Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi del 03/03/2009

Too much meat on fire?

Post n°455 pubblicato il 03 Marzo 2009 da middlemarch_g

Su Repubblica di oggi c'è questa cosina divertente. La recensione di un libro di Michael Brooks sugli enigmi della scienza. Tredici cose che non hanno senso, fenomeni che sfuggono alle leggi e alle teorie, eventi senza spiegazione.

Ovviamente, quello che ha attratto la mia attenzione è stato soprattutto questo:

Perché ci riproduciamo facendo sesso?
Secondo Brooks, ci sono modi più efficaci di riprodursi che fare sesso. La riproduzione asessuale - il processo attraverso cui un organismo genera una copia di se stesso - sarebbe il modo più efficiente di trasmettere il proprio patrimonio genetico alla generazione successiva. Perché l'evoluzione non ha portato al suo sopravvento? Per Charles Darwin la ragione era "nascosta nel buio". Due secoli dopo non l'abbiamo ancora trovata.

Mi sembra un corollario interessante alla cose di cui si discuteva l'altro giorno parlando dell'efficacia di certi esperimenti con pretese scientifiche. A me quello che tira pazza della scienza - mo' ve la dico tutta, e sparate pure sul pianista, pazienza, non me la prendo - è che avanza pretese dogmatiche basate essenzialmente sul fatto che per liberarsi dalle pastoie della religione ha dovuto diventare altrettanto cinica, e  quasi ugualmente sorda ad ogni possibile alternativa.

Per amore di discussione sono anche disposta ad ammettere il paradigma su cui si basa un discorso del genere, e che suona all'incirca così: l'evoluzione si fonda su tutto quanto contribuisce ad ottimizzare la coservazione della specie, e le cazzate poetiche non possono essere prese seriamente in considerazione. Quindi, il fatto che fare sesso sia un modo parecchio più gradevole di riprodursi rispetto a qualsiasi alternativa asessuata, non può godere di nessun credito in termini strettamente scientifici. E parlo proprio di questo: il fatto che sia più piacevole. La piacevolezza non è un parametro valido sotto il profilo scientifico, ed è comunque perdente 10 a 1 contro il parametro dell'efficacia. Se la riproduzione asessuata è più efficace, doveva essere quella a prevalere, e punto.

Io non dico che non se ne può parlare. Magari arriverà il giorno che mi forniranno una motivazione scientificamente coerente del perché invece la riproduzione sessuata ha finito per prevalere. Nell'attesa però cerchiamo di non perdere di vista questo dettaglio che è piuttosto significativo: la riproduzione sessuata ha finito per prevalere. Perché anche l'evidenza empirica è un paramentro che la scienza dovrebbe tenere in rispettosa considerazione, se non sbaglio.

Comunque, dicevo, magari un giorno mi dimostreranno che c'è una ragione valida, e allora sarò disponibile a riparlarne. Chenesò, metti che si scopre che con la riproduzione asessuata avremmo migliorato la trasmissibilità del patrimonio genetico, ma sul lungo periodo saremmo venuti tutti svegli come la Gelmini e con le calde doti comunicative di Ratzinger. La natura s'è fatta due conti e ha deciso che era meglio lasciarci scopare. Ci sarà anche una minima dispersione di dna, ragazzi, ma insomma va a tutto vantaggio del buon gusto e di un minimo livello di decenza. E io adoro immaginare la Natura tutta presa da questo genere di speculazioni.

Ma nel frattempo, nell'attesa che qualcuno dimostri la fragorosa inutilità del sesso in termini evolutivi, perché loro non possono prendere in considerazione che forse tutto quello che di metafisico si accompagna al sesso magari esiste, e una sua funzione ce l'ha? Perché la scienza non può prescindere dal restare incatenata al dato biologico, chimico e fisico, quando nell'esperienza di ciascuno di noi vivere o morire ha così tanto a che fare con dimensioni emotive della coscienza che prescindono del tutto dal dato deterministico? Perché non siamo capaci di concepire una scienza in cui i sentimenti non sono dispensati dall'avere una funzione fondamentale in termini di sopravvivenza della specie?

Insomma in sintesi: perché cazzo non riusciamo a prendere in considerazione un universo teleologico, senza che questo debba voler dire necessariamente mettere di mezzo una religione di ceppo monoteista?

 
 
 

Parlarsi addosso

Post n°454 pubblicato il 03 Marzo 2009 da middlemarch_g
 

Alla fine ci si abitua a tutto. Qualsiasi cosa. Ed è buffo che un meccanismo talmente fondamentale per la sopravvivenza della specie da chiedersi perché non abbia un posto di rilievo nell'evoluzionismo, ti sembri a volte l’unica cosa capace di salvarti la vita, e altre un ingranaggio ottuso che lavora contro di te, disertando pensieri, triturando ricordi, riducendo a brandelli certi immagini che sembravano uniche, perfette e irriducibili.

Non ho nessuna voglia di mettere in discussione il fatto che, come tutti, possiedo un inconscio, e che solo lui è abilitato a dire cosa rimarrà di me in termini di coscienza da qui a vent’anni. Ma oggi una consapevolezza del genere è capace di rovinarmi la giornata. Certe volte maledico le ombre, e tutto quello che ristagna sotto la superficie della percezione. Vorrei che ogni cosa avvenisse alla luce del sole, e che non ci fosse bisogno del silenzio per occultare la sedimentazione di quello che non so affrontare. 

Ce la farei?

No. Credo proprio di no.

Perché insomma, davvero, ma chi voglio prendere in giro?

 
 
 

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Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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