questi giorni tra Silvio e Veronica mi ha fatto ripensare a tutta la faccenda. In un certo senso è un po’ come per la storia della doppia vocazione religiosa. Lì aderivano a due versioni diverse del cristianesimo, qua fanno finta di avere due visioni diverse della politica, così noi ci appassioniamo al decorso degli eventi e siamo tutti contenti mentre la storia, come di consueto, si fa altrove. Avete notato che in questi anni è bastato che Veronica aprisse bocca per una dire una minchiata qualsiasi – non necessariamente fessa ma di sicuro nemmeno rivoluzionaria, ché al massimo della forma ha partorito solo qualche impercettibile presa di distanza dalle posizioni del marito,  roba che per misurarla ti ci vuole un comparatore millesimale e un tecnico laureato – ed è immediatamente assurta ad eroina degli umiliati e oppressi? Non c’è una volta che qualcuno non l’abbia promossa a paladina dell’opposizione e non le abbia proposto una candidatura. Che dà la misura di un sacco di cose. Come minimo del significato dell’adesione ai voleri del leader all’interno del partito delle Libertà. E’ sufficiente che uno non sia uno schiavo allineato e totalmente compiacente perché per l’opposizione diventi un eroe delle schiere girondine. In fondo, dice molto anche dell’opposizione stessa, visto che sono loro che poi di fatto la beatificano.

Poi più di tutti mi ha colpito il commento di lui, il basileus dico. Stavolta non mi scuso. Capito? stavolta non si scusa. E’ tragicamente rivelatore l’aver reso pubblica questa sua considerazione. Non per il contenuto, ma per il gesto, perché è un’affermazione che meriterebbe un solo commento: e a noi che cazzo ce ne frega? Lo devi dichiarare ai giornali? E’ una cosa che vi dovete smazzare tu e tua moglie. Cazzi privatissimi.

Ci piacerebbe che fosse così. Sarebbe giusto che fosse così. Ed è sempre più vero che non è mai così. I cazzi privati e quelli pubblici ormai si equivalgono, e quel che è peggio hanno preso il posto della politica.

All’epoca di Giustiniano magari uno se ne faceva anche una ragione. Del resto, si sa, erano secoli bui. Certo è che oggi risulta più difficile gestire il grandissimo rodimento.

 
 
 

Con l'auspicio di non diventare così

Post n°496 pubblicato il 27 Aprile 2009 da middlemarch_g
 

Non so bene esattamente perché, ma la Levi Montalcini non mi è mai stata particolarmente cara, per cui non è da escludere che quando l’ho vista ieri da Fazio fossi leggermente prevenuta. Ho fatto lo sforzo di ascoltarla, ma resto della mia opinione: parla di cose che mi inquietano.

Per esempio, a un certo punto ha detto che lei ha l’abitudine di dormire non più di 3 ore per notte – e vabbè, a cent’anni suonati non ti puoi aspettare che si faccia di acido lisergico con gli amici fino alle 5 del mattino e poi si alzi alle 3 del pomeriggio chiedendo un cappuccino e due briosche – ma soprattutto che l’ultima cosa che pensa prima di addormentarsi è quello che dovrà fare il giorno dopo. Perché è impegnata, impegnatissima. Fondazioni di qua, beneficienza di là, non ha un attimo di requie. Ora è chiaro che la cosa in sé è apprezzabile, e finché la diverte e la tiene impegnata, sarà probabilmente giovevole anche per  la sua salute. Però per essere il carnet di un’ultracentenaria a me sembra piuttosto carico,  senza contare che avverto un’ansia di retrogusto calvinista nel mostrare che si può arrivare alla sua veneranda età senza mai fermarsi un attimo. Come se l’atto di fermarsi in sé costituisse una resa abbastanza disdicevole e una cosa che le persone perbene non fanno. Ora io mi domando: ma se nelle tue condizioni ancora non hai il diritto di sederti a non fare un cazzo tutto il giorno per riflettere sulle implicazioni della tua fruttuosa esistenza, quand’è esattamente che lo puoi fare? E’ così disdicevole sedersi a pensare? Mettersi buoni da una parte con un tè a non fare niente se non godere della potenza dell’attimo presente, della gioia dell’essere qui e ora, della profonda consapevolezza della propria esistenza? Una cosa che secondo me nella vita si fa semmai troppo poco, e che peraltro è assai sana a tutte le età, non necessariamente a 100 anni.  Ritengo probabile che le condizioni di salute del pianeta sarebbero parecchio più salubri se tanta gente invece di fare, fare, fare e fare ancora, si mettesse un attimo buonina a cercare di capire cosa vuol dire essere. Così, tanto per cambiare.

