VITA DA MILANISTA

SPLENDIDO ARTIOLO DI LUCA SERAFINI


 Il "Trofeo Berlusconi" a novembre in una serata di Champions davanti a quattro gatti infreddoliti e senza nessun Berlusconi in tribuna, è stato un altro atto della Pompei societaria che sta bruciando la città da qualche anno. E con essa la materia cerebrale residua. Nemmeno la prima Inter di Massimo Moratti sarebbe riuscita a concepire un tale capolavoro tragicomico. Se non altro è servita per capire in quale inesorabile spirale di solitudine stia per rimanere intrappolato Pippo Inzaghi.La gente non ne può più e ha ripreso a disertare San Siro anche in campionato: gli estremisti accusano Pippo di aver accettato la panchina condividendo le miserie filosofiche di mercato, sulle ceneri di Seedorf il quale si era illuso di poter stravolgere la rosa prima a parole poi con l'avallo di Berlusconi. Una visione singolare delle cose. Primo: non si capisce perché uno che ha fatto la storia rossonera in campo e avesse già intrapreso la carriera di allenatore in questo club, avrebbe dovuto rifiutare la panchina della prima squadra. Secondo: noi come Pippo ci eravamo illusi che almeno per difendere la scelta del pupillo allevato in casa, grazie al quale hanno anche risparmiato l'ingaggio oneroso di un Allegri qualsiasi o di un tecnico di nome, lo straccio di un giocatore di rendimento e di esperienza glielo avrebbero preso.Balle. Gli hanno rifilato i soliti prestiti e parametri zero costringendolo a lucidare il peltro in salotto. Pippo si è messo a strofinare sull'amor proprio di qualcuno e con Abate, Rami, il giapponesino l'operazione è parsa riuscire (anche se il tempo dimensionerà per bene il valore effettivo di tutti). Il visitatore di Milanello non ha scucito un euro nemmeno questo giro, se non per il carburante dell'elicottero. Affidata l'estate ai consueti magheggi e detto che la squadra è #ultracompetitiva e #apostocosi secondo copione, per vincere lo scudetto bastava farla giocare come dice lui. E come dice, lui? Che bisogna tirare in porta dentro l'area? Che bisogna non prendere gol? Che bisogna fare il possesso-palla (specie negli ultimi minuti se si è in vantaggio)? Invece altrove cosa dicono? Che non bisogna tirare, va bene prendere gol e lasciare la palla agli avversari? Il discorso fila dritto verso Inzaghi e le sue colpe: la tattica, il giuoco, la formazione, quello strumentale 8 in pagella inesorabilmente pronto a diventare un 4 se le cose proseguissero su questa piega. I menestrelli e la stampa allineata gli faranno da eco in tempo reale e molti ci cascheranno persino.Che le colpe siano in larga parte di una società dimessa da grande club sin dal 2012 non vi sono dubbi, basterebbe pensare semplicemente al triste spettacolo allestito mercoledì scorso. Certo è che con la società, la stampa allineata e i disertori di San Siro, qualcun altro sta per abbandonare Pippo al suo destino: i giocatori. Torres e Menez hanno l'ultima grande chance di combinare qualcosa di buono con una maglia importante, non pare se ne siano accorti. El Shaarawy è al bivio per trasformare la sua carriera da quella di Pato a una da campione vero. De Sciglio ha in mano l'asticella per un salto in alto significativo. De Jong potrebbe riperdere presto la voglia di fare da balia all'armata Brancaleone. Il resto invece è il resto: comunque vada il milanista resterà crocefisso alle papere dei portieri, a Zapata, Muntari, Essien senza sapere cosa dire di Armero e Van Ginkel. Poca roba, roba che non cambierebbe il corso del destino nemmeno in zona retrocessione.Inzaghi starà pure commettendo errori, nessun allenatore ne è esente, però la personalità e la qualità scadenti di buona parte del suo gruppo non è e non può essere sua. Potete insistere nella colpa di averlo accettato, questo gruppo, ma è troppo facile giudicare le scelte altrui da lontano. Quella di Pippo è stata anche una rischiosa scelta d'amore, un sentimento che purtroppo il Presidente non prova più per questo club. Questo si, avrebbe potuto e dovuto saperlo. Conoscendolo bene, Pippo sapeva perfettamente e se non altro non ne resterà spiazzato.