Abbi cura di te

ode - da - i traditori - di Giancarlo De Cataldo -


Nel mutare degli anni, nella spirale delle cosenel clamore, nel rumore della vita che verrà,noi, bevendo amore alle più lontane fonticustoditi come un albero dall'amore,noi potevamo diventar simili agli angeli lassù,pieni d'amore dal cuore alle labbra,stretti nella sua mano, nel calore delle sue alio amore, mio amore, se tu mi avessi amato!Fermi come le stelle saremmo statie ci saremmo mossi come si muove la lunache ama il mondo; avremmo vistoil dolore sparire come cosa rifiutatae la morte consumarsi come ben misera cosa.Due metà di un cuore perfetto, un' animastretta all'altra davanti alla rovina del tempose una volta mi avessi amato, ma non mi hai mai amatose avessimo avuto fortuna, ma non l'abbiamo mai avutaandrò per la mia strada, sul mio camminoriempirò i giorni del mio respiro di ogni giornocon cose vane di cui non farò tesoro;farò come fa il mondo,  dirò quello che dicema se ci fossero amati...se tu avessi sentito sotto i piediil mio cuore scalpitante forte di piaceree calpestato farsi polvere e morirenon avrei accettato la mia vita e dato tutto quello che concedono e gli anni e la vitail vino e il miele, il balsamo e il lievitoi sogni altissimi e le speranze infrante.Vieni vita, morte vieni, basta parole!Dovrei perderti vivendo, e da morto tormentarti?Non te lo dirò sulla, terra, mai; e in cieloe allora griderò a te, mi sentirai, saprai?