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Pato: esordio bagnato da un eurogoal....


La partita, di suo, aveva già un sapore speciale: 50° anniversario della finale dei Mondiali del 1958. Brasile-Svezia, allora, rivelò al mondo le magie di un certo Edson Arantes do Nascimiento, 17enne futuro Pelé. Mezzo secolo dopo il predestinato ha le fattezze di un papero, Pato, il cui gol decisivo di ieri a Londra ha solleticato le fantasie della stampa brasiliana. IN ESTASI - Globoesporte, ad esempio, non usa troppi giri di parole. "Una prestazione che ricorda gli inizi di Pelé, Zico, Rivaldo e Ronaldinho". Quindi Pato paragonato, nell'ordine, a: il più grande (per molti) calciatore di ogni epoca, colui che è stato definito "Pelé bianco", e poi, per gradire, due Palloni d'Oro. Mica male, insomma. Il quotidiano sportivo brasiliano, inoltre, annota che al 10' del secondo tempo il pubblico dell'Emirates Stadium, forse annoiato dallo spettacolo non esaltante fin lì proposto dalla Seleçao, ha cominciato a gridare "Pato, Pato". Quando l'attaccante del Milan era ancora seduto a scaldare la panchina. PAPERI A PECHINO - "Pato è stato nettamente più pericoloso di Luis Fabiano nonostante abbia giocato la metà del tempo". Questa l'analisi, più tecnica, di O'Globo, che aggiunge: "Deve andare per forza alle Olimpiadi". Sulla stessa lunghezza d'onda la Folha de S. Paulo, che invita Dunga a portare il Papero a Pechino, perché "può essere la stella dei Giochi". Un plauso speciale, comunque, i giornali lo regalano anche ad Anderson, centrocampista del Manchester United, entrato insieme a Pato e decisivo nel regalargli l'assist del gol. DUNGA APPREZZA - Ma l'uomo del giorno è sempre lui, il giovanotto che il Milan ha acquistato a suon di milioni (ventidue) dall'Internacional di Porto Alegre. "Pato? Ha giocato una quarantina di partite da professionista, ma è già un grande". Parole e musica di Carlos Dunga dopo la vittoria sulla Svezia. L'occasione ideale per mostrarsi al mondo, come cinquant'anni prima aveva fatto un certo Pelé.