Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi di Gennaio 2010

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Post n°622 pubblicato il 17 Gennaio 2010 da middlemarch_g
 

ciao.... una bottiglia lanciata nell'oceano... con un messaggio, nella speranza che approdi nell'isola desiderata... Io e c... la mia compagna, 37 anni.... davvero carina... vorremmo un'amica decisa e consapevole, assolutamente "normale"... siamo gradevoli, colti... non siamo alla ricerca di qualcosa di "strano"... ci basta una persona come noi... sensuale, con un pizzico di trasgressività...
Possiamo ospitarti.... un ciao cordiale. M. e c.
Prego di evitare risposte contenenti considerazioni morali o moraleggianti. Non ti interessa? Un click e cancella...

Oddio, se sono come voi non lo so. Gradevole e colta, vabbè, all'incirca me la cavo. Sensuale con un pizzico di trasgressività? Può essere, però insomma non sono mica cose che posso dirmi da sola, no? E mi potete anche ospitare? Che tesori.

Solo che in certe cose - che sono sempre lecite se praticate tra adulti consenzienti - bisognerebbe avere un po' più di coraggio. Perché la richiesta di un curriculm profilato, occhei, ci può stare. Però poi bisogna avere il coraggio delle proprie azioni: vi basta una persona come voi per fare cosa? E in che modalità: gratis o a pagamento? Perché fa una bella differenza.

Altrimenti c'è il rischio che tutti questi incontenibili puntini di sospensione mi facciano pensare solo a una sortita piccoloborghese da piazzisti del peccato, in cui spacciate per trasgressione essenzialmente il fatto che vi dedicate a pratiche inconfessabili di cui in pubblico vi vergognereste a morte. Cosa che trovo trasgressiva all'incirca quanto mettere il parmigiano sugli spaghetti con le vongole. Senz'altro ardito sotto il profilo del protocollo gastronomico. Ma non starei a scomodare Asmoneo, Belial e le altre schiere demoniache della perdizione per questo. 

 
 
 

Sentire le voci

Post n°621 pubblicato il 14 Gennaio 2010 da middlemarch_g
 

Il 31 dicembre io e mio marito siamo andati al cinema alle 6 del pomeriggio per vedere Sherlock Holmes. Che complessivamente, alle sei del 31 dicembre, non è neanche un modo pessimo per passare due ore. Si presta al clima da cazzeggio andante. E per i miei gusti il ritmo frenetico diverte senza appesantire, oltre al fatto che si vede una Londra che sembra quella di Peter Pan corretta a pennello da un feticista isterico, e anche questo ha i suoi meriti. Mi sono sempre piaciuti quelli che, se non avessero fatto i registi, verosimilmente si sarebbero dedicati alla pittura.

In effetti l’unico appunto che mi sento di avanzare non riguarda il film, e non è responsabilità di chi l’ha scritto, diretto e prodotto. Ha a che fare invece con il passaggio italiano. E in proposito vorrei fare una pubblica dichiarazione: abbiamo capito tutti che Luca Ward è un gran bravo doppiatore e che possiede una vasta gamma di tonalità espressive che gli consentono di trovarsi a suo agio nei panni di quel lumacone umido di Hugh Grant, come in quelli brividosi di Pierce Brosnam, oltre a quelli di Keanu Reeves, per non parlare di Samuel Jackson che se ripenso al monologo di Pulp Fiction appena prima di sforacchiare il culo alle sue vittime, ancora mi prende la tachicardia (il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri umani…). Però secondo me a questo punto della carriera rischia un tantino la sovraesposizione. Sapete perché me ne sono accorta? Perché stavo lì ad ascoltare Robert Downey Jr. che fa Sherlock – un attore che per inciso ho sempre adorato – e subivo l’evocazione continua di panorami completamente diversi rispetto a quelli che stavo osservando. Ogni momento era buono perché saltasse fuori Neo che prende a randellate l’agente Smith, o le tigri che escono dalle botole dei sotterranei del Colosseo per il finale de Il Gladiatore. Mi concentravo sulla trama ma m’aspettavo continuamente che Sherlock dicesse una vaccata epica tipo: quello che facciamo in vita riecheggia per l’eternità! mentre inzuppa il plumcake nel te’ delle cinque. A un certo punto non sapevo più che cacchio stavo guardando. E se c’è una cosa che mi disturba a morte è quando mi impallano la concentrazione di un film.

Per concludere quindi, signor Ward, mi ascolti. Glielo dico come fossi sua madre: si dia una calmata. Si riposi. Stia quieto. Si faccia un pisolino ogni tanto e giochi coi figli alla Playstation. Doppi qualcosina in meno. E ci consenta di andare al cinema almeno una volta l’anno ad ascoltare un’inflessione vocalica diversa dalla sua.

