calcio e milan

Pastore è l'ora della verità


      Il Milan lo segue, ne parla con chi di dovere, ne tasta il polso e riceve rassicurazioni forti: "Voglio una big, vorrei rimanere in Italia, mi piace il Milan". Il pensiero del talento argentino Javier Pastore è sintetizzato in poche parole, ma ricche di un significato forte che basta ad accendere i sogni dei tifosi, a ravvivare l'interesse mai scemato e, a rendere possibile ciò che le richieste e valutazioni di mercato, rendono inimmaginabile. Zamparini spara alto, l'agente del giocatore conoscendo l'estro del n.1 rosanero, lo spalleggia senza mezzi termini, evitando il minimo attrito che potrebbe incidere in maniera determinante sul futuro del giovane fuoriclasse. Il Milan lo scoprì parecchio tempo fa, poi le questioni interne riguardanti Ricardo Kakà, costrinsero i vertici di via Turati a tener d'occhio gli affari di casa propria, lasciando via libera ai siciliani oer l'ingaggio di Pastore. "Deciderò e parlerò del mio futuro solo dopo la Coppa America", la rassegna per gli argentini e finita con largo anticipo, è giunta l'ora della verità e delle scelte. Tanti tifosi fremono, quelli del Palermo quasi rassegnati all'idea di perdere il loro beniamino, quelli delle altre fazioni Milan, Inter, Roma ecc. accattivati dal pensiero di annoverare in rosa, un aspirante campione. I contatti tra le parti (rappresentanti il giocatore e la società rossonera), sono già stati frequenti, il Palermo cede il suo gioiello solo per una cifra "monstre", il Milan potrebbe farsi avanti, solo a condizioni "accettabili". I tanto sbandierati sondaggi di compagini estere e big varie, non sembrano aver sortito particolari effetti, Maurizio Zamparini non vuole svendere il giocatore, ma è pur vero che l'asta sperata, non è partita e che le dichiarazioni in merito non hanno contribuito ad alimentare l'appeal. Il giocatore verrà ceduto e questo è un dato di fatto, vuole restare in Italia e pure ciò gioca a sfavore del Palermo, vuole una big (e si stringe il cerchio), apprezza il Milan e questo potrebbe significare poco per alcuni, moltissimo per altri.