Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi di Settembre 2009

Cosa che mi sono successe in Provenza. Errata corrige

Post n°565 pubblicato il 21 Settembre 2009 da middlemarch_g
 

Insomma esce fuori che mi tocca rimangiarmi la conclusione di questo post. Io che avevo fatto quel commovente peana sulle virtù di bilanciamento emotivo che comporta l'avere un marito prosaico, sono costretta ad ammettere che la prosaicità ha anche i suoi limiti. Molto dipende dal modo in cui te ne servi.

Perché mio marito nega di aver mai detto esattamente quella battuta. Un po' perché sul Pont du Gard tirava un vento della madonna che ti staccava le orecchie, un po' perché sono sorda come una campana, alla fine pare che sia stata io ad avere capito male la frase. E' vero cioè che lui aveva intuito esattamente a cosa stavo pensando quando maledicevo il fatto che i romani in passato avessero portato la civiltà e che oggi invece si facessero dare punti dai francesi su tutto, ma non intendeva affatto consolarmi, tutto il contrario, voleva rigirare il coltello nella piaga. Non ha detto: nessuna squadra francese ha vinto mai la champion's league. Ha detto: la Roma non ha vinto mai la champion's league. Come dire: saprete anche fare degli acquedotti della madonna, ma a calcio siete delle pippe intergalattiche.

Io ho anche provato a obiettare: vabbè, ormai è fatta, l'ho scritto, lasciamo stare no? In fondo cheteffrega? Ma lui no, ha preteso la pubblica rettifica. E perché poi? Perché è falso che nessuna squadra francese abbia mai vinto la Champion's  - risulta agli atti che ci sia riuscito una volta l'Olympique Marsiglia - e lui non vuole passare per uno che non ci capisce di calcio.

Capirai che sacrificio disumano. Se penso che gli lavo le mutande da 10 anni, un posto in paradiso pensavo di essermelo guadagnato.

Per cui insomma ripeto, occasionalmente un approccio prosaico può avere i suoi vantaggi. Ma non quando si accompagna alla disumana crudeltà.

Contento ora?

 
 
 

Any given september

Post n°564 pubblicato il 19 Settembre 2009 da middlemarch_g
 

E anche per quest'anno la metamorfosi del sangue di San Gennaro in specie liquida si è compiuta. Possiamo andare a dormire tranquilli.

A latere del privilegio di cui sopra, che si ripete ogni anno con una puntualità ecumenica talmente affidabile da poterci regolare l'orologio, mi sento di aggiungere questa considerazione: della spiegazione scientifica che determina la liquifazione del sangue, in tutta onestà, non me ne frega un cazzo. Mi accontento dell'incrollabile certezza che una motivazione ragionevole deve esserci, e che di sicuro non coincide con quella che mi darebbe l'arcivescovo di Napoli. Perché delle due l'una: o Dio non esiste, e allora il fenomeno deve necessariamente spiegarsi all'interno di parametri perfettamente razionali sebbene ancora non del tutto identificati; oppure Dio esiste, e per quanti problemi possa avere è inimmaginabile concepirlo come un tale tapino che per farsi prendere sul serio è costretto a manifestarsi in un miracolo da baraccone di questa caratura. Non ne faccio una questione di verosimiglianza del miracolo (nonché, volendo, di finalità spirituali: che cosa hai dimostrato con questa mutazione di status?), ne faccio una questione di buon gusto.

In sintesi quindi proporrei di sospendere qualsiasi indagine sulla natura scientifica del fenomeno e dirottare i fondi verso uno studio che si mostra  molto più fertile di sviluppi di ricerca, e cioè: com'è possibile che ci sia ancora gente che crede a questa pagliacciata che equivale al circo Togni dell'epifania del divino?  

Perchè, da come la vedo io, è questo l'unico vero miracolo.

 
 
 

Catholic beauty

Post n°563 pubblicato il 19 Settembre 2009 da middlemarch_g
 

Le osservazioni sul papa del post precedente hanno aperto un piccolo dibattito tra questo blog e quello di Lupo, il quale obietta, con la mia piena benedizione, che i fanatici di ogni religione hanno sempre la memoria corta quando si tratta di rievocare l'humus in cui affondano le loro radici o i piccoli altarini che il tempo ha provveduto pietosamente a celare. E a questo proposito mi è tornato in mente un episodio piuttosto significativo che mi capitò al liceo, intorno a, uh, bo', non ricordo con precisione. Diciamo il 1984.

Ora di religione. Come funzioni adesso non lo so. Ai miei tempi era obbligatoria e veniva vissuta dalla percentuale numericamente più significativa della classe come palestra di puro cazzeggio, e dalla  minoranza restante come piattaforma sindacale per aprire grandi discussioni filosofiche sul senso della vita e il perché e il percome dei grandi accadimenti esistenziali.

P. M., una bella gnappetta bruna che a parte il colore dei capelli era sputata a Eleonora Giorgi, e che peraltro non si era mai distinta per un cattolicesimo particolarmente oltranzista, avevo esordito facendo non so bene quali considerazioni sulla centralità della figura di Cristo nella tradizione dei popoli europei,  con un'anda che non sarebbe dispiaciuta nè alla Binetti nè a Calderoli.

E insomma a un certo punto non so bene chi, rilevando una falla nei suoi ragionamenti, le obiettò: si, vabbè, ma guarda che Gesù era ebreo.

La P., che per ascoltare l'obiezione si era dovuta interrompere a metà di un discorso che aveva preso un bell'abbrivio, rimase un momentino perplessa. Sai quando vedi uno che è già partito d'anticipo col linguaggio corporeo, indice puntato, mandibola fremente, tutta l'area della corteccia verbale attivata, con la frase pronta sulla punta della lingua, che l'attimo prima di produrre un sillaba si accorge che quello che ha appena sentito non è esattamente ciò che immaginava e che quindi è costretto a prendersi una frazione di secondo per integrare il concetto e rielaborare la risposta adeguadola al nuovo input? Ecco, fece quella cosa lì. In altre parole: rimase interdetta. Era assolutamente evidente che il dettaglio del'ebraismo di Gesù era una cosa che, da cattolica, non aveva mai preso seriamente in considerazione. E' istruttivo, no? Perché è chiaro che se ci avesse pensato l'avrebbe saputo anche lei. E' ovvio che non puoi non saperlo. Ma è questo il punto. Che lei non si era mai attardata a riflettere su questa ovvietà. Tanta era l'emozione di rapportarsi col Cuore Immacolato di Gesù come il Fondatore della Chiesa e la Seconda Persona dela Cattolicissima Trinità, che il dettaglio dell'appartenenza storica a un'altra parrocchia era passato in secondo piano.

Insomma ingollò il rospo, recuperò freddezza, e alla fine partorì questa spettacolare sintesi. Disse: si, era ebreo. Ma ebreo cristiano!

Inevitabile citare Ricky Fitts in American Beauty, vero?
Never understimate the power of denial.

american beauty

 
 
 

Cose che mi sono successe in Provenza. Ho quasi finito

Post n°562 pubblicato il 17 Settembre 2009 da middlemarch_g
 

Per Avignone valgono le stesse premesse fatte per Aix. Vi risparmio ogni dettaglio pittoresco perché non sono il mio genere e perché a parte il palazzo papale, che oggettivamente gliel'ammolla abbastanza, non è la cosa che mi ha sbalordito di più. Tra l'altro è uno di quei rari casi in cui mi sento di fare qualche appunto a nostro vantaggio, perché se l'onnipresente pamphlettistica pubblicitaria tenta di convincermi che si tratta del più straordinario esempio di architettura gotica civile al mondo, mi permetto di obiettare che se proprio vogliamo metterla giù dura sul gotico, allora sarà il caso di ribadire che palazzo ducale a Venezia vi fa una pippa a tutti quanti. Uno pari e palla al centro.

No, la questione che mi ha colpito è un'altra. C'era una mostra allestita in municipio in occasione dell'anniversario del trasferimento dei papi in città. Era il 1309, per cui fanno esattamente 700 anni tondi tondi dall'unico incontro giocato dalla curia pontificia fuori casa. Siamo passati davanti ai cartelloni che pubblicizzavano l'evento e in simultanea, senza nessun accordo preventivo, a me e a mio marito è uscito dai precordi un moto sospiroso di rimpianto per questa grande occasione offerta dalla storia e perduta senza possibilità di recupero. Tant'è che mi è venuta la curiosità di approfondire: è una cittadina così graziosa, Avignone! Piccola, quieta, ridente, circondata da incantevoli vigneti. Ci sono rimasti 8 papi e 2 antipapi consecutivi per 70 anni, che è qualcosina di più di una gita fuori porta. Insomma, un cambio di biancheria se l'erano portati certamente. Perché, perché questo assurdo desiderio di rientrare in Italia, allora? Da vaghe reminiscenze scolastiche ricordo che si impegnò molto in questo senso S.Caterina da Siena. Considerando il bene che la Chiesa fa da sempre, fra le altre, alla causa delle donne, questo va sicuramente a favore della lungimiranza dei santi.

Comunque, insomma, diciamocelo: è una di quelle cose che non ci possiamo perdonare. L'abbiamo avuta l'occasione di scaricarlo all‘estero, ce la siamo giocata con colpevole superficialità, e sono settecento anni che paghiamo carissimo il prezzo di un errore di valutazione. Lo dico più che altro a futura memoria. Hai visto mai, volesse il Cielo, che si dovesse riaprire uno spiraglio. Cerchiamo di tenerlo bene a mente, quel che c'è costato tenerci in casa l'erede di Pietro. Tenendo presente che, a mio modo di vedere, c'è una relazione piuttosto intima tra l'arretratezza del nostro paese e la cittadinanza italiana offerta con tanta cortese sollecitudine, come appare abbastanza palese confrontandolo con gli altri stati cattolici d'Europa, nessuno dei quali sfiora nemmeno da lontano gli abissi di fetenzia del nostro.

Mentre ci incamminavamo lasciandoci il municipio alle spalle, mio marito ha rallentato, ci ha pensato un po' su e poi m'ha detto: potrei andare a parlare col sindaco e fargli una proposta onesta. Forse se lo riprendono. Magari cedendo anche Pato...

E di quanto contribuisca un conforto prosaico a un buon assetto dell’equilibrio esistenziale, ho già detto qui sotto.

 
 
 

Cose che mi sono successe in Provenza. Quattro

Post n°561 pubblicato il 16 Settembre 2009 da middlemarch_g
 

Non ho mica finito, sapete? Il resto però nei prossimi giorni. Intanto ci metto questo. Un po' scorretto, ma è per fare numero.

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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