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Mank


Protagonista della pellicola è il cinema,o meglio,la sua genesi. E' attraverso le idee,l'ispirazione e la bravura che si può ottenere un grande film e spesso per arrivare a trovare queste muse ispiratrici è necessario scavare nel profondo e metaforizzare su carta la vita che ci circonda.Mank è il diminutivo di Herman Mankiewicz,sceneggiatore della Hollywood anni '30 dalla grande parlantina e dalla lingua fin troppo tagliente. Inviso allo star-system della Mecca del cinema troverà un alleato nel cineasta prodigio Orson Welles a cui è stata data carta bianca per lo sviluppo di un film a sua completa discrezione. Una libertà creativa difficile da poter ottenere in quegli anni e che portò il rivoluzionario regista a scegliere proprio Mank per la scrittura di quello che sarebbe stato poi il suo capolavoro assoluto (nonchè uno dei film più iconici della settima arte..) Quarto Potere. Mank,fra problemi di alcolismo e di gioco d'azzardo,disponeva (secondo Welles) della penna giusta per poter portare sul grande schermo l'opera massima del cinema contemporaneo,una sorta di affresco attuale dell'ossessione per l'amore,del potere e di questa ipocrisia di fondo. Mank centrò perfettamente il tema regalando ad Orson proprio ciò che gli era stato commissionato,ispirandosi a vicende personali sullo sfondo di una prima rivoluzione cinematrografica. Un lavoro così ben fatto da portare Mank a tirarsi indietro di fronte ad un accordo stipulato fra i due...Nell'edizione degli Oscar del 1942 Quarto Potere ebbe nove nominations e vinse proprio quella per la miglior sceneggiatura e lo scontro fra i due,circa la paternità reale dell'idea,non fu mai risolto e questo film,oltre che essere un'analisi della vita di un soggetto poco incline alle regole (con un Gary Oldman semplicemente sublime..) è anche un omaggio ad una pellicola e ad un'epoca passata ma che rimane sempre attuale,attraverso le sue controversie e quelle ipocrisie di una bolla dove girano interessi e soldi più grandi di qualsiasi personaggio.