Darwin docet

Passato


E’ certo singolare il rapporto che abbiamo con il nostro passato.Ogni volta che guardo un souvenir di un viaggio indimenticabile, la foto di un momento felice, un regalo di una persona importante, un luogo dove sono già stato, si scatena un insieme di emozioni piacevoli e dolorose al tempo stesso. Sono sensazioni profonde che ti legano a quei ricordi perché fanno parte di un passato felice e proprio perché è un passato felice provi forte il desiderio di immergerti in esso come se ciò bastasse a riviverlo. Capita così, guardandolo, di provare la sensazione di chi tenda la mano ad un frutto che non potrà mai cogliere. Eppure quel passato fa parte di noi, della biografia di noi stessi di quello che siamo stati e di quello che siamo adesso. Definisce te stesso, la tua vita, quello che è stata e quello che forse sarà ancora, ti rende diverso dagli altri, unico ed irripetibile, perderlo vorrebbe dire perdere te stesso in mezzo alla folla. In fondo non si scala una montagna solo per ritrovarsi in cima, la si scala soprattutto per percorrere il cammino che alla cima conduce.E così non resistiamo allo singolare tentazione di fermarci ogni tanto a guardare dal buco della serratura che dà sul giardino proibito del passato, pur ben sapendo che questo rallenta il nostro cammino verso il futuro. Così quando qualcuno ci coglie mentre stiamo lasciando qualche lacrima su un vecchio ricordo, ci sentiamo un po’ come chi è stato appunto sorpreso mentre sbirciava dal buco della serratura, ci ricomponiamo e riiniziamo il nostro cammino come se niente fosse, anche se il nostro cuore è una barchetta alla deriva.