Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi del 15/04/2009

Che poi è dove volevo arrivare

Post n°484 pubblicato il 15 Aprile 2009 da middlemarch_g
 

C'è una frase che sento dire spesso. La penso. Me la sento raccontare. M'insegue sui mezzi pubblici, alla radio. M'arriva alle orecchie volente o nolente, ed è buffo perché in fondo è un periodo quieto in cui davvero non mi riguarda da vicino.

Dice così: qualcuno alla fine si fa sempre male. Scommetto che posso risparmiarmi perfino d'illustrare il concetto. Basta dirla, e sai già di cosa si parla. Perché alla fine pare proprio che sia inevitabile, che non esista modo di uscirne integri, o con le mani davvero pulite. Puoi essere quello che si fa male. O puoi essere quello che fa del male. Non ci sono alternative. Non si danno coppie alla pari in certe dinamiche, solo diadi sbilanciate in billico precario su un asse. Appena uno dei due si alza, l'altro finisce per schizzare via a pelle di leopardo spiaccicandosi al suolo con maggiore o minore dignità. Quello dipende dal caso, dalle incidenze casuali, o dall'eventuale dotazione d'orgoglio.

E insomma a forza di sentirmi ripetere il concetto mi è tornato in mente quello splendido verso di Auden che dice:

if equal affection it cannot be,
let the more loving one be me.

Per cui me lo sono chiesta. Vale anche per me? L'ho fatto come tutti. Qualche volta sono stata quella che ha amato di più, qualche altra quella che ha amato di meno. Qual'è la parte che davvero mi rappresenta meglio?

La risposta è quella scontata, e la ragione per cui mi permetto di andarne lievemente orgogliosa non è perché fa di me una persona migliore - non ha questo genere di doti taumaturgiche - e neppure perché mi regala il conforto di collocarmi nell'empireo angelico di Coloro che Saranno Salvati - perché anche su questo a voler essere cinici non metterei la mano sul fuoco - ma perché riesco ancora a sentirmi a mio agio in quello spazio emotivo. Non c'è rancore nel dirlo, non c'è amarezza, non c'è voluptas dolendi, niente insomma che mi impedisca davvero di essere felice.

C'è che sto qua. E che tanto mi basta.

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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