Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi del 29/11/2008

Quello che le donne non dicono

Post n°363 pubblicato il 29 Novembre 2008 da middlemarch_g
 

Adesso che una volta al mese me ne vado in giro da sola per l'Italia, mio marito ha deciso di dotarmi di catene da neve perché in effetti non si sa mai. La settimana scorsa, per dire, ho schivato la nevicata del secolo di 24 ore. Fossi partita la mattina dopo, a quest'ora ero ancora per strada. Oltretutto, non so se ne siete al corrente, quando attacca a nevicare o anche solo c'è preavviso di minaccia, la polizia stradale fa controlli, e se non hai le catene in auto, ti invita solertemente a toglierti dai piedi. In autostrada senza catene in quelle circostanze non puoi circolare. Il che è sensato. Ché se ti metti in testa di farlo e poi la macchina ti pattina per traverso alla carreggiata bloccando il traffico, non è bello per nessuno.

Insomma mio marito, uomo affettuosissimo, preoccupato per me, decide di portarmi dal gommista Siro ad acquistare le catene da neve. Il gommista Siro è un uomo affettuosissimo anche lui, forse perché è stato un compagno di scuola di mio marito. Si vede che era tutta una classe particolarmente affettuosa. Insomma l'affettuosissimo Siro mi mostra come si montano le catene da neve. Io cerco di spiegargli: Siro, tu mi sopravvaluti. Io posso solo sperare che se mi trovo da sola e attacca a nevicare, qualcuno abbia pietà di me, oppure si faccia intortare dal mio fascino maturo. Ma Siro non vuole sentire ragioni. Mi dice: è una cosa semplicissima. Sono fatte apposta per gli idioti – e qui fa una pausa a effetto di cui ho apprezzato soprattutto il perfetto controllo dei tempi comici - è un brevetto che hanno copiato tutti perché qualsiasi cretino capisce come vanno montate. Mi devi solo guardare. Uno, due, tre. Fatto. Visto? Dimmi che era difficile.

No, in effetti, visto così non sembra difficile. Ma io mi conosco, e in cuor mio continuo a riporre speranze molte più concrete in un ipotetico, cordiale samaritano, o nella mia impercettibile inclinazione alla promiscuità che si accentua molto in caso di bisogno, credo per una specie di riflesso darwiniano. E va bene: lasciamo la rimessa di Siro, l'affettuoso gommista, provvisti di una confezione di catene da neve nel portabagagli. Percorriamo quasi 15 chilometri. D'improvviso, mentre siamo fermi a un semaforo, mio marito come colto da un'improvvisa illuminazione, si volta verso di me e mi domanda: oh, dico. Tu sai su quali ruote vanno montate le catene da neve, vero?

Io lo guardo esterrefatta, perché non sono stupida. Intuisco che le implicazioni della domanda scavano un solco profondo nella mia modesta rete di competenze che credevo però sufficienti a gestire l'emergenza. Tremando gli rispondo: come quali? Non vanno su tutte e quattro?

Mio marito ha un tremito impercettibile, fa una specie di singhiozzo strozzato, e poi si accascia sullo sterzo.

Credete a me. Non è un bello spettacolo.

 
 
 

Ce n'è una sola, dicono

Post n°362 pubblicato il 29 Novembre 2008 da middlemarch_g
 

Pensavo alla pubblicità della Fineco, quella che in questi giorni compare su Libero, in testa alla homepage, e che riciccia fuori ogni tanto, a rotazione. Avete presente, no? Quella che dice: italiani soddisfatti della mamma, 81%, italiani soddisfatti di Fineco 92%.

E gli italiani a cui apparirà lecita la scelta del copywriter che come parametro di massima soddisfazione da parte di un adulto s'è fatto venire in mente la mamma, quanti saranno? Tanti, sospetto, perché è raro che i copywriters facciano cose a caso. Persone prudentissime, i copywriters.

A me comunque, ad ogni buon conto, mettetemi pure nell'esigua percentuale di persone che non gradiscono un'equivalenza di questo genere. Sarà perché mi diletto di psicologia, ma mi ostino a pensare che usciti dalla fase anale - e in ogni caso al più tardi dopo il compimento del dodicesimo anno di età - un individuo adulto dovrebbe sapere evocare una pietra di paragone alternativa alla mamma. Che sia per valutare una banca telefonica, o quant'altro. Perchè sennò, vuol dire che la mamma non ha fatto un buon lavoro.

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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