mikacine

Bruno


Se dovessi cercare l'aggettivo più adatto per descrivere il film credo che arriverei a definirlo scorretto. E sarebbe comunque limitativo ed anche banale. Con il precedente Borat si poteva parlare (soprattutto) di un'idea politicamente scorretta,eccessiva e a tratti demenziale. Col reporter austriaco gay si supera anche l'osceno: basta guardare le facce degli spettatori,un misto di incredulità e schifo,mentre osservano le situazioni imbarazzanti in cui Bruno si cimenta pur di raggiungere il suo obiettivo. Diventare una star mondiale è il suo scopo e non si pone limiti nell'abbassarsi (letteralmente..) ai vari giochi di potere dello show-business.Eccentrico,imbarazzante e dichiaratamente gay,il film vuole essere una denuncia nei confronti del bigottismo,del pregiudizio ed anche della facilità con cui i media trasformino un tipo qualunque nella celebrity n.1. Ma -e qui sta la pecca del film- la chiave ironico-demenziale usata e voluta sovrasta la natura del film: se il successo (anche di critica) del reporter kazako era un'ironia funzionale all'idea,qui siamo di fronte all'inversione delle parti,con l'eccessivo colore di dialoghi e situazioni a scapito della pellicola.Detto questo ed appurato che Borat rimane geniale,questo Bruno vale il costo del biglietto anche solo per assistere alla dichiarazione (forse giuramento è il termine migliore..) del reporter gay come manifesto del suo essere: "voglio diventare la più grande celebrity austriaca dopo Hitler!".Se non è coraggio questo...