Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
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Messaggi del 08/05/2008
Post n°91 pubblicato il 08 Maggio 2008 da middlemarch_g
La conoscete l'espressione andare in brodo di giuggiole, vero? A parte il fatto che nessuno al mondo sa un piffero di cosa sia una giuggiola, rende perfettamente l'idea di qualcosa che ci fa andare in sollucchero. Che poi, ora che ci penso, che diamine è il sollucchero? Non è spaventosa la quantità di cose che ci escono di bocca senza avere la più vaga idea del distretto etimologico da cui provengono ? Giuro che ci sono giorni che capisco perfettamente cosa si prova a svegliarsi la mattina e scoprire di essere Calderoli. Insomma, finalmente un test imperdibile, eccezionale, assolutamente necessario. E guardate che non c'è ombra di ironia. Si chiama così: Which Jane Austen Character are You? (For Females) Notare il dettaglio: for females. Per quanto poi concettualmente non vedo cosa osti all'idea di farlo fare anche a un uomo. Di sicuro male non gli fa. Insomma io sono uscita fifty-fifty Emma Woodhouse e Marianne Dashwood, e mi ci ritrovo come un micetto in una pantofola di flanella! A sedici anni ero esattamente il tipo di fessa alla Marianne Dashwood - e non escludo che sensibili rimanenze siano in circolo ancora oggi - e oggi sono sputata a Emma Woodhouse, un personaggio che nel libro che la riguarda dice una frase che allora mi folgorò, e che poi mi è rimasta sempre come fonte di potentissima ispirazione: Io merito sempre il trattamento migliore, perchè non ne tollero altro. Attenetevi ai consigli di miss Woodhouse, ragazze, e vedrete che poi non potete sbagliare... Lo so, il link al test non va, non so perchè. Comunque, basta andare su Google e digitare: Jane Austen test, ed la prima voce dell'elenco. Vi devo dire sempre tutto io, porca paletta. |
Post n°90 pubblicato il 08 Maggio 2008 da middlemarch_g
Citato Nizan, è doveroso aggiungere la parafrasi di Diego De Silva. Sia chiaro che assolutamente non concordo nel merito. Ma quando una cosa è divertente, è divertente: Ho avuto quarant'anni e non permetterò a nessuno di dire che è stata l'età più bella della mia vita. Anche perchè, chi volete che lo dica? |
Ogni tanto in palestra incrocio un ragazzetto che è un manifesto vivente della misura in cui la vita può infierire su un adolescente. Avrà forse sedici anni. Sguardo abulico, prestanza bovina, andatura trasandata, capello riccio e scuro tagliato alla porca l’oca, assenza di riflessi interiori, vita emotiva ridotta ai soli impulsi essenziali. In più, 20 chili di troppo. Brufoli no, non ne ha. Ma si vede che il dio della sfiga si è mosso a pietà e ha ritenuto di non dover infierire. E’ una cosa a metà tra una versione sovradimensionata di Giacomo Leopardi, e una ridotta di Palla di Lardo in Full Metal Jacket. La cosa che mi turba poi non è tanto il suo aspetto fisico, ma il senso di impotenza con cui se lo trascina dietro. Non posso dire che venga a fare atto di presenza. Si allena. In realtà si allena. Lo vedo passare da una macchina all’altra, afferrare i pesi e tirare. Ma quando lo osservo in pausa mi devasta la tristezza. Perché seguo il suo sguardo, che punta sempre verso un vuoto interiore profondissimo, e capisco bene che in fondo non ci crede neanche lui. Non crede nella possibilità che quello che fa possa migliorare il suo fisico infelice. Non crede che la qualità della sua vita possa evolvere in qualcosa di meglio. Non crede che le sue giornate finiranno per avere un senso prima o poi. Vorrebbe, altrimenti non sarebbe lì. Ma con tutta la buona volontà proprio non ci riesce. A ripensarci ora, quello che ho davvero odiato della mia adolescenza è stato prorio questo. Che per quanti sforzi facessi, avevo la netta sensazione che niente fosse davvero nelle mie mani, e che la mia felicità non dipendesse da me. La mia vita era catastroficamente eterodiretta. Chissà, magari era una questione di ormoni. Ho sentito dire che possono fare questo effetto. Resta il fatto che non si cita mai abbastanza spesso Paul Nizan: Ho avuto vent’anni, e non permetterò a nessuno di dire che è stata l’età più bella della mia vita. |
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