Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi del 18/08/2008

Amabili incomprensioni

Post n°209 pubblicato il 18 Agosto 2008 da middlemarch_g

C’è questo amico che conosco da moltissimi anni. Da quando ci siamo incontrati  la prima volta è passata un’intera generazione, e se ci capitasse oggi di rivedere foto di quei tempi – non ne abbiamo nessuna in cui siamo presenti insieme, ma se ne avessimo – sarebbe il genere di foto di cui ci vergogneremmo a morte. E ci verrebbe da ridere mettendo una mano sugli occhi per l’orrore. Non posso avere indossato pantaloni con quelle pence, non posso essermi fatta una permanente di quel tipo. E non sono mai andata a un concerto degli Spandau Ballet. Sapendo che in psicodinamica è un classico caso di negazione. L’hai fatto. Eccome se l’hai fatto. Anche se non hai le foto.

Con gli amici che ti hanno visto in quelle condizioni, tendi sempre a una certa involontaria indulgenza, è un po’ un complesso da ‘ndrangheta relazionale. Hai visto e sentito troppo di me. Non mi posso permettere di sbilanciarmi. Devo stare accorto, sono ricattabile. Mutuamente, per fortuna.

Per la verità da allora e per anni e anni non ci siamo più visti né sentiti, per cui a stretto rigore è un’amicizia lunga, ma strana. Biograficamente un po’ a macchia di leopardo. E se è per questo parziale anche nel coinvolgimento. Lui dice che vent’anni fa non eravamo amici, facevamo solo parte dello stesso gruppo. Ma molto dipende dal fatto che non si ricorda manco cos’ha mangiato a pranzo, per cui figurati se può tenere a mente tutti i discorsi che ci siamo fatti vent’anni fa.

La cosa che non mi spiego è la facilità con cui ci fraintendiamo. E’ una deriva comunicativa che ha del patologico, una torre di Babele ad uso privato di una sola coppia di semiti, che peraltro basta e avanza a mandare tutto in vacca. Uno di noi dice una cosa, e l’altro inferisce l’intenzione opposta a quella che ha motivato il commento. Lui in effetti sostiene che le cose non stanno proprio così, e che quella pazza sono io, sono io quella che fraintende tutto. Lui è sempre limpido. Cristallino. A me sembra un po’ parziale come ricostruzione dei fatti, e francamente non so quale giuria riuscirebbe a convincere, ma comunque ve la cito lo stesso, poi vedete voi.

Se la vita fosse la somma biografica degli eventi che ci capitano, distillata dai sentimenti in cui galleggia, ci saremmo mandati a fare in culo dieci giorni dopo esserci ritrovati, perché ci siamo fatti degli scazzi irragionevoli fondati proprio sul niente ma in compenso davvero brutali.

Invece stiamo sempre qui, perché ci vogliamo un bene irragionevole. Vabbè, sto parlando anche per lui e forse non dovrei. Diciamo allora che io gliene voglio. Ma anche lui, credo. E poi perché quando non litighiamo ci raccontiamo un sacco di belle storie, e le belle storie sono abbastanza importanti nella vita.

Per un po’ ho pensato che i miei sentimenti verso di lui, e i conseguenti epidemici scazzi, fossero inquinati da altre cose che lo riguardavano, anche perché i sentimenti hanno una tendenza ad aggrovigliare le motivazioni che è una bellezza. Ma più andiamo avanti, meno questa ipotesi mi convince. Il rischio dell’incomprensione è diventato una specie di avvoltoio che volteggia su ogni cosa che ci diciamo, e certe volte mi pare che invece di comunicare tutta la nostra energia sia concentrata ad osservare il cielo, per vedere se per caso decide di calare in picchiata.

Mi ossessione una sola cosa: che cacchio di debito karmico dobbiamo avere l’uno verso l’altro per ricascare così sistematicamente nello stesso errore? Che cosa possiamo esserci fatti, e in quante precedenti esistenze, per avere un tale difficoltà ad assumere in quieta coscienza i reciproci ruoli?

Mai, mai che ci fosse un mago Otelma in giro quando te ne serve uno, cazzo.

 
 
 

Eventi che non ti aspetti

Post n°208 pubblicato il 18 Agosto 2008 da middlemarch_g

Oggi ho preso un premio. Per una come me che aveva come unica prospettiva quella di infilarsi in una biblioteca deserta ascoltando tutto il giorno il rumore spettrale delle ventole, direi che è andata alla grandissima. Passare il 18 agosto al lavoro, e passarlo in totale isolamento, non è il genere di contesto che stimola le aspettative. E invece non si può mai dire. Cominci la tua mattinata leggendo che Franco Sensi è morto al Gemelli, e subito dopo ti arriva un premio che non ti aspettavi. Non voglio dire che tra le due cose ci sia necessariamente un nesso. Almeno credo. E se c’è, di sicuro non salta agli occhi.

Però la vita è così. Se solo ti applichi un po’ a sviluppare il talento della minima distanza dagli eventi, ha una sua bellezza schizzata, una specie di incomprensibile aiku all’amatriciana, presumibilmente dotato di un capo e una coda. Specie se hai la minima idea di dove guardare, cosa che capita di rado e a giochi fatti, mai nell’occhio del ciclone.

Del premio ho apprezzato più di tutto la premessa. Che dice in sostanza: è fonte di gioia in questa valle di lacrime trovare qualcuno che all’incirca ci somiglia. E Dio solo sa se non sono d'accordo!

In fondo è per questo che siamo tutti qui, vero?

Io almeno, sono qui per questo di sicuro. Be’, grazie, Sara_71.

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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