Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi del 12/07/2011

Si puņ fare anche in assenza di roveto

Post n°677 pubblicato il 12 Luglio 2011 da middlemarch_g

Nel cortile, mentre bevevo il caffè su una panchina arroventata, ho chiesto aiuto. Perché voglio mettere un punto. Ho fatto ricorso esattamente al genere di invocazione che le creature profondamente religiose usano in questi casi, quella cosa che suona come: aiutami a finirla qui. Aiutami chi? Non lo so, ma non credo ci sia bisogno di darGli un nome o una faccia. Sempre pensato che Dio è in tutte le cose. Sempre saputo che quando non risponde è perché sono io che ho scelto di foderare le orecchie di prosciutto.

E poi ho aggiunto: mandami un segno che posso andare ora. Anche se date le circostanze allontanarmi è un gesto di indescrivibile complessità. Dal punto di vista psicologico. Ma soprattutto fisico, geografico e logistico. Sfido chiunque ad allontanarsi in questo vortice centripeto. E' vero che in amore non è mai bello valutare le implicazioni a priori, epperò ci sono i momenti in cui certi nodi vengono al pettine.

Insomma mentre ero lì che imploravo col culo bollente sulla panchina, s'è aperta la porta di fronte e dall'edificio è uscito Stefano, che è uno che mi guarda in un certo modo. Non oggi, oggi non mi ha neanche vista, ma quando mi vede e mi riconosce, mi guarda in un certo modo, che è quel modo là.

Ho pensato: più chiaro di così si muore. Anche se non è il genere di segno che mi serviva. Allo stato attuale delle cose non me ne frega una mazza di sapere che nessuno è insostituibile. Non è il mio Ego che ha bisogno di conferme. Però mi sono detta anche: vabbè, non è che puoi stare qua a fare il ranking dei segnali celesti, no? Ne hai chiesto uno, e questo è quello che è arrivato. Puoi evitare di rompere il cazzo?

Poi due ore dopo torno dalla pausa pranzo e trovo la risposta del tipo che la settimana scorsa era venuto da me a chiedere supporto bibliografico, e a cui stamattina ho spedito la ricerca via mail. Anche lui m'aveva guardata in quel modo là, tra l'altro perché quando è passato ero seduta alla mia scrivania e lui era in piedi davanti a me. Una posizione di cui beneficia ogni genere di scollatura. Specie d'estate. Specie se hai una taglia qualsiasi oltre la prima. Insomma mi ringrazia come se gli avessi scritto la tesi di mio pugno e gli avessi fatto vincere qualche premio internazionale per la ricerca scientifica - e giuro che il lavoro che gli ho mandato faceva abbastanza schifo perchè era un argomento tostissimo - e poi ci aggiunge: gradirei offrirle almeno un caffè.

E due, penso. Adesso sono in quel mood che ti piglia quelle volte in cui sfidi Dio a freccette. Chiedi un segno. Lo ottieni. Non è esattamente quello che pensavi. Lui rilancia. E tu allora ti metti nelle condizioni di chi pretende conferme. Come se rispetto a Dio fossi un interlocutore con un certo potere di negoziazione. Un segno non basta. Voglio un campione rappresentativo. Sei sicuro che è proprio questo il messaggio che volevi mandarmi? L'hai capito che non sono in cerca di nessuno? Che volevo solo una cosa un po' meno frustrante di questa, con un minimo di dolcezza, con un filo di presenza, con qualche parolina amorevole di straforo?

L'ho capito, figlia. Sono onniscente, mica cazzi. Ma se tu non accetti di sganciare l'ancora da questo cazzo di passato, io non posso portarti da nessuna parte. Non so davvero come altro spiegartelo. Poi vedi te. Perché per me non fa davvero nessuna differenza. Amen. 

 

 
 
 

Mai sottovalutare un superlativo

Post n°676 pubblicato il 12 Luglio 2011 da middlemarch_g
 

M'hanno dato della minor. Così, con queste precise parole. E si riferivano proprio a quella particolare sottocategoria di minor che cessat di fronte a un maior.

Nessuna indoratura di pillola. Nessun aggraziato gioco di parole per addolcire l'olio di ricino. Proprio come ve la racconto. Brutale. Minor. E il minor cessat, per definizione. Sta là apposta.

L'amore è un'esperienza proteiforme che può assumere molte sfumature, siamo d'accordo. Ma farsi insultare in latino è un po' troppo perfino per me, che pure tenderei all'indulgenza di fronte al potere di suggestione di una lingua morta.

Sai cose c'è, caro? Ma vaffanculo.

E perdona la volgarità. Sapessi dirtelo in latino lo farei, giuro. Ma quest'area semantica attualmente mi risulta scoperta. Abbi pazienza anche tu.

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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