Tracce di vita

la poesia non è morta


Nel deserto pianeta, tra dune di sabbia arse da un sole morente, solo lo scorpione vigila perché la poesia non torni mai più a turbare cuore e coscienza dei superstiti. Senza speranza lotto contro lo scorpione che mi ha reso cieco, avendo fatto dei miei occhi la sua torre di vedetta sulle rovine, che mi ha reso sordo, avendo fatto delle mie orecchie il suo nido, che mi ha reso muto, avendo fatto della mia lingua letto ai suoi spietati giochi, che mi ha reso trasparente e più fragile di vetro sottile, avendo preso forza e nutrimento dalle mie illusioni, dai miei sogni infantili. Quasi più non sono se non brezza che non dà più refrigerio e questo è il rantolo prima che lo scorpione faccia del mio cuore il palazzo per celebrare il trionfo