 
 
 

Il rischio di solidarizzare con le vittime

Post n°620 pubblicato il 13 Gennaio 2010 da middlemarch_g
 

Checkmate?
The role of gender stereotypes in the ultimate intellectual sport

From European Journal of Social Psychology, Volume 38, Issue 2 (March/April 2008)
Anne Maass, Claudio D'Ettole, Mara Cadinu

Abstract

Women are surprisingly underrepresented in the chess world, representing less that 5% of registered tournament players worldwide and only 1% of the world's grandmasters. In this paper it is argued that gender stereotypes are mainly responsible for the underperformance of women in chess. Forty-two male-female pairs, matched for ability, played two chess games via the Internet. When players were unaware of the sex of opponent (control condition), females played approximately as well as males. When the gender stereotype was activated (experimental condition), women showed a drastic performance drop, but only when they were aware that they were playing against a male opponent. When they (falsely) believed to be playing against a woman, they performed as well as their male opponents. In addition, our findings suggest that women show lower chess-specific self-esteem and a weaker promotion focus, which are predictive of poorer chess performance.

Poi una dice che non si deve incazzare con le femmine. Perché io la penso così. Non me la prendo quasi mai con i maschi, che sono pur sempre portatori sani di questo genere di contesto, e che nella notte dei tempi, in assoluta coerenza col più puro spirito darwiniano, hanno messo in piedi un baraccone culturale per convincere le donne della loro inferiorità. E' la legge del più forte. Incazzarsi, o peggio, starnazzare come delle galline, significa non aver capito che l'uguaglianza non è un risultato che puoi pretendere di raggiungere su base genetica. Me la prendo invece con le donne. Perché in tutti quei casi in cui si può scegliere - e si tratta dell'assoluta maggioranza - la responsabilità di chi fa è sempre sideralmente inferiore a quella di chi lascia fare.

E svegliatevi, santa madonna. Che sarebbe anche un po' l'ora.

 
 
 

Per una seria riabilitazione dell'onanismo

Post n°619 pubblicato il 10 Gennaio 2010 da middlemarch_g
 

Roxxxy ti ascolta, ti parla, ti fa compagnia, va a dormire. O almeno così dicono loro. E sono quelle notizie che spingono a farsi certe domande. A parte il fatto che mi si stringe il cuore a immaginare lo sconcerto che regna sovrano in casa Cassel ora che Monica Bellucci deve prendere atto della comparsa sulla scena di una sgnaccherona bruna alta un metro e  73 per 54 chili, completamente inespressiva, e programmata per assolvere a quattro o cinque funzioni vitali simultaneamente, cioè all’incirca 3 più di lei, quello che mi lascia davvero sconcertata è il prezzo. Perché queste cose non si fanno mai a caso, e se c’è un investitore che piazza liquidi sul mercato, vuol dire che da qualche parte esiste una domanda per il prodotto.

Il prezzo, dicevo, non è popolare. Ci vogliono 7000 dollari per il modello base e 9000 per il full optional. Dice: eh, ma questa parla. Ho capito. Anche i parrocchetti, se opportunamente addestrati, possono parlare. E francamente hanno quel briciolo di personalità che non guasta, mentre stento a credere che Roxxxy nelle sue risposte possa metterci più calore della suoneria del tuo videocitofono. Un parrocchetto non te lo puoi trombare, d’accordo, ma te lo porti a casa con un paio di centinaia di euro, e te ne restano svariate migliaia da investire in sani rapporti mercenari con una che come Roxxxy magari finge, però è dotata di epidermide di produzione propria e quando la tocchi non ti dà la sensazione di fornicare con la pelle di daino con cui lucidi il cofano della macchina.

Poi dice che Roxxxy ha uno scheletro. E qui si scade gravemente sul macabro. Data la funzione a cui assolve, ha uno scheletro che serve a cosa, esattamente? Oltretutto non cammina - notate la perversa ironia - ha uno scheletro ma non può fare movimenti. Ti metti in casa una maiala invalida, che per definizione fa un po’ pena, un po’ malinconia. Te la prendi per il kamasutra, ma metto la mano sul fuoco che a forza di vederla allettata sul divano dopo una settimana sei già lì a imboccarla con la minestrina di dado e inzepparla di Aulin. E sono cose che confliggono parecchio con un sano decorso della libido, dico io.

Eppure al mondo verosimilmente qualcuno se la comprerà. Di più. Investirà 9000 euro per comprare un robo di plastica che in tutta evidenza ha come unico merito la disponibilità a farsi penetrare in un qualsiasi buco senza opporre resistenza, indipendentemente dalla repellenza del compratore. Stessa cosa che fa anche un sacco di gente nel Pdl, per dire. Che francamente ha almeno il buon gusto di farsi pagare meglio.

 
 
 

Impreviste inversioni a U lungo la via della provvidenza

Post n°618 pubblicato il 07 Gennaio 2010 da middlemarch_g
 

Un sostegno alla candidatura di Emma Bonino sicuramente sarebbe per me una ragione forte per andare via.

Oddiooddiooddio, Signore, tipregotipregotiprego non lasciare che una simile opportunità di doppio piccione tramite investimento di unica fava vada sprecata!

Non scherzo. E' da stamattina che prego così, a mani giunte, come nelle immagini dei santini protomartiriali, quelli vestiti d'azzurro in un tripudio di candidi gigli. C'è da dire che all'occorrenza la mia vocazione mistica sa diventare più forte perfino di quella della Binetti. Certo, occorre la giusta motivazione.

martire

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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