Raschiavo a fondo
Nel pentolone della vita
Vomitevole ratto in trappola
Già in fase di decomposizione
Sullo sfondo
La riesumazione del mio cadavere verde
Non riuscivo più a continuare così
Davvero
Non riuscivo più a figurarmi stecchito
Come un insetto volteggiante nello spray veleno
Morsicavo, dunque, le mie mele marce
Per poi gettarle ai porci della guerra
Consumavo ogni minima bolla vecchia d’aria
Ancora nei miei polmoni roventi
Le vitamine diaboliche
D’infernali viadotti sotterranei
Mi riportavano alla luce
Sarei morto
Sì, o mio rosso vetro nel petto
Valvola un tempo ghiacciata
E mummificata dal mercato
Tu saresti groviglio d’incrinature
E crepe salmastri
I vasti cieli sopra di noi
Ora invece hanno un posto da verniciare
Spiaccicando pozzanghere
M’allontanai dal parco
Il bisogno sentivo
D’avvertire il sogno
Del tuffo dei miei scarponi su di esse
Che buffo!
Era come un gioco di un bambino
Annoiato a tal punto
Da bramar soltanto
D’irritar la propria madre
Ma il sogno del tuffo
(quello “splash” morboso)
M’immergeva in mondi di me
Lontani da me
Un “crash” sul pavimento
E mi spiattellava la colonna vertebrale
E io vedevo il perché della lontananza
Ovvero verità memoria
Serpeggiai a lungo
Per i condotti impuri dei ricordi
Fino a scrostarli scuri
Scrutavo il nero delle mie mani
Quando giocavano con la terra
Quello dei nascondigli
Dopo aver rubato i frutti degli alberi
Quello delle notti in giro ovunque
E le botole profonde
Del mio cuore di ora
Certo prima non esistevano
Egli pulsava come
Lo “splash” del tuffo
In una pozzanghera puro
Ora mi servono invece
Sì
Per delimitare la mia prigione
Per nascondere il denaro
Col quale m’hanno comprato
Lavorando per il diavolo
Dovrai pagare dazio
Vale a dire andare a trovarlo
In mezzo ai tormenti
Non credi in lui
Ma lui ti può aspettare
Fai così bene il suo lavoro
Si ricorderà di te
Preoccupato per un amico
Mentre mi fa fare un giro della casa
Dove non lo voglio trovare
Ha labbra e palpebre nere
Non mi crede quando gli dico
Che alcune linee potrebbero e dovrebbero essere tracciate
Tipo che se avesse un fucile
Sarebbe a canne mozze
Inghiottito dal fiume
Gonfio di pioggia
Quel vecchio computer inzuppato
Con nomi ed impronte digitali
Galeggia sul fiume
Che inonda il vicinato
Vorrei chiamarti
Ma non sarebbe un buon affare
Votare per la legge
Ecco l'occupazione universale
Prima viene la pubblica sicurezza
Poi c'è la nazione
Adesso non mi crederai
Ma c'è stata una specie di illuminazione
I poliziotti più saggi hanno capito
Di aver mandato a monte l'operazione
Falsificare i libri
Un'occupazione rispettabile
Ancora e fondamento delle multinazionali
Non credono al crimine
Sanno che esiste
Ma per capire
Che cos'è giusto e sbagliato
Gli avvocati fanno i turni
E a proposito del diavolo
Non lo si è visto per anni
A parte il fatto che ogni 20 minuti
Mi ronza tra gli orecchi
Non credo ai libri
Ma li leggo continuamente
Per decifrarne gli enigmi
E commentarne i versi