Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi del 06/08/2008

Mai svelare la verità. Se occorre, negare anche l'evidenza

Post n°187 pubblicato il 06 Agosto 2008 da middlemarch_g
 

Tempo fa dicevamo che nessuno avrebbe potuto fargli uno scherzo migliore di quello. Capirai, presenziare a un vertice internazionale e ritrovarsi fra le mani una biografia ufficiale pagata da George Dabliù, dove c’è scritto che sei un rubagalline che ha fatto i soldi con mezzi talmente loschi e teatrali che uno si sorprende di non vedere volteggiare Batman dalle finestre di Arcore per tradurti a Gotham City senza processo.

Invece no. Lui ha fatto meglio. E tutto da solo. Coprendo le tette della Verità Svelata dal Tempo. Ma non è per parlare del fatto in sé che la tiro fuori, anche perché è una storia vecchia di almeno una settimana. Del resto andarsi a incartare su un’iconografia di quel tipo, per uno che ha così tante cosette da nascondere, è una stronzata talmente colossale che si commenta da sola.

No, quello che mi ha colpito, sebbene a latere della vicenda, è la reazione carognissima di Galan che in nome della solidarietà al popolo veneto gli ha tirato una coltellata che non mi aspettavo, considerando anche che la servile adesione ai desideri del padrone è una caratteristica piuttosto diffusa da quelle parti. E l’ha fatto in modo integralmente surreale, perché gli interessava la coltellata, non il contesto. Ha detto che Tiepolo non andava censurato mica per ovvie ragioni estetiche condivisibili da chiunque. Macchè, perché si tratta di un campione di libertà. Una cosa da tirarsi sotto la sedia dalle risate. Tiepolo? Campione di libertà? Non è che bisogna essere piccoli accademici in estetica dell’arte per collegare Tiepolo alla pittura di corte per eccellenza, vero? E le corti non sono mai stata luoghi dove la libertà venga esercitata soverchiamente, come ognuno sa.

E poi, giusto per concludere in bellezza.                           Adesso si sono chiusi nel più puro riserbo per non alimentare polemiche, le vergini violate di FI. Ma all’inizio avevano tentato una timida autodifesa offrendo uno straccio di spiegazione. Avevo sentito Silvio biascicare che l’aveva fatto perché in caso contrario, conoscendo le sue inclinazioni, era certo che qualcuno avrebbe finito per malignare su quelle tette scoperte proprio dietro la sua testa.

E’ pur vero che da parte di uno che s’è fatto erigere un mausoleo in giardino tipo Amenofi IV non era ragionevole aspettarsi un sussulto di modestia o di ragionevole senso delle proporzioni, ma cazzo è possibile avere un ego talmente smisurato da credere che guardando un Tiepolo alle tue spalle, la gente possa pensare ai tuoi gusti sesso-gastrointestinali da pervertito travet?

PS. Ho messo il link all'articolo solo stamattina. Ieri quando l'ho postato non c'era. Ho preso un articolo a caso, il primo che mi è capitato. In realtà non l'avevo letto. L'ho fatto oggi. Rilevo con piacere che si va di bene in meglio. C'è Bonaiuti che dice: si temeva che tale visione potesse urtare la sensibilità di qualche spettatore. Con la faccia di Berlusconi in primo piano, la sensibilità dello spettatore doveva deflagrare alla vita del capezzolo dipinto sullo sfondo? Follia allo stato puro.

 
 
 

L'importanza di una faccia

Post n°186 pubblicato il 06 Agosto 2008 da middlemarch_g
 

Sapete già che non ho grande rispetto per la psicologia, vero? Ogni tanto però trovo qualcosa che mi conforta. Non tanto sotto il profilo terapeutico – che sarebbe poi quel che dovrebbe darle un senso – quanto piuttosto sotto quello letterario. O addirittura evocativo.

Se non studiassi psicologia, o non avessi letto Sacks, verosimilmente non avrei mai saputo nulla della prosopoagnosia, che è una cosa così sconcertante e bella da sembrare l’invenzione di un poeta. Le persone che subiscono le conseguenze di quest’afflizione (come si chiameranno? Prosopoagnostici? E’ una patologia fenomenale perfino dal punto di vista fonetico, ne converrete), non riconoscono i volti, nemmeno quelli estremamente familiari. Nei casi più gravi, non sono in grado di identificare neppure il proprio, allo specchio. Cosa che però non equivale all’assenza della dimensione cognitiva o affettiva della relazione. Non è che non sappiano di avere un padre, una madre, un figlio, una moglie, e che questi sono fatti così e cosà. Lo sanno benissimo, come voi e me. Il punto è che quando lo vedono, non associano la sterminata rete di conoscenze e affetti connessi all’individuo in questione con i tratti del suo viso. E per sopravvivere – questo è ancora più fantasmagorico, manco Shakespeare se lo sarebbe potuto inventare. Per quanto poi a pensarci bene fa più drammaturgia moderna, crisi dell’identità, perdita dei riferimenti, una cosa tra Pirandello e Beckett – si attaccano ai dettagli. I vestiti, per esempio. L’andatura. L’età. Il modo di parlare, di gesticolare. Guardano uno e si dicono: a quest’ora, al bar a prendere cappuccino e cornetto ci viene sempre quell’imbecille di mio cognato. Si veste da cani, all’incirca come questo devastato che ho di fronte, spara cazzate anche perché è un laziale di merda quindi cos’altro vuoi che dica, e anche qui ci siamo, e adesso che esce in strada vedo che sale su un’Audi rossa, che è la macchina che ha. Si, dev’essere proprio Sergio.

Per dire. Ce la vedete anche voi la dimensione surreale? Non si capisce come mai nessuno ci abbia mai fatto sopra un film. I potenziali sviluppi drammaturgici sono infiniti.

La cosa più contraddittoria di tutte è questa: la scienza ti dice che la malattia è conseguenza di un danno cerebrale, una lesione bilaterale della corteccia, una cosa molto empirica, un pezzo di cervello che è andato a farsi benedire, e un pezzo importante. Tutta artiglieria biologica pesante e niente farfalline pindariche tra Inconscio e Subconscio, per capirci. Malgrado ciò, i prosopoagnostici in realtà riconoscono i volti. Li riconoscono benissimo. Perché tutte le prove empiriche implicite ci dicono che sono in grado di distinguerli (per esempio la risposta psicogalvanica di fronte alle immagini di volti noti o sconosciuti). Però non lo sanno.

Se non è bello questo, non so cosa diamine lo sia.

 
 
 

Ommarenero ommerenero ommarenero

Post n°185 pubblicato il 06 Agosto 2008 da middlemarch_g

Venendo al lavoro ho ascoltato alla radio La canzone del sole.

A me Battisti in linea di principio non dispiace, se non altro perchè ormai musicalmente è uno di quei padri della patria che non puoi estirpare dalla tua storia personale neanche volendo. Non doveva essere simpaticissimo, ecco, questo no. Ma insomma la cosa in sè non è particolarmente colpevole se di professione non fai il missionario laico.

Questa canzone in particolare però non finisce mai di stupirmi. Ogni sacrosanta volta che l'ascolto.

S'è mai sentito un segaiolo fare tante storie per una cosa simile, porca paletta!

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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