Lì dove però mi sono veramente indisposta è quando l’ho sentita partorire questa cosa qua. Ha detto così: la maggior parte dei problemi dell’umanità sarebbero risolti se solo trovassimo il modo di eliminare l’emotività. Non la passione, che è un prodotto dell’area corticale superiore del cervello, ma l’emotività, connessa invece con il sistema limbico, la zona più arcaica e primitiva del sistema nervoso. Io non so come la pensate voi, ma personalmente in tutte le occasioni in cui sento spalancare per l’ennesima volta questi fetenti tombini platonici mi incazzo come una biscia. Penso sempre: ma ancora qua stiamo? Ancora a raccontarci queste puttanate sulla superiorità della neocorteccia sul sistema limbico? Della razionalità versus l’istinto?  Ma Dio bonino, se il cervello è fatto di corteccia superiore E di altre parti che sono invece più connesse alla nostra reattività istintiva, chi è che stabilisce che una deve essere superiore all’altra, tanto più che in termini evolutivi è la neocorteccia l’ultima arrivata, e quindi a stretto rigore semmai quella che avrebbe più bisogno di fare gavetta?  In ogni caso, sempre in termini strettamente evolutivi, se la Natura ci ha lasciato in dotazione l’emotività perfettamente attiva facendo scomparire invece, che ne so, la coda e il 90% dei peli  che ricoprivano il corpo, non sarà che forse coda e peli sono effettivamente sacrificabili mentre il sistema limbico e l’emotività magari servono ancora a qualcosa? Intendo proprio evolutivamente. Ora sia chiaro che questa potente illuminazione non è mica mia, ci mancherebbe. Ci sono parecchi neuroscienziati accademicamente titolati che ormai lo dicono da diverso tempo. Le emozioni servono. Non sono il ricamino di merletto che decora l’abito della nostra coscienza che impiccia e non scalda. Sono strutture empiricamente funzionali alla sopravvivenza. Che poi al limite potremmo anche lasciar perdere le neuroscienze e farci questo discorso a livello di puro buonsenso, un ingrediente che come lamento spesso è abbastanza assente da tanta programmazione di ricerca con pretese di assoluta scientificità, e non se ne capisce il motivo. Ma voi ve la immaginate una vita senza emotività? Riuscite a credere che potreste esserne appagati? Vi convince un ragionamento secondo cui l’emotività è una scoria arcaica della vostra coscienza di cui potreste serenamente fare a meno e che impedisce alla razionalità di rifulgere nel pieno della sua potenza? Perché a me fa venire i brividi.

Insomma sarà un premio nobel, non discuto. Però secondo me all’occorrenza dice anche delle solenni stronzate. Con licenza parlando.

 
 
 

Lambs in USA

Post n°495 pubblicato il 26 Aprile 2009 da middlemarch_g
 

maglione blu

 

Ieri sera al tiggì ho visto l'amministratore delegato della più grande fabbrica automobilistica italiana in visita negli Stati Uniti per concludere quel pastrugno dell'acquisizione della Chrysler da parte della Fiat. Io di economia non capisco un'acca, però sono attentissima ai codici iconografici, specie quelli che sfuggono al controllo. Ora voi non ci crederete, ma per la prima volta Marchionne non indossava uno dei suoi cinquecentomila maglioncini girocollo blu. Giuro. Portava giacca e cravatta.

E secondo me, in tempi di crisi, sono segnali criptati che non vanno sottovalutati. Tenete sotto controllo la borsa di Tokio.

 
 
 

Scene fetenti da un matrimonio

Post n°494 pubblicato il 23 Aprile 2009 da middlemarch_g
 

Ogni tanto trovi queste storielle che come summa theologica delle condizioni presenti del cattolicesimo in Italia valgono più di un sondaggio commissionato all’eurispes.

Lei e lui. Cattolicissimi. Niente sesso prima del matrimonio. Per conservare le sane abitudini acquisite, non si scopa neanche dopo. Così, tanto per gradire. I rapporti comprensibilmente si logorano. Lui le fruga tra le mail. Esce fuori che lei è lesbica, e che con le altre l’orrore della carne è un’ossessione meno imperativa. Insomma, con quelle scopa.  Putiferio. Spolverone. Richiesta di annullamento da parte di lui. Sacra Rota. Psicanalista. Lei lì per lì abbozza, poi ci ripensa, e denuncia il marito per violazione della privacy. Il tribunale lo assolve, ma lasciamo perdere, che questa è solo la ciliegina su un impasto che rimane maleodorante lo stesso.

Vedi come sono i cristiani? E’ per quello che fanno la fortuna degli analisti e di tanti bravi psicoterapeuti. Non ci fosse il cristianesimo nelle sue molte varianti, guarda, basterebbe laureare 45 psicocazzari l’anno su tutto il pianeta (10 per continente eccetto l’Oceania perché sono pochi e lì ne bastano la metà) e assolverebbero egregiamente alle esigenze dell’orbe terracqueo. Invece vacci tu a mettere le mani in pasta in un inconscio così devastato! Represso. Contorto. Negazionista del Sé e profondamente involuto.

D’accordo, ammetto che se nasci lesbica in una famiglia cattolica le cose per te non sono destinate comunque a filare lisce come l’olio. Dal momento in cui fai il tuo outing sul palcoscenico del mondo dovrai affrontare una serie di rogne che vanno dal collasso esistenziale della tua bella famiglia di soldatini di Cristo, agli anatemi del parroco e delle vicine di condominio. Però insomma a qualcosa serve: ti fai la tua bella scorzetta dura che poi ti torna utile anche in tante altre occasioni, sfanculi quei 4 stronzi che non vogliono accettarti per ciò che sei, ti ricostruisci una vita che si adatti alla tue esigenze e finalmente cominci a fare quello che ti pare.

Ma la variante cattolica della gestione di impresa dello stesso problema non è un tantino peggio? L’Apoteosi Angelica delle Rimozione. Sommare menzogne su menzogne addentrandosi sempre di più in un labirinto che ad ogni svolta si fa più basso, stretto, scuro, fetido e puzzolente, finché alla fine ti incastri e non puoi più fare un passo avanti né uno indietro. Cominci mentendo alla famiglia. Al fidanzato.  Al marito. Al mondo che ti circonda. A te stessa. E alla fine la bomba ti esplode in mano seppellendoti sotto un cumulo di macerie che forse pagherai per tutta la vita. Oltretutto, i giudici ti danno pure torto, secondo una logica che ha dell’incredibile, perché se non viola la tua intimità il furto fraudolento di una mail che rende esplicite le tue preferenze sessuali, di qualunque tipo siano, e di seguito il coinvolgimento di uno psicanalista e poi della Sacra Rota – che verosimilmente sarà un ambientino tipo la redazione di Novella 3000 in porpora – qualcuno mi deve spiegare che cosa intendiamo di preciso con il concetto di violazione della privacy. Perché più violento e antiprivacy di questo c’è solo darti una botta in testa, portarti in sala operatoria, asportarti un rene, contemporaneamente filmarti in modo che si vedano le mutande sporche, e poi mettere il video su youtube. Ecchecazzo.

Adesso ditemi sinceramente: ma la verità su sé stessi, anche a mettercisi di impegno, avrebbe davvero potuto fare peggio di così?

 
 
 

Someone calls it spring

Post n°493 pubblicato il 23 Aprile 2009 da middlemarch_g

pioggia

Ieri, per una buona quindicina di ore consecutive, s'è visto il sole. Ma voglio subito tranquillizzarvi.

Rilassatevi. Non dura. Oggi infatti piove ed è di nuovo tutto nella norma. Il resto della settimana? Uguale. L'inizio della prossima? Idem-con-patate.

Meno male, eh? Alle volte ti prendi di quegli spaventi...

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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