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La cosa triste è che non vi siete sforzati nemmeno di provare a rispondere con le vostre sole forze. Macchè. Tutti e pesce su google a cercare l'origine della citazione, e a quel punto per trovare un punto fermo non ci voleva più Marco Polo. Mi riservo una briciola di buona fede per il solo Piazza, che secondo me è l'unico che se lo ricordava anche senza l'ausilio della tecnologia, perchè deve essere il tipo che ha grande familiarità con questo genere di cinematografia. E del resto me lo immagino abbastanza come il protagonista del  film in oggetto, lo Hugh Grant della Dora Baltea. Il Piazza, da qualche parte nel suo blog, ha un post su Reva Shane. E non dico altro. Perchè non tutti sanno chi è Reva Shane. Ed è esattamente uno dei casi in cui chi ha orecchie per intendere, intende.

La cosa buona è che l'avete confessato con ammirevole candore, il che va pur sempre a merito della vostra specchiata onestà. Avete peccato, ma vi siete assunti le vostre responsabilità.

Una parolina a chi ha obiettato che non si tratta di un capolavoro della cinematografia mondiale. La parolina non è mia, è di Proust, mutuata perchè in originale non si riferiva esattamente a questo genere di cinema, ma al suo equivalente in musica:

Non disprezzate la musica popolare. Giacché la si suona e la si canta ben di più, e ben più appassionatamente di quella scritta, a poco a poco si è riempita del sogno e delle lacrime degli uomini. Rispettatela per questo.

Non è che siano poprio parole immortali, ne convengo. Non fanno nemmeno venire i brividi sottopelle, vero anche questo. Ma è Proust. Mica Federico Moccia, checacchio. Un po' di rispetto.

Insomma fatta salva la riserva per il Piazza, ritengo insindacabilmente invalidato il concorso. Alla prova antidoping siete tutti caduti come pere, brutti drogati. E mi dispiace per voi perchè la bomboniera non conteneva confetti qualsiasi. Venivano diretti da Sulmona, che come tutti sanno ne produce di sopraffini. Ma non ve li siete meritati. Vergogna.

La figlia dello sposo

Sono lieta di vedere che il post in cui vi autorizzavo a prendermi a calci ha attizzatto questa bella discussione. Sento che dovrei trarne delle indicazioni esistenziali di qualche peso, ma non credo che lo farò.

Ad ogni modo. Sono in partenza. Vado a presenziare al matrimonio di mio padre. Che si sposò nel 1965 con mia madre nella stessa chiesa di Trastevere dove 15 anni dopo convolò a nozze anche la donna che impalmerà giovedì prossimo presso il Comune di Sutri. Contrariamente a quanto potreste pensare, mio padre non intende contrarre bigamia. E nemmeno la sua futura moglie. L’evento è stato preceduto da tutti gli accorgimenti giuridici che lo rendono perfettamente legale.

Sento che sarà tutto molto bello. Surreale ma bello.

Buon fine settimana a tutti.

PS 'Surreale ma bello' è una citazione cinematografica. A chi indovina porto bomboniera.

Allitterazioni del martedì

Sono una Fifona troppo Fortunata.

La prossima volta che mi vedete assumere pose speculative e corrugare metaforicamente il ciglio, querimoniando sull'obbligo morale di fronteggiare con coraggio le avversità del destino, vi autorizzo a prendermi a calci nel culo finchè la spina dorsale non mi esce dal naso.

Com'è facile, com'è consolatorio predicare bene. Alla portata di tutti. Poi però chi ha davvero le palle lo riconosci solo quando finalmente ha il fegato di razzolare. Male, nel mio caso. O forse addirittura malissimo.

Umorismo minimale

Ieri sera in studio al tiggiuno c’era ospite miss Italia. La Busi, che in questi giorni è di turno al serale, l’ha salutata e introdotta con due paroline. Ha detto che era catanese. Ha sottolineato che le mancano solo due esami per laurearsi in lettere. E poi con la faccia di chi legge una velina pensando ma chi cazzo scrive questi testi di merda? E’ sempre la solita broda… le ha chiesto: lei è d’accordo con chi vede in queste manifestazioni una forma di sfruttamento e mercificazione del corpo delle donne?

La Miss, con grande partecipazione mimica e corporea, ha risposto: assolutamente no. Io gestisco il mio corpo con la testa. E per dare maggiore evidenza drammatica e contenutistica al concetto, ha anche allungato un dito ad indicarsi il lobo frontale destro. Casomai qualche spettatore distratto o magari extracomunitario e non perfettamente padrone della lingua, potesse avanzare qualche riserva sulla corretta collocazione anatomica del distretto con cui lei gestisce il suo corpo.

La Busi, tenendole lo sguardo fisso addosso come un cobra, ha fatto una pausa comica perfetta. Due secondi - non uno di più, non uno di meno – e poi ha detto lapidaria: le auguro di laurearsi presto.

Non so come la vedete voi, ma per me è una battuta fe-no-me-na-le.

Eroismi da bricoleur

Quando comincia ed è magnifico non ti domandi mai perchè.

Per quale ragione quindi dovrebbe esserci un motivo valido quando sta per finire?

La vita ha le sue scadenza ondivaghe, e non dico che siano insensate. Ma la conoscenza delle cause è sopravvalutata, e non credo sia mai stata utile a qualcuno.

Ho sempre pensato che l'essenza del coraggio stia proprio in questo: accettare il fatto che le cose accadono. E basta.