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Tutela dei minori?

Questa cosa dei quarant’anni la riprendiamo senz’altro perché avete detto cose con cui sono d’accordo molto, poco e per niente, e il range più o  meno vasto di opinioni mi dà l’idea che deve trattarsi di un tema speculativamente arrapante.

Oggi però mi stuzzica l’idea di riflettere su una cosetta insignificante che porta acqua al mulino degli stereotipi femminili da cui eravamo partiti.

La settimana scorsa cercando parcheggio in un’area molto molto angusta,  ho strusciato la fiancata contro il paraurti di una Clio ferma in un angolo. Io sono abbastanza il tipo Sancho Panza, il servitore scemo di Don Chischotte, che anche lui non era proprio un’aquila della grandi pianure. Il tipo da grandi gesti cavallereschi in un’epoca in cui la cavalleria non gode più di grande credito e non suscita nemmeno la soddisfazione di ritorno di un’ombra di approvazione. Siccome l’auto era vuota, il parcheggio era deserto, nessuno mi aveva visto, avrei potuto defilarmi  con eleganza, tanto più che il danno grosso l’avevo avuto io. Ma non ce l’ho fatta. Ho preso un foglietto di carta, ci ho scritto sopra nome e telefono con due parole di scuse, e l’ho lasciato sul parabrezza.

La sera stessa mi ha chiamato un tipo di nome Alessio molto cortese, e nei giorni successivi ho trattato sempre e solo con lui. La cosa su cui volevo riflettere era questa: la Clio non è mica di sua proprietà. Macchè. È della sua ragazza, che non ho mai visto né sentito. Il che mi ha riportato a un episodio simile. Quando ho venduta la mia vecchia 500 qualche anno fa ho dovuto contrattare prezzo e condizioni con uomo che non era quello che intendeva comprarla. Anche lì, era in missione per conto della fidanzata.

Si capisce dove voglio andare a parare? Ma perché le donne non si sentono all’altezza di gestire situazioni di questo tipo? Io in una contingenza simile mi vergognerei di mettere in mezzo mio marito; in primis per non stracciargli i maroni che di queste incombenze ne abbiamo tutti a sufficienza senza sobbarcarci anche quelle dei congiunti; e in secundis per una questione di dignità. Ma che non sono capace di tutelare i miei interessi? Sono in condizione di minorità fisica e/o psichica? Potrei correre il rischio di soccombere all’autorevole e maschia energia di un individuo dotato di testicoli? Mi tocca premettere sempre la stessa cosa. Io non sono il tipo nerboruto, scaricatore di porto, o algida body guard sovietica ex capitano del Kgb, e manco il tipo Aeon Flux nel senso di perticona inguianata in tutine di latex, molto figa senz’altro ma anche potenzialmente letale. Sono una gradevole signora bionda che non disdegna di indossare gonne e scollature moderate, e  il cui potenziale letale si esaurisce all’eventualità che le venga sottratta la sua tazza di caffè di prima mattina.

Ciò nonostante mi ritengo all’altezza di gestire i miei affarucci senza l’apostolica benedizione di un uomo. Non è normale? E allora perché mi trovo sempre a trattare con intermediari?

Per la cronaca: duecento cucuzze m’è costato l'eroico gesto.