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"Pensare la decrescita. Sostenibilità ed equità", di Paolo Cacciari, è un testo importante per chi voglia approfondire il tema della critica allo "sviluppo" e della "decrescita", una storia del dibattito negli ultimi quindici anni, una ampia bibliografia, un ponte lanciato verso la tradizionale cultura di sinistra.
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LA GIUSTA STRADA

Post n°115 pubblicato il 24 Agosto 2008 da mikic_76

In un Paese sprovvisto di un piano energetico nazionale, dove la classe dirigente insegue le grandi opere e alimenta il mito di una crescita senza limiti, trovare esperienze virtuose dal basso può sembrare velleitario, quasi di semplice testimonianza.

E’ qui che entra in gioco la replicabilità dei progetti, il buon senso delle sperimentazioni in atto, la capacità di narrare le esperienze migliori e di contaminare quanti più sindaci possibili. Se poi ai piccoli comuni cominciano ad affiancarsi grandi città, magari del Nord industrializzato e sviluppista per professione, forse allora c’è davvero qualcosa di più di una speranza di cambiare.

Padova è la strada. Il suo Piano energetico comunale è la tappa, virtuosa ed esemplare, che affrontiamo oggi nel nostro “Viaggio nell’Italia dei comuni a 5 stelle”. Una città di 200.000 abitanti, che raddoppiano se si considera l’area metropolitana, amministrata da persone che capiscono presto (già nel 2005) l’importanza strategica che può giocare il tema dell’ambiente e dei consumi energetici della pubblica amministrazione.

Proprio a partire dal bilancio, con una visione pragmatica, l’Assessore all’ambiente Francesco Bicciato intuisce la possibilità di intervenire concretamente per ridurre i consumi e liberare risorse economiche consistenti.

Pensiamo infatti a quanti edifici, automezzi, servizi, persone, governano e gestiscono per conto di migliaia di comunità locali i nostri sindaci: sedi istituzionali, scuole, ospedali, impianti sportivi, biblioteche, musei, pubblica illuminazione, ecc. Centinaiai di migliaia di luoghi pubblici per la stragrande maggioranza illuminati male e riscaldati (o raffrescati) peggio.

Il piano di efficienza energetica del Comune di Padova è partito da qui, da una valutazione analitica e scrupolosa dei consumi storici, degli impianti esistenti, delle tecnologie in uso. Obiettivi dichiarati dell’operazione la riduzione dei consumi e il contenimento delle emissioni di CO2 in atmosfera, ma anche il risparmio economico per la pubblica amministrazione e il raggiungimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto, di cui quasi non si parla più, passata la moda del momento.

In seguito allo studio durato 8 mesi, è stata condotta l’analisi dei dati raccolti e la valutazione degli interventi da sostenere, valutandone gli oneri economici e i benefici ambientali.

Infine, si è giunti alla messa a punto e alla conseguente adozione del Piano di Efficienza Energetica Comunale: uno strumento di pianificazione che disciplina l’utilizzo delle risorse energetiche stabilendo linee di azione prioritarie.

Il Piano adottato è oggi in fase di attuazione e prevede di raggiungere risultati ambiziosi, rendendolo di fatto la migliore esperienza di efficienza energetica adottata da un’amministrazione pubblica in Italia: si va dalla sostituzione di tutti gli apparecchi illuminanti obsoleti e delle relative lampade a bassa efficienza della pubblica illuminazione alla sostituzione delle lampade ad incandescenza degli impianti semaforici con lampade a LED (che consumano l’80% in meno a parità di luce emessa); dalla sostituzione dei veicoli in dotazione al comune con mezzi bifuel alla realizzazione di più impianti a metano in città; dalla realizzazione di un generatore fotovoltaico in un parcheggio scambiatore all’installazione di pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua in diverse scuole e impianti.

Il piano si è poi soffermato sulla valutazione dell’efficienza energetica elettrica e termica di 110 edifici di proprietà comunale (22 tra scuole dell’infanzia e asili nido, 57 scuole dell’obbligo, 16 uffici pubblici e 15 impianti sportivi). Si è quindi deciso di sostituire le lampade ad incandescenza o alogene con quelle fluorescenti; di installare sensori di presenza e interruttori a tempo per il controllo automatico delle luci; di sostituire le caldaie a gasolio con quelle a metano; di migliorare ove possibile la coibentazione degli edifici. Insomma, di tagliare gli sprechi e chiudere il buco del secchio, per dirla con le parole dell’amico Pallante (per approfondire: “Un futuro senza luce”, Editori Riuniti).

Solo rimanendo al dato relativo alla pubblica illuminazione c’è da rimanere senza parole! Alla fine degli interventi di riqualificazione energetica si otterrà un risparmio di energia elettrica pari a 6.543.000 Kwh/y, per oltre 600.000,00 euro di risparmio sulla bolletta del comune, ai cui dati bisogna aggiungere una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 4.318 t/y.

 fonte: comunivirtuosi.org

 
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