MIKIC76ALLA FINE C'E' LA TERRA DA SALVARE! |
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LIBRI
(cur. Mauro Bonaiuti)
Anno: 2005
Editore: EMI
Come sopravvivere allo sviluppo - di S. Latouche
Titolo completo: Come sopravvivere allo sviluppo. Dalla decolonizzazione dell'immaginario economico alla costruzione di una società alternativa
Autore: Latouche Serge
Anno 2005
Editore: Bollati Boringhieri
Pensare la decrescita - di Paolo Cacciari
"Pensare la decrescita. Sostenibilità ed equità", di Paolo Cacciari, è un testo importante per chi voglia approfondire il tema della critica allo "sviluppo" e della "decrescita", una storia del dibattito negli ultimi quindici anni, una ampia bibliografia, un ponte lanciato verso la tradizionale cultura di sinistra.
Edizioni: Carta/Intra Moenia
La decrescita felice - di M. PallanteTitolo completo: La decrescita felice. La qualità della vita non dipende dal PIL
Autore: Pallante Maurizio
Anno: 2005
Editore: Editori Riuniti
Bioeconomia - di N. Georgescu-Roegen (a cura di M.Bonaiuti)Titolo completo: Bioeconomia. Verso un'altra economia ecologicamente e socialmente sostenibile
Autore: Georgescu-Roegen Nicholas
Anno: 2003
Editore: Bollati Boringhieri
Anno: 1993
Editore: Red
Un futuro senza luce? - di M. PallanteTitolo completo: Un futuro senza luce? Come evitare i black out senza costruire nuove centrali
Autore: Pallante Maurizio
Anno: 2004
Editore: Editori Riuniti
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Il questore di Vicenza, Giovanni Sarlo, sabato ha commentato i fatti spiegando che i manifestanti «non avevano il permesso per mettere la torretta, quindi sono dovuto intervenire». Ma nel video, non c’è scampo. Non c’è giustificazione di fronte a decine di agenti che non esitano a tirare calci, a scaraventare donne a terra, a strappare di mano macchine fotografiche, a mettere mani nelle tasche, a calpestare corpi, a colpire in faccia con il manganello. Soprattutto se di fronte a loro non c’è un branco di violenti e facinorosi, ma decine e decine di persone inermi. Semplicemente sedute a terra, immobili. Una resistenza passiva, interrotta solo da alcune grida disperate. «Fermi», «Vergogna». Niente da fare, la polizia probabilmente sente di avere le spalle coperte. Ora, anche da Berlusconi in persona, che domenica ha scritto al sindaco di Vicenza, Achille Variati, per dirgli che il referendum non s’ha da fare.
Il filmato ora verrà consegnato dalla consigliera comunale Cinzia Bottene, già portavoce dei No Dal Molin, allo stesso sindaco «perché possa rendersi conto degli atti di violenza compiuti contro cittadini vicentini inermi». Dal canto loro, i cittadini inermi, non si fanno intimidire. «Purtroppo per lui – dicono riferendosi al Questore – noi non abbiamo nessuna intenzione di lasciare mano libera e campo aperto a chi, non avendo gli strumenti politici e dialettici per spiegare ai vicentini il perché dovrebbero starsene buoni e zitti mentre il futuro della loro città viene fortemente compromesso, decide che gli si debba spaccare la testa».
Sabato 13 settembre i No Dal Molin hanno organizzato una manifestazione che raggiungerà la zona dell’aeroporto e che ha come obiettivo quello di verificare che «nessun lavoro sia iniziato nel segreto». Il Comune, infatti, ha chiesto una moratoria sull’apertura del cantiere: in sostanza, si chiede agli americani di non posare nessuna pietra fino a che la popolazione non si sarà democraticamente espressa sull’allargamento della base. Dunque, fino al 5 ottobre, data fissata per quel referendum che Berlusconi reputa «gravemente inopportuno».
Secondo i No Dal Molin, la violenza di sabato «va letta come conseguenza diretta della lettera che Silvio Berlusconi ha inviato al sindaco Variati», e gli risponderanno con la manifestazione del 13. Il sindaco Variati, invece, ha preso carta e penna. Per noi, ha scritto il primo cittadino di Vicenza, la consultazione popolare «è opportuna, legittima e giusta». «Abbiamo sempre spiegato, anche al governo – replica Variati – che la consultazione non è su materia sottratta al potere dell'ente locale. Ai cittadini, cioè, non chiediamo di esprimersi su scelte di politica estera o di difesa, e neppure su “base sì, base no”. I vicentini dovranno dire se vogliono o meno che il Comune avvii la procedura per chiedere la cessione di un'area delicatissima dal punto di vista ambientale, da destinarsi a usi collettivi. Questo – conclude – è nelle nostre facoltà: e credo che, se a chiederlo saranno in molti, avrà peso».
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