Frammenti di vita

... E QUELLA GARROTA


... e quella garrota che stringeva così forte e le vene delle tempie gonfie e livide e quel ghigno così fetido e putrido così vicino alla mia faccia così poderose fauci che chiedeva insistente di abiurare le mie idee di fare i nomi di raccontare ogni cosa. E quelle tenaglie che stringevano le mie dita a strappare le unghie a lacerare la pelle e scricchiolio di ossa e dolore muto che mi trascinava nel limbo e quell'acqua gelida a riportarmi al buio di quella cella lerciume metallico rugginoso da cui neanche il mio latrare riusciva a uscire. E quelle risa inebetite e spente che gioivano ad ogni mio mancamento. Mai più ritrovai la strada di casa mai più seppi dove seppellirono il mio corpo.