mikacine

The Green Inferno


Eli Roth è uno dei migliori "prodotti" del vivaio Tarantino,uno che si è fatto le ossa sotto le ispiratissime ali cinematografiche di Quentin e che,a suo modo,ha rivoluzionato il genere horror riportandolo a quelle atmosfere splatter tipiche degli anni '70-'80 in cui ebbe la sua massima (e più prolifica) espansione. Dopo averci dato un assaggio del suo stile con Cabin fever ha fatto breccia con Hostel e le sue scene ad alto tasso di sangue,arrivando in maniera quasi ovvia al cannibalismo estremo di questo inferno verde.Un gruppo di studenti ambientalisti parte alla volta del Perù per fermare la deforestazione di una grossa fetta di Amazzonia. Armati di buone intenzioni e dei loro cellulari per poter filmare gli accadimenti così da poterli denunciare ai media di tutto il mondo,i ragazzi non sanno che ad attenderli c'è un destino orribile: la popolazione indigena locale li farà prigionieri con il solo scopo di cucinarli e mangiarli. Cercare di scappare,e ancor prima evitare di essere mangiati,diventa una corsa contro il tempo.Evidente l'ispirazione al filone cannibale del decennio '80 - soprattutto di stampo italiano.. - ed altrettanto evidente la voglia di shockare del regista: protagonisti piuttosto stupidi,nessuna censura delle scene più gore con arti mozzati,occhi estratti e mangiati assieme a lingue tagliate da bocche di persone urlanti straziate dal dolore. Unico neo il fatto che,nonostante si riporti sullo schermo tanta violenza diretta,Roth non riesce ad alzare il tiro del trauma e del sangue regalandoci un film come da anni non se ne vedevano ma che forse poteva (doveva..) osare di più.