Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi di Agosto 2008

Modi imbecilli di passare il tempo

Post n°214 pubblicato il 19 Agosto 2008 da middlemarch_g
Foto di middlemarch_g

Oggi non ho veramente voglia di combinare una mazza. Mi aggiro come un'ossessa per la rete alla ricerca di cose che mi facciano passare il tempo. Ho trovato un sito inutile che confronta le foto di personaggi famosi come sono oggi e com'erano da ragazzini. Per inciso, salta agli occhi che le donne migliorano sempre con l'età. Chiusa parentesi.

Certi tizi stenti proprio a riconoscerli. Non te lo dicessero loro non lo capiresti mai. Ma ce ne sono altri, santa Madonna, che portano il loro destino scritto in fronte come l'Angelo della Morte!

La bimba della fotina qui accanto, per esempio, non si capisce in un nanosecondo chi diamine è? Se ci cliccate sopra,  si vede più grande.

Però se anche non vi viene, non vi sforzate. Tanto non si vince niente.

 
 
 

Accanimento terapeutico

Post n°212 pubblicato il 19 Agosto 2008 da middlemarch_g

Laura Chiatti ha parlato per la prima volta della sua storia d’amore con l’ex tronista della trasmissione di ‘Uomini e donne’, Francesco Arca.
"E' un uomo straordinario, oggettivamente bellissimo e non lo dico perché è il mio compagno, è anche molto intelligente", ha asserito, intervistata da Silvia Toffanin per 'Verissimo', il rotocalco di Canale 5. Dall’intervista è emersa l’immagine della donna, della ragazza, più che della diva: "Io amo la famiglia, sono tradizionalista e vedo il matrimonio come il sogno di ogni donna, compresa me. Io e Francesco viviamo insieme - spiega - e abbiamo dei progetti concreti, che però lascio a casa".

Le ho contate. Sono 9 righe.  Che contengono fatti e opinioni relativi a una sgnaccherona da fiction di corrente mocci/mucciniana, di un tronista oggettivamente bellissimo e anche molto intelligente  - e non lo dico perchè è il suo compagno - e di una seconda sgnaccherona che poteva ormai essere pietosamente sprofondata nell'oblio, parce sepulta, se la sorte non l'avesse protetta scaraventandola fra le braccia capaci di padre Piersilvio che l'ha beatificata giornalista per meriti di gnocca. Chè del resto dalle parti di Mediaset deve essere tutto un florilegio di questo genere di santità

Non era abbastanza per contaminare 9 righe che in fondo sono una spazio piuttosto modesto per contenere tanta nequizia? No, evidentemente no.

Vedo il matrimonio come il sogno di ogni donna, compresa me.

Vi prego, abbiate pietà.

 
 
 

Parallelismi incongrui

Post n°211 pubblicato il 19 Agosto 2008 da middlemarch_g

Ho sentito di striscio alla radio una di quelle cose a cui con tutta la buona volontà  non riesci a credere. Una voce spasmodicamente melodica che cantava una canzone di Battiato.

Era Le stagioni dell’amore, miagolata su un una sequenza di vibrazioni strazianti che stanno alla musicalità di Battiato come Nonna Papera che prepara l’impasto per la torta di mele sta a un filologo tedesco che traduce il Lessico della Suda. Sono parallelismi che in natura non si danno. O che non dovrebbero darsi.

Io su certe cose impazzisco finchè non capisco come siano potute accadere. E per inciso in queste circostanze mi domando sempre come riuscissi a cavarmela prima dell'avvento di Internet, il posto dove trovo quasi tutte le risposte. Infatti ho cercato e ho trovato. Non mi ero sbagliata. La voce melliflua era quella di Mango. Mango che canta Battiato.

Non è che io abbia niente contro Mango, trovo che faccia dell’onestissimo pop che mi piace molto canticchiare all’occorrenza. Ma Mango e Battiato? Riuscite a immaginare qualcosa di più sideralmente distante?

E’ come pensare a un intellettuale copto che srotola piangendo un manoscritto aramaico tra le rovine della biblioteca di Alessandria avvolta dalle fiamme dell’ultima incendio, mentre in sottofondo come colonna sonora va Tu che ne sai di Gigi D’Alessio.

Non so a voi, ma a me sono cose che fanno impressione. 

 
 
 

L'ho sentito con queste orecchie

Post n°210 pubblicato il 19 Agosto 2008 da middlemarch_g
 

Un altro po’ mi usciva di mente!

Sabato scorso era  il compleanno di Madonna. Il 18 agosto compiva cinquant’anni, avete presente? Ma si, avete presente senz’altro perché non c’è un tiggì che ci abbia risparmiato la variopinta carrellata di lei dagli esordi smandrappati e smutandati all’attuale maturità artistica smutandata e smandrappata. Attenzione che gli aggettivi sono sintatticamente ordinati a chiasmo. C’è una bella differenza. Soprattutto di contenuti.

Il personaggio in se’ ha sempre suscitato il mio cosmico disinteresse, essendo una creatura di pura fuffa senza alcuno spessore artistico e umano, priva perfino del talento furbetto che tutti le hanno sempre tributato, di essere cioè particolarmente abile a darla a intendere. Perché darla a intendere può passare per una sottospecie di talento solo in rapporto al target che seduci. E il target che seduce lei non mi è mai sembrato composto da accademici della Sorbona.

Ma lasciamo stare, non è questo che volevo raccontare. La cosa soprendente è che tra i tanti, sono incappata anche in un servizio sull’evento a cura di Vincenzo Mollica – giuro che era lui, ho letto il nome, e poi riconoscerei la sua vocina flauto-stizzita a distanza di chilometri! – che per la prima volta nella sua storia di coscienza critica dell’entertainment, aveva preso un pochino d’aceto.

Vincenzino io lo adoro, anche perché mi è sempre sembrato spiccicato al cameo di Erode in Jesus Christ Superstar, non so se ve lo ricordate. E se non ve lo ricordate, ringraziando Dio c’è Youtube (so If your are the Christ, yes the great Jesus Christ, proof to me the you’re not fool, walk across my swimming pool…).

Insomma contro Madonna non si può dire che fosse proprio un’aperta polemica – del resto Vincenzino è autore da trincea non da prima linea, segue l’esercito dello spettacolo con la retroguardia dei cuochi, gli stallieri e le puttane – ma comunque era  una presa di posizione decisa e piuttosto subdolamente ostile. La sua lingua abitualmente felpata come un piumino da cipria, ha proferito un paio di concetti piuttosto critici. Per esempio gli ho sentito dire chiaramente che l’unica cosa a cui la signora Ciccone sembra davvero attaccata in fondo è il suo portafoglio.

Che sia vero o no, me ne frego. Vivo benissimo senza speculare sulla vita interiore di Madonna. Ma Vincenzino Mollica polemico, quello si che non me lo sarei persa per niente al mondo!

 
 
 

Amabili incomprensioni

Post n°209 pubblicato il 18 Agosto 2008 da middlemarch_g

C’è questo amico che conosco da moltissimi anni. Da quando ci siamo incontrati  la prima volta è passata un’intera generazione, e se ci capitasse oggi di rivedere foto di quei tempi – non ne abbiamo nessuna in cui siamo presenti insieme, ma se ne avessimo – sarebbe il genere di foto di cui ci vergogneremmo a morte. E ci verrebbe da ridere mettendo una mano sugli occhi per l’orrore. Non posso avere indossato pantaloni con quelle pence, non posso essermi fatta una permanente di quel tipo. E non sono mai andata a un concerto degli Spandau Ballet. Sapendo che in psicodinamica è un classico caso di negazione. L’hai fatto. Eccome se l’hai fatto. Anche se non hai le foto.

Con gli amici che ti hanno visto in quelle condizioni, tendi sempre a una certa involontaria indulgenza, è un po’ un complesso da ‘ndrangheta relazionale. Hai visto e sentito troppo di me. Non mi posso permettere di sbilanciarmi. Devo stare accorto, sono ricattabile. Mutuamente, per fortuna.

Per la verità da allora e per anni e anni non ci siamo più visti né sentiti, per cui a stretto rigore è un’amicizia lunga, ma strana. Biograficamente un po’ a macchia di leopardo. E se è per questo parziale anche nel coinvolgimento. Lui dice che vent’anni fa non eravamo amici, facevamo solo parte dello stesso gruppo. Ma molto dipende dal fatto che non si ricorda manco cos’ha mangiato a pranzo, per cui figurati se può tenere a mente tutti i discorsi che ci siamo fatti vent’anni fa.

La cosa che non mi spiego è la facilità con cui ci fraintendiamo. E’ una deriva comunicativa che ha del patologico, una torre di Babele ad uso privato di una sola coppia di semiti, che peraltro basta e avanza a mandare tutto in vacca. Uno di noi dice una cosa, e l’altro inferisce l’intenzione opposta a quella che ha motivato il commento. Lui in effetti sostiene che le cose non stanno proprio così, e che quella pazza sono io, sono io quella che fraintende tutto. Lui è sempre limpido. Cristallino. A me sembra un po’ parziale come ricostruzione dei fatti, e francamente non so quale giuria riuscirebbe a convincere, ma comunque ve la cito lo stesso, poi vedete voi.

Se la vita fosse la somma biografica degli eventi che ci capitano, distillata dai sentimenti in cui galleggia, ci saremmo mandati a fare in culo dieci giorni dopo esserci ritrovati, perché ci siamo fatti degli scazzi irragionevoli fondati proprio sul niente ma in compenso davvero brutali.

Invece stiamo sempre qui, perché ci vogliamo un bene irragionevole. Vabbè, sto parlando anche per lui e forse non dovrei. Diciamo allora che io gliene voglio. Ma anche lui, credo. E poi perché quando non litighiamo ci raccontiamo un sacco di belle storie, e le belle storie sono abbastanza importanti nella vita.

Per un po’ ho pensato che i miei sentimenti verso di lui, e i conseguenti epidemici scazzi, fossero inquinati da altre cose che lo riguardavano, anche perché i sentimenti hanno una tendenza ad aggrovigliare le motivazioni che è una bellezza. Ma più andiamo avanti, meno questa ipotesi mi convince. Il rischio dell’incomprensione è diventato una specie di avvoltoio che volteggia su ogni cosa che ci diciamo, e certe volte mi pare che invece di comunicare tutta la nostra energia sia concentrata ad osservare il cielo, per vedere se per caso decide di calare in picchiata.

Mi ossessione una sola cosa: che cacchio di debito karmico dobbiamo avere l’uno verso l’altro per ricascare così sistematicamente nello stesso errore? Che cosa possiamo esserci fatti, e in quante precedenti esistenze, per avere un tale difficoltà ad assumere in quieta coscienza i reciproci ruoli?

Mai, mai che ci fosse un mago Otelma in giro quando te ne serve uno, cazzo.

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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