Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi del 11/09/2008

Even cowgirls get the blues

Post n°243 pubblicato il 11 Settembre 2008 da middlemarch_g

Era amore, dottore.

Anche se era sconcio.

Soprattutto perché era sconcio, forse. L'amore è una faccenda sporca. Sa.

          Tom Robbins

Parole sante.

 
 
 

Non solo

Post n°242 pubblicato il 11 Settembre 2008 da middlemarch_g
 

A me invece ha fatto più impressione questo passaggio:

"Le case chiuse legittimerebbero la prostituzione, il nostro ddl è invece punitivo. Non la regolamenta ma la contrasta duramente".

Capito? E' punitivo.

Perchè dire che qualsiasi forma di prostituzione - non solo quella che deriva dallo sfruttamento - è un fenomeno da contrastare, significa affermare che una certa forma di sesso assolutamente consensuale - in questo caso a pagamento - ha una sua implicita indecenza. Che va perseguita.

E da qui a dichiarare reato il sesso prima o fuori dal matrimonio, non è che ci corrano poi quelle incommensurabili distanze che tutti auspicheremmo.

 
 
 

Amarissima

Post n°241 pubblicato il 11 Settembre 2008 da middlemarch_g
 

Siccome oggi non me la sentivo di postare a nastro come ieri, ho chiesto aiuto a Senza.Filtro. Qui di seguito.

tre notizie mi hanno colpito, oggi, tra le tante, e tutte hanno a che fare con la prostituzione. riporto solo una delle tre perché riguarda un personaggio amatissimo e spesso citato su queste righe.

questa è la fedele trascrizione della dichiarazione resa dall'amara carfagna a proposito delle intenzioni del governo sul problema della prostituzione. sentita al gr di radio capital a mezzogiorno: "come donna eh mi fa orrore, questo fenomeno... non comprendo chi vende il proprio corpo eh per trarne profitto ma eh comprendo che è un fenomeno che... che c'è che esiste e che non si può debellare, come la droga: tutti vorremmo eh debellarla eliminarla purtroppo erh... non ci si riesce, non lo si può fare, quindi eh, l'intenzione è quella di contrastarla, di renderne più difficile l'esercizio, soprattutto di debellare tutte quelle organizzazioni criminali che eh traggono in maniera indecente profitto dallo sfruttamento del corpo altrui e spesso dalla riduzione in schiavitù di queste donne".

da notare l'uso ricorrente del verbo debellare, che denota un accanimento particolare e una volontà di annientamento che ritengo piuttosto risibile, a fronte dei risultati ottenuti in passato da personaggi di ben maggior spessore che la carfagna.

osservazione uno: di chi era il corpo ostentato su copertine calendari e quant'altro - tutta roba che si è ben venduta, e da cui qualcuno ha tratto profitto? della ministro carfagna, esatto. ma pretendere, da un personaggio simile, integrità morale sotto forma di repulsione per ogni forma di sfruttamento del corpo mi pare fuori luogo.

osservazione due: non è vero che tutti vorrebbero debellare droga e prostituzione. altrimenti non ci sarebbe bisogno di leggi che le proibiscano: la mancanza di mercato ne farebbe fallire l'impresa, che invece prospera, seppure sottrerraneamente (ma nemmeno tanto). per inciso, prostituirsi non è reato. e infatti, per fortuna, perfino l'amara si ricorda, alla fine della dichiarazione, di scagliarsi soprattutto contro le organizzazioni criminali che "traggono in maniera indecente profitto dallo
sfruttamento del corpo altrui".

ora, io avrei preferito un "illegale" al posto dell'"indecente", perché non si tratta di una questione morale, ma di ordine pubblico e di rispetto delle leggi vigenti. ma anche qui, aspettarsi rigore morale da un personaggio simile, sotto forma di una generale indignazione verso chiunque tragga profitto sfruttando il lavoro altrui, è troppo pretendere.

 
 
 

On giacomino again

Post n°239 pubblicato il 11 Settembre 2008 da middlemarch_g

Tutti questi trip sulla poesia mi hanno fatto tornare in mente una storia favolosa! Vi sovviene il nome di Fanny Targioni Tozzetti? Me ne stupirei, io me la ricordo solo per questa vicenda, sennò col cavolo. Comunque è passata alla cronache della letteratura italiana perché fu l’ultima donna amata da Leopardi che le dedicò il Ciclo di Aspasia. Si conobbero a Firenze. Lei bella e ricca nel fulgore dei suo vent’anni o poco più, Leopardi agli sgoccioli, 3 o 4 anni prima di stirare le zampe ai piedi del Vesuvio. Lui era più grande, ma non di molto. Però morì giovane. Lei invece fece in tempo ad arrivare a una veneranda età. Per quello che se ne sa, lei non se lo filò di striscio, di certo ignorò sideralmente ogni manifestazione di interesse da parte sua, ammesso che ce ne siano state perché dubito che broccolare nei salotti fosse la specialità di Leopardi.

Sessant’anni dopo – lui sottoterra ormai da un secolo, lei vecchia e incartapecorita – una giovanissima Matilde Serao non ancora impalmata dal Nobel, andò ad intervistarla. E come’era il Poeta? E che faceva? E che diceva? E che pensava? Le fece una testa tanta chiedendole cose così.

Alla fine, lei che era nata vent’anni dopo la morte di Leopardi e che lo venerava come un sommo vate, non potè impedirsi di chiedere con accorati accenti: Signora, io devo saperlo. Ma come, come ha potuto rifiutare l’amore di Giocomo Leopardi?

E la Fanny rispose: Ma cara! Puzzava!

Secondo me è una storia molto istruttiva. Oltre che oggettivamente divertente. Perché Leopardi è un po’ un punto di riferimento quando sei un adolescente che corteggia oscenamente la sfiga più nera. Io A Saffo la sapevo a memoria, e non c’era giorno in cui guardandomi allo specchio non m’accasciassi in lacrime ululando alla luna: virtù non luce in disadorno ammanto! Ti crei una dimensione eroica e superomistica che ti aiuta a sopravvivere, sei un po’ la variante nietzchiana del pirla. Alla fine è un modo come un altro per tirare avanti la carretta. Però hai la tendenza ad attribuire troppo peso al destino. Il destino dovrebbe essere un cartello stradale, al limite una traccia di percorso, non l’unica via di fuga percorribile.

E invece le cose stanno proprio così. Credi che nessuno ti ami per un’orrida congiura degli astri secondo uno schema che ti predestinava agli inferi dalla notte dei tempi, e invece magari è solo perché ignori qualche fondamentale concetto di socialità convisa come questo.

Non dico che sia necessariamente la verità, e neppure che spieghi tutto. Del resto la verità ha la tendenza ad essere piuttosto polimorfa. Dico solo che fa riflettere.

 
 
 

C'era bisogno di dirlo?

Post n°238 pubblicato il 11 Settembre 2008 da middlemarch_g
 

Sono buffe le implicazioni di questa diatriba sulla poesia. Poiché, come ripeto sempre,  ho la fortuna di essere una donna molto amata, adesso esce fuori che a forza di parlare di poesia e di poeti, qualcuno si è ingelosito. Il bello è che si tratta di una persona che non s’era preoccupata affatto quando ci sarebbe stata da temere concorrenza in carne e ossa, ma che si è inquietato invece quando si è ritrovato a fare i conti con un poeta fucilato 70 anni fa.

Il che dice molto, vero? Per esempio mi conferma una cosa che ho sempre saputo di me, e cioè che la mia peggiore debolezza è quella verso gli uomini dotati di un ego sproporzionato, una cosa che al tempo stesso mi piace e mi fa incazzare in una misura mesopotamica. Chissà perché ho di queste perversioni. Sarà che l’umiltà mi è sempre sembrata una dote da beghine.

Per cui mi tocca fare una precisazione. La poesia non è una cosa che si fa. E’ una cosa che si è. Fare il poeta non è un’occupazione che si esplicita solo quando si scrivono versi, e i poeti non sono professionisti dell’arte. Sono persone che vivono in un certo modo. Soprattutto sono persone che amano  in un certo modo. Può essere che le circostanze della vita non gli mettano mai una penna in mano al momento giusto, o che i loro versi prendano altre pieghe, altre manifestazioni. Non sono meno poeti per questo.

In ogni caso, gli uomini che ho amato io, lo sono tutti.

Che culo, eh?

